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Bologna, il freddo che uccide

Bologna, il freddo che uccide

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Carissimi,

all’ombra delle luci e dei festeggiamenti a cui tutti abbiamo partecipato nelle passate festività, a Bologna s’è consumata una tragedia: Devid, un bambino nato appena qualche settimana prima (il 13 dicembre) assieme ad un gemellino è morto qualche giorno prima dell’epifania, il 4 gennaio scorso.

La causa apparente dovrebbe essere il freddo, in realtà si tratta di un vero e proprio caso di abbandono delle istituzioni. La famiglia di Devid, i genitori, i due gemellini ed un sorellina di un anno e mezzo, viveva senza fissa dimora ed era nota ai servizi sociali di diversi quartieri.

Negli ultimi tempi trovavano riparo al caldo della Sal Borsa, una struttura attaccata al Palazzo Comunale di Bologna, in piazza Maggiore, dove molte persone li avevano notati; l’ultimo soccorso è stato chiesto alla farmacia comunale che si trova proprio di fianco all’entrata del Comune, proprio sulla stessa piazza.

Una vicenda che parla da sola, esprime come le famiglie in difficoltà non sono aiutate, se proprio non lo chiedono, fino a risultati estremi, alla morte dei più piccoli ed indifesi.

La politica bolognese oggi s’interroga tutta, solo il commissario, con un atteggiamento veramente pilatesco, rimanda alla magistratura.

Ricordo che quand’ero amministratore capitava di dover eseguire dei “TSO” trattamenti saniatari obbligatori a carico di soggetti che avevano difficoltà a gestire la propria salute. In casi del genere, per salute pubblica, intervengono le istituzioni, lo stesso doveva avvenire per il piccolo Devid, sotto gli occhi di tanti, ma non è avvenuto e Devid se n’è andato a soli venti giorni d’età.

Non è giusto buttare la croce solamente sulla madre, che avrà certo le proprie responsabilità, poichè non ha trovato le istituzioni capaci di aiutare lei e le sue creature.
Vi mando quanto scrivono i giornali oggi.


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Buona riflessione.

Stefano e Alessandra Lipparini