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Adescamento via web, una campagna nelle scuole per combatterlo

Adescamento via web, una campagna nelle scuole per combatterlo

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IL PROGETTO «PER UN WEB SICURO»
Allarme adescamento su Internet:
«Cresce violenza informatica su minori»
La polizia postale: i pedofili approfittano dei profili
di ragazzini sui social network. Campagne nelle scuole

ROMA – È il «grooming»il fenomeno che sta prendendo sempre più piede sul web. L’adescamento e gli abusi di minori sulla rete coinvolge ragazzi sotto i 18 anni. Un’inversione di tendenza rispetto al passato, anche perché obbliga le forze dell’ordine a rivedere strategie e programmi antipedofilia: i minorenni non sono solo vittime, ma anche responsabili di violenze informatiche. È uno dei temi esaminati mercoledì mattina al Viminale durante la presentazione del progetto «Per un web sicuro» promosso dal Moige, il movimento dei genitori, e la polizia postale.

«ADESCATORI SU SOCIAL NETWORK» – «Gli abusi – sottolinea il direttore del Servizio di polizia postale e delle comunicazioni, Antonio Apruzzese – rappresentano tra i rischi maggiori del web e le vittime appartengono a fasce sempre più basse d’età: tra i 10 ed i 12 anni. I profili sui social network vengono seguiti dagli adescatori che studiano i gusti e i punti deboli degli utenti di Facebook, e si presentano con un approccio personalizzato al loro obiettivo».

LA RICERCA – Dalla ricerca di Swg, commissionata dal Moige, ogni giorno 7 minorenni su 10 navigano in rete, in media per 52 minuti (mezz’ora fra i sei e i sette anni, un’ora e mezzo fra i 10 e i 13). Sei genitori sui dieci sono preoccupati dal rapporto figli-web. Per la pedofilia (44%), gli incontri pericolosi (39%), la pornografia (35%) e la perdita di contatto con la realtà (35%). D’altra parte i dati delle indagini contro la pedofilia online confermano i timori di tutti: da gennaio a settembre 2011 sono state arrestate 39 persone e altre 685 denunciate, con 16,142 monitoraggi e 554 perquisizioni. «I ragazzi hanno molta dimestichezza con la rete – aggiunge Maria Rita Munizzi, presidente del Moige – ma ciò non significa che conoscano bene anche i rischi che possono derivare da un uso non corretto di internet, Per questo è necessario il ruolo di controllo dei genitori».

CAMPAGNA NELLE SCUOLE – La campagna presentata mercoledì coinvolgerà 30 scuole medie in cinque regioni (Lazio, Lombardia, Piemonte, Campania e Puglia), con 10 mila studenti e 21 mila persone fra docenti e genitori: Il progetto prevede incontri nel corso dei quali operatori discuteranno con i ragazzi le tematiche relative ad internet ed al suo corretto utilizzo. Il tour parte giovedì 27 ottobre dalla Capitale dove rimarrà fino al 10 novembre. «Come madre ho sempre uno sguardo attento al web, controllando la navigazione dei miei figli e soprattutto parlando con loro. Sulla rete noi genitori siamo dei principianti e i nostri figli dei fuoriclasse, anche noi dobbiamo imparare per non restare indietro», conclude Milly Carlucci, testimonial dell’iniziativa. E infatti, sempre dall’indagine del Moige, emerge come sei genitori su 10 si limitino a parlare genericamente dell’argomento web con i propri figli, quattro navigano con loro (ma solo il 28,1% se i figli hanno 15-16 anni) e solo tre (33,3%) condividono la scelta dei siti da visitare. Il 40% controlla periodicamente i siti visitati e le attività online, mentre pochissimi, solo 8 genitori su 100 (7,8%), utilizzano le funzioni di Parental Control (controllo da parte dei genitori) messe a disposizione dai software di sicurezza.

Rinaldo Frignani

http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/11_ottobre_26/web-sicuro-corsi-polizia-postale-frignani-1901955246921.shtml

Vedi anche http://www.poliziadistato.it/articolo/view/24091/