Vi racconto la personale esperienza di partecipazine alla veglia delle “Sentinelle in piedi” del 23 maggio scorso in P.za San Silvestro a Roma.
Sabato pomeriggio tiepido e assolato, arrivo in piazza e apparente tranquillità. Un po di Carabinieri, ma nel centro storico, vicino a tanti luoghi sensibili, è normale, non ci si fa caso. Piano piano ci si aggrega, ci si riconosce perchè tutti portiamo in mano o sottobraccio un libro. Ci sono gli organizzatori che preparano un semplicissimo manifesto. Ci si dispone a due metri l’uno dall’altro, col megafono vengono indicate le motivazioni della veglia: La difesa della famiglia fondata sull’unione di un uomo ed una donna e il netto no all’utero in affitto e alla legge Scalfarotto che mina la libertà di espressione”
Siamo circa 200 persone, un bel vedere.
Curiosi che guardano e chiedono, altri ragazzi con magliette delle associazioni Lgbt, seduti per terra, fingono di leggere e cantano sfottò per disturbare, sotto lo sguardo attento degli agenti che li circondano.
Poi, in un attimo, arriva urlando un gruppetto di ragazzi e ragazze sempre delle associazioni lgbt, che inveiscono contro di noi, al grido di “fascisti”, “pezzi di …”, e tutto il campionario che ne segue. Noi composti non reagiamo.
Gli agenti cercano di circoscriverli e allontanarli, ma loro spingono, urlano offendono volendo impedire una manifestazione libera ed autorizzata senza aver nessun autorizzazione a farlo. Qualcuno strappa uno dei loro cartelli. Sono proprio davanti a me. La mia impressione: tutto organizzato da loro stessi per passare dalla parte delle vittime.
Tutti giovani, invasati, violenti nelle parole e nei fatti. La loro giovanile bellezza sfigurata dalla violenza dei loro gesti. La loro intelligenza sfigurata dalle parole fuori luogo. Tutto questo per paura del silenzio!
Giorgio Calarco