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Caltabiano: “Mai dimenticare le nostre radici”

Caltabiano: “Mai dimenticare le nostre radici”

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ANFN, l’associazione che raduna e dà voce alle famiglie numerose, spenge diciotto candeline. Da Alfredo e Claudia Caltabiano, candidati alla guida dell’associazione, l’invito a non dimenticare mai le proprie radici, per costruire meglio il futuro associativo.
Le origini, dicevamo. «Galeotto – ha ricordato nel suo intervento Caltabiano – fu quello scontro tra carrelli di 18 anni fa tra Mario Sberna ed Enrico Cinelli.
Da lì è nato tutto, a cominciare dallo spirito che da subito ha caratterizzato l’associazione. Ricordiamo tutti la citazione di Mario che aveva sentito quando era in missione in Brasile: “Nessuno può fare tutto. Ognuno può fare qualcosa. Insieme, possiamo fare tutto”.
E così abbiamo affrontato la nascita della associazione, nata dal nulla ma dopo un solo anno già in grado di farsi conoscere e di farsi sentire a livello politico. Ecco le prime interviste in giornali e tv. Ecco i primi significativi successi politici: i 1.200 euro di detrazione per le famiglie numerose, l’estensione ai figli maggiorenni per gli assegni familiari, la detrazione per ogni figlio ai fini dell’IMU prima casa (poi soppressa). La curiosità dei media verso questa nuova creatura si è a poco a poco affievolita. Ma è rimasto lo spirito di servizio che si era creato all’inizio, per costruire insieme qualcosa di importante». E questo spirito – ha proseguito Caltabiano – nasce «dalla voglia di fare, dalla passione, dalla fede, dalla ‘arrabbiatura’ che viviamo rispetto ad una società sempre più individualista che lascia sempre meno spazi alla famiglia». Ecco, la continuità – ha osservato il candidato presidente «sta nel mantenere e rinfocolare questo spirito che caratterizza la nostra associazione». Si tratta del primo dei tre pilastri che dovrà sostenere la vita associativa. Gli altri due sono: «la carta dei valori, che rappresenta la stella polare della nostra associazione, e la totale gratuità del servizio svolto dalle nostre famiglie volontarie. Perché, ricordiamolo, non siamo un’impresa, ma una comunità».

Alfio Spitaleri