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BCE, il rosso in banca costa di più alle famiglie che alle imprese

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Lo scoperto sul conto in banca costa più alle famiglie che alle imprese. E’ quanto emerge dagli ultimi dati pubblicati dalla Bce sull’andamento del costo del denaro nell’Eurozona.

Nel mese di novembre, le famiglie in rosso hanno pagato un tasso annuale pari al 9,08% (in calo di 0,08 punti sul precedente mese). Le imprese hanno pagato il 4,12% ( in calo di 0,06 punti sul mese precedente).

Nonostante i ribassi, si amplia lo spread sullo scoperto tra quanto pagato dalle famiglie e quanto pagato dalle imprese.

A novembre 2008, il rosso costava alla famiglie il 10,78%, alle imprese il 6,66%, nei fatti le prime pagavano il 4,12% in piu’. Un anno dopo lo spread e’ salito al 4,96%.

Secondo il rapporto, la ripresa del mercato del credito alle famiglie sconterà tempi lunghi, con ritmi di crescita decisamente più contenuti rispetto a quelli a cui era stato abituato nel periodo pre-crisi.

Le previsioni dicono che:

– gli stock complessivi di finanziamenti in essere alle famiglie cresceranno del 3,1% nel 2010 e del 3,9% nel 2011

– il credito al consumo crescerà del 3,5% nel 2010 e del 5,1% nel 2011

– i mutui immobiliari riprenderanno più lentamente del credito al consumo, con i prestiti per l’acquisto di abitazioni che cresceranno del 3,2% nel 2010 e del 4% nel 2011.

Le forti difficoltà del momento per le famiglie italiane sono state sottolineate anche dall’Osservatorio Regionale sul costo del credito realizzato da Caritas Italiana,la situazione odierna descritta nel rapporto vede circa un quarto delle famiglie italiane impegnare intorno al 30% del reddito mensile per pagare il mutuo. La previsione, invece, è che una famiglia su quattro, fra quelle che nel 2010 acquisteranno casa, è destinata a ritrovarsi a rischio povertà. Percentuale che sale al 37% (più di una famiglia su tre) considerando le famiglie che il prossimo anno prevedono di abbandonare l’affitto e comprar casa stipulando un contratto di mutuo.

Mercoledí 13.01.2010 09:36 www.affaritaliani.it

di Silvio Ceci