Assegno unico. Caltabiano: “A due anni dalla sua introduzione restano luci e ombre. Il problema dell’Isee”

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    “Nei primi due anni di applicazione la misura ha aiutato e sta aiutando molte famiglie fragili ad arrivare a fine mese. Ma se il governo non mette mano ai meccanismi di calcolo dell’Isee cui l’Auu è agganciato adesso rischia di mettere in difficoltà quelle stesse famiglie, che non potranno più godere di altre provvidenze”, dice al Sir il presidente dell’Anf

    Sta per compiere due anni di vita l’Assegno unico e universale (Auu), introdotto nel marzo del 2022. Un passo importante a sostegno delle famiglie, eppure non mancano problemi, come sottolinea al Sir Alfredo Caltabiano, presidente nazionale dell’Associazione nazionale famiglie numerose (Anfn): “Nei primi due anni di applicazione l’Assegno unico universale ha aiutato e sta aiutando molte famiglie fragili ad arrivare a fine mese. Ma se il governo non mette mano ai meccanismi di calcolo dell’Isee cui l’Auu è agganciato adesso rischia di mettere in difficoltà quelle stesse famiglie, che non potranno più godere di altre provvidenze”.

    Ci spieghi, presidente…

    È necessaria una premessa. Nell’Assegno unico e universale il legislatore ha accorpato una serie di benefici fino ad allora destinati alle famiglie: il premio alla nascita (il cosiddetto bonus mamma), l’assegno di natalità (il cosiddetto bonus bebè), l’assegno per il nucleo familiare di natura previdenziale (Anf) dove sono presenti figli minori, l’assegno comunale per tre figli minori, infine le detrazioni per i figli a carico al di sotto dei 21 anni. Detrazioni che invece permangono per gli over 21. Questi elementi, già in passato, entravano nel calcolo della componente reddituale dell’Isee, in ragione del regolamento adottato con il Dpcm 159/2013.

    Continua a leggere l’articolo completo su agensir.it di Gigliola Alfaro