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ANFN al mondo associativo e politico: “Fare figli non può essere un...

ANFN al mondo associativo e politico: “Fare figli non può essere un privilegio da ricchi”

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ANFN al Convegno ” Il rapporto delle istituzioni con il mondo associativo” tenuto a Roma il 20 novembre a Roma alla presenza del
Sen. Mario Baccini, vicepresidente del Senato. Il convegno, che ha coinvolto presidenti di associazioni ed enti morali, é stato occasione per presentare la nostra Associazione, i suoi scopi e i suoi progetti. Riportiamo il testo dell’intervento di Stefano Lipparini.

Ill.mo Presidente, ill.mi Senatori,
gent.mi sigg.re e sigg.ri presenti,
cara Alessandra,

Vi ringrazio dell’opportunità di partecipare a questo importante convegno che avete concesso all’Associazione Nazionale Famiglie Numerose –ANFN- in cui rivesto l’incarico di Responsabile Tariffe e Rapporti con gli Enti Locali e che in questa sede rappresento assieme a mia moglie Alessandra Sarti.

Vi porto i saluti dei nostri Presidente Mario ed Egle Sberna, che non sono potuti essere presenti, e dell’intero Consiglio Nazionale.

La nostra Associazione è nata 3 anni fa e riunisce famiglie composte da almeno 6 persone, generalmente dai genitori e da almeno 4 figli; tuttavia è aperta anche all’adesione, con titolo di soci sostenitori, di nuclei famigliari meno numerosi e di singole persone che condividono i principi del nostro Statuto e della nostra Carta dei Valori. Le adesioni sono in crescita progressiva. Attualmente abbiamo superato i 4.000 nuclei famigliari e le 30.000 persone. Siamo presenti in tutte le Regioni italiane e nel 95% delle Province.

L’Associazione aderisce al Forum delle Associazioni Familiari italiane ed all’ELFAC, European Large Families Confederation.

All’interno dell’Associazione le cariche sono assunte “a famiglia” ed esercitate dai genitori: per questo è qui, presente con me mia moglie Alessandra madre dei nostri 4 figli ed in attesa della nostra quintogenita. L’Associazione si rivolge a tutti coloro che vogliono accogliere ed allevare bambini nonostante tutte le difficoltà presenti nella società italiana odierna nella piena consapevolezza che i bambini rappresentano il futuro di ogni comunità, quindi anche di quella italiana; anzi l’Associazione si pone proprio l’obiettivo di lavorare per rimuovere tutti gli ostacoli alla volontà di procreazione delle persone.

Parlare oggi del rapporto tra Istituzioni e mondo associativo è molto difficile, soprattutto se il riferimento sono quelle realtà associative, come la nostra, che si rivolgono alla famiglia, prima cellula di ogni comunità, elemento fondante di aggregazioni più complesse come quelle istituzionali.

Oggi le persone italiane trovano una maggiore gratificazione ma anche maggior rifugio e protezione nel partecipare alla vita delle associazioni e degli enti morali piuttosto che nel partecipare alla vita delle istituzioni e delle componenti politiche che in esse sono insediate. Questa è la conseguenza di una grave crisi della politica che investe le istituzioni e si riverbera sulle famiglie e sulle persone del nostro Paese. La politica italiana odierna presenta croniche difficoltà ad ascoltare ed interpretare le istanze essenziali degli individui come, ad esempio, quella di crearsi una famiglia per dare un futuro a sè, alle proprie speranze, ma anche al Paese.

Dalla situazione di grave stallo delle istituzioni consegue la palese difficoltà a dare risposte concrete e tempestive alle istanze della gente mediante adeguate leggi ed attuazione di reali politiche sociali e famigliari; anche quello di effettiva rappresentanza del popolo (riforma elettorale) è un grave problema, non più rinviabile.

Appena un mese fa, il 17 ottobre u.s., una nostra delegazione è stata ricevuta dal Senatore a vita Giulio Andreotti ed è ancora vivo in noi il suo racconto del percorso che ha portato alla formulazione degli art. 29 e 31 della nostra Costituzione, due articoli in cui si trovò una forte convergenza delle forze politiche più popolari di quell’epoca e che si fecero promotrici di azioni politiche e di governo che traghettarono l’Italia fuori dal periodo oscuro conseguente al regime fascista ed al grande dramma della seconda guerra mondiale. I primi governi nazionali di quel tempo posero al centro della loro azione politica i bisogni delle persone e delle loro famiglie, aprendo le strade della concordia, della solidarietà nazionale, della collaborazione e dello sviluppo che poi hanno consentito all’Italia di crescere e di diventare uno dei paesi più evoluti e civili al mondo.

I Padri Costituenti furono grandi interpreti delle esigenze del loro tempo e seppero orientare le Istituzioni Repubblicane a questo servizio. Ora invece, a nostro modesto avviso, non è più così ed è necessario un forte rinnovamento delle Istituzioni almeno per le componenti che non rispondono più ai bisogni della gente; la grande responsabilità di chi occupa ruoli istituzionali è quella di anticipare e guidare i necessari cambiamenti con il comportamento del “buon padre di famiglia” attento ai bisogni dei suoi figli, in particolare di quelli più piccoli indifesi e deboli. Sentiamo il bisogno di una nuova fase costituente o meglio di una fase di rinnovo delle istituzioni repubblicane attraverso l’ascolto e la lettura dei bisogni degli italiani, a partire da quelli che hanno minor voce: i bambini, gli anziani, i diversamente abili, gli immigrati, le persone meno abbienti.

Questo serve per evitare il declino nazionale e per far ripartire l’Italia e gli italiani.

Per noi ad esempio non è ammissibile che la grande novità storica di quest’anno, il Family Day, che ha portato in piazza e sensibilizzato milioni di persone di ogni età e posizione sociale, non abbia trovato un riscontro sostanziale nelle recenti azioni sia del Governo che della sua opposizione.

Chi ci governa oggi, la coalizione di centro-sinistra, ha senz’altro il merito di avere riproposto con decisione al centro dell’attenzione politica grandi temi come quelli della Famiglia, delle Imprese, della Solidarietà, dell’Ambiente, della Previdenza e tanti altri ancora, ma l’obsoleta struttura delle Istituzioni non gli ha consentito, almeno finora, di attuare azioni concrete mettendo pure in discussione la fiducia nell’indispensabile rapporto tra Stato e cittadini. Per restare nel nostro esempio, non ci pare accettabile che dopo il Family Day e la Conferenza Nazionale della Famiglia di Firenze il Forum delle Associazioni Famigliari sia stato ascoltato dal Senato per formulare proposte che arrivano dai propri associati (milioni di persone) solo il 24 ottobre u.s., una volta spirato il termine per presentare emendamenti alla bozza di “Finanziaria per il 2008” .

Riteniamo pure che la coalizione di centro-destra, in forza del ragguardevole consenso elettorale ottenuto, abbia una grande spinta propulsiva per stimolare una positiva competizione finalizzata all’affermazione delle migliori politiche per il bene comune, per il benessere delle persone. Se ne deve tenere conto.

Gli strumenti istituzionali troppo vecchi e burocraticizzati, lasciano eccessivo spazio alla litigiosità ed al “non decisionismo”, assicurano funzionalità solo per motivi di emergenza nazionale. Non è ammissibile, per ulteriore esempio, che il Ministro della Famiglia, on Rosy Bindi, debba dichiararsi “insoddisfattissima” delle risposte che il Governo dà alle famiglie con la Legge Finanziaria per il 2008; cosa dovrebbero dire allora le famiglie con figli che vedono calare il loro potere d’acquisto ed avvicinarsi lo spettro della povertà ? Anche all’interno del Senato abbiamo parlamentari, fra tutti citiamo il sen. Luigi Bobba ed il sen. Luca Marconi che ci hanno realmente dimostrato di voler realizzare azioni concrete per le famiglie, ma che alla prova dei fatti si sono trovati scoperti impotenti rispetto ai limiti degli strumenti istituzionali che non aiutano neppure la trasversalità.

Oggi più che mai è necessario che i politici – rappresentanti del popolo – che siedono nelle istituzioni sappiano rinnovarle ed aggiornarle per renderle adeguate a quel che chiede il Paese, per evitare che la situazione diventi ancor più difficile ed irreversibile.

Nella realtà, infatti, assistiamo ad una grande frammentazione del contesto sociale che mette in grave crisi e difficoltà le famiglie ed il sistema relazionale tra le persone e le varie generazioni (figli-genitori, genitori-anziani) con diffusa insofferenza, anche in altri contesti diversi dalla famiglia come quello del lavoro, a farsi carico delle difficoltà altrui.

Inoltre l’Italia che, a differenza di molti altri Stati europei non ha avuto una storia coloniale, presenta gravi difficoltà a gestire con spirito di accoglienza, rispetto e fiducia negli stranieri gli inevitabili flussi migratori che la globalizzazione porta con sé.

La conseguenza è che si smarrisce la fiducia nella vita, nel futuro e con scelte di vita obbligate o indotte dal pessimismo si perde la speranza, ci si nasconde nell’individualismo e nell’egoismo e non si fanno figli, la vera risorsa umana che consente di pensare e sognare quello che non si può avere: la prosecuzione e la trasmissione della Vita ed il trasferimento di quei valori che rappresentano il vero bene comune e consentono alle persone di stare bene, di realizzarsi.

Non a caso l’Italia è agli ultimissimi posti nel mondo ed all’ultimo in Europa per tasso di natalità ed il problema nazionale è quello dell’invecchiamento della popolazione. Gli italiani non fanno più figli e il drastico calo delle famiglie numerose negli ultimi decenni (passate dai 2.000.000 del 1961 alle 180.000 odierne), nonostante i flussi migratori e la crescita numerica della popolazione per via del miglioramento delle condizioni di vita, ne sono una conferma. Generare figli in Italia è costoso e per di più si è penalizzati da un sistema politico, amministrativo e fiscale che non aiuta di certo a mettere al mondo nuove creature, a crescerle, dando un futuro al Paese ed alla sua identità nazionale.

Noi dell’ANFN abbiamo posto in evidenza una serie di iniquità che gravano sulle famiglie con figli, conseguenza della cronica carenza di politiche famigliari, ed abbiamo chiesto che vengano rimosse nell’interesse dei bambini e quindi di tutti. Si parte da fattori di fondamentale importanza come il lavoro (l’elevata precarizzazione ed il tardivo avvio al lavoro dei giovani non aiuta certo la costituzione di nuove famiglie) la casa (non è possibile fare famiglia senza una dimora, ma spesso il livello dei costi delle abitazioni, dei finanziamenti e degli affitti, allontana i giovani dagli anni migliori per metter su famiglia e procreare figli), la catena generazionale (ossia quel legame di solidarietà tra famigliari che li porta ad accettare senza se e senza ma nuove vite, a sobbarcarsi le difficoltà di ogni giorno e di ogni età ad amare la vita dei propri cari fino a quando la stessa vita non decide di andarsene da sola) fino ad arrivare a piccole cose di tutti i giorni come quelle che riguardano le spese essenziali per vivere, in alcuni casi per sopravvivere.

Proprio in questi giorni abbiamo indirizzato al Capo dello Stato, Presidente Giulio Napolitano, un ricorso contro le tariffe dell’energia elettrica fissate recentemente dall’Autorità dell’Energia Elettrica e per il gas. Si tratta di tariffe gravemente penalizzanti nei confronti di chi accoglie figli perché non tengono in considerazione che i maggiori consumi delle Famiglie Numerose, che determinano la necessità di maggiori dotazioni di potenza impegnata ed il passaggio a scaglioni più costosi, è dovuto al semplice fatto che in certi momenti della giornata, propria per la numerosità, si hanno più elettrodomestici e lampadine accese, non per sfizio, ma per assicurare che siano soddisfatte le esigenze vitali della famiglia (lavatrice, asciugacapelli, tv, computer, ecc.). Applicando tariffe che non tengono conto dei consumi pro-capite non viene rispettata la pari dignità dei cittadini prevista dall’art. 3 della Costituzione e, per chi si impegna oltre che per se anche per i figli-cittadini da allevare, c’è la sorpresa di un costo pro-capite più elevato. Significa fare a pezzi anche l’art. 31 della nostra Costituzione che prevede esplicitamente un “particolare riguardo verso le famiglie numerose”.

Questo in un paese civile non dovrebbe accadere.

Pare quasi che chi ha più figli debba pagare di più e non che gli debba essere riconosciuto il fatto socialmente rilevante di essersi accollato il peso di allevare figli, risorsa umana per il futuro del Paese.

Generare figli non può essere un privilegio dei ricchi.

Proprio in materia di tariffe energetiche sembra che le famiglie debbano essere messe in competizione con le imprese. Ma come faranno in futuro le imprese italiane senza risorse umane, che sono proprio il frutto più bello delle famiglie ? Forse le prenderanno dall’estero, ma la nostra cultura ed identità nazionale che fine faranno? Siamo poi sicuri che nessun imprenditore non resista alla tentazione di dominare gli stranieri lontani dai loro affetti propri per essere venuti in Italia a lavorare e produrre ?

E’ per questo che vorremmo confrontarci anche con i vertici di Confindustria.

Anche il sistema fiscale in Italia è gravemente penalizzante al punto che, leggendo attentamente l’art. 53 della nostra Costituzione, sulla progressività dell’imposizione fiscale e sulla capacità contributiva, guardando alle entrate di genitori qualsiasi (che servono a mantenere se stessi e le persone a carico come i figli), e quantificando l’importo delle imposte versate, viene da domandarsi se lo Stato sia consapevole del fatto che vengono prelevate somme che, soprattutto per impiegati, operai e pensionati dovrebbero essere destinate all’acquisto di beni essenziali alla vita dei contribuenti e dei loro famigliari a carico.

Non sembra vero: prima si pagano le tasse e poi si provvede al sostentamento dei famigliari a carico ! E’ un’anomalia tutta italiana che fra l’altro induce al lavoro nero ed all’evasione fiscale. Alimenta inoltre l’assistenzialismo che mettere duramente alla prova la dignità delle persone meno abbienti.

Proprio in questa materia il Forum delle Associazioni Famigliari Italiane, sta raccogliendo firme per una petizione popolare che intende modificare il sistema fiscale italiano, noi la sosteniamo. Inoltre, noi delle Famiglie Numerose stiamo seriamente pensando di promuovere un ricorso sulla presunta anticostituzionalità delle Addizionali Regionali e Comunali dell’Irpef, vere imposte che senza tenere conto dei carichi famigliari, si addizionano a quelle tipiche dell’iniquo sistema fiscale italiano, giustificate solamente da un federalismo fiscale che ancora non esiste.

Ed abbiamo altre iniziative in cantiere visto che le iniquità e le vessazioni che subiamo quotidianamente e che abbiamo posto all’attenzione delle istituzioni restano come nulla fosse ed i nostri lamenti sono a tutt’oggi inascoltati.

Anche la Chiesa Cattolica, fortemente radicata nel territorio dello Stato Italiano, se ne è resa conto e non manca di lanciare i propri moniti a difesa delle Persone, delle loro Famiglie, della loro Vita. Pur essendo portatrice di una Verità rivelata, il Mistero di Cristo, non crediamo che la Chiesa Cattolica intervenga solamente per fare proseliti; il problema è che l’esistenza umana non si compie nella sua pienezza se viene a mancare l’amore per la Vita e per la Famiglia che è il primo contesto in cui le persone si incontrano e riscoprono la gioia e la bellezza proprie dell’esistenza umana stessa, in ogni parte del mondo.

Noi vogliamo dare il nostro contributo affinché la situazione italiana, con l’aiuto delle Istituzioni, cambi e si ritrovi fiducia nelle persone e nei bambini; si tratta di un cambiamento difficile ma necessario, che oltre tutto porta con sé tanta gioia e felicità. È questa comunque la fortunata testimonianza che le Famiglie Numerose vogliono dare: dove c’è amore per la Vita c’è speranza e la festa è grande ed è per tutti.

Ne organizzeremo una speciale a Roma dal 24 a 30 agosto prossimi per tutte le famiglie numerose europee e quanti si vorranno unire.

Vi invitiamo fin d’ora tutti quanti ad essere nostri graditi ospiti.

Grazie dell’attenzione.

Dott. Stefano Lipparini
ANFN – Direttore Tariffe e Rapporto Enti Locali