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FAMIGLIA E TELEVISIONE, COLLABORARE E’POSSIBILE

FAMIGLIA E TELEVISIONE, COLLABORARE E’POSSIBILE

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“La televisione è come l’acqua, dove trova un buco, ci si infila”: la definizione ci viene da Federico Di Chio, papà di 6 figli, un settimo in arrivo e responsabile marketing di Mediaset. Insomma, uno che se ne intende: d’altra parte anche Stefano D’Alatri, il regista autore del film cult “CASO MAI”, nonché futuro presidente della giuria del Fiuggi Family Festival che ospiterà l’Assemblea dell’Associazione Nazionale famigllie Numerose dal 25 al 27 luglio, aveva affermato all’apertura dei lavori della tavola rotonda su FAMIGLIA E TELEVISIONE: la tv riempie un vuoto …
Il vuoto causato dalla scomparsa dei nonni, secondo d’Alatri, che una volta ” intrattenevano i bambini raccontando loro favole e storie di famiglia, rafforzando la loro identità e rendendoli consapevoli delle loro radici”, oppure il vuoto causato dall’assenza (o distrazione?) dei genitori, della comunità, degli spazi in cui giocare… dei fratelli?
Un tema interessante, questo, scaturito dall’incontro di due realtà che nel tempo non hanno avuto buoni rapporti: da una parte il mondo della tv, di chi fa e organizza i palinsesti, o almeno la parte aperta al dialogo e decisa a mettersi in gioco per migliorare la qualità del suo prodotto. Dall’altra i rappresentanti delle famiglie, riuniti nelle oltre 50 associazioni del forum delle Associazioni familairi a rappresentanza di ben 4 milioni di nuclei familiari, che per una volta hanno deciso di deporre le armi per aprire un dialogo costruttivo con coloro che queil “vuoto” lo riempiono ogni giorno.
Si sono trovati quindi a discutere apertamente con i rappresentanti del Forum, tra cui la nostra responsabile della Comunicazione, le signore della Federcasalinghe, il Forum della Toscana, Acli, Movimento della Vita, Ass. Padri Separati Cristiani, Jaime Ondarza, ad Turner Italia; Federico di Chio, direttore operativo Tv digitale Mediaset; Gianfranco Noferi, direttore RaiSat ragazzi, Luca Milano, Raifiction, e Maria Mussi Bollini, capostruttura bambini/ragazzi e coordinatrice cartoni Rai Tre, sapientemente riuniti dal grande tessitore della comunicazione che é Gianni Astrei,socio ANFN, vicepresidente del MPV, inventore e presidente del Fiuggi Family Festival.
Nell’incontro abbiamo imparato come i dati Auditel influiscano fortemente sulle decisioni del marketing che ormai incide per almeno l’80% sulle scelte di produzione e di trasmissione: ma agli stessi operatori, i freddi dati non bastano più. Aumenta il numero dei canali, cresce la concorrenza, è arrivato internet e si sente ormai sempre più forte, almeno tra i produttori presenti in sala, l’esigenza di avere una risposta più diretta dalla gente, per fare scelte anche coraggiose, per un ritorno alla qualità, a un prodotto che i nostri figli, ma anche noi adulti, possiamo considerare “sicuro”, “buono”.
Jaime Ondarza (Cartoon network, Boomerang e Boing tv) , ha definito rassicurante la presenza di D’Alatri nell’ambito di un discorso così complesso come quello del rapporto tra famiglia e tv e ha rivolto un preciso appello/sfida ai rappresentanti delle Associazioni familiari: La tv – ha detto Ondarza è di fatto un modello culturale per l’educazione, e stabilisce continuamente dei modelli. Per questo chiedo alle famiglie di continuare sempre e comunque a pungolarci, per mettere a punto insieme un’offerta televisiva sempre migliore”. Marcello Giuseppe Ciannamea, vice direttore marketing della Rai ha evidenziato l’importanza della “visione condivisa”. “Oltre il 50% della fruizione televisiva – ha spiegato – avviene in modalità di visione condivisa tra almeno due componenti della famiglia. Questo è un dato importante, che crea un corto circuito tra televisione e rapporti familiari. La famiglia guarda la televisione per stare insieme, divertirsi e interagire. Spero che il mondo dell’associazionismo familiare ci aiuti, attraverso le loro esperienze, a declinare nel migliore dei modi questi tre elementi in un’offerta televisiva di qualità”. Decisamente più incisivo e autocritico, invece, l´intervento di Maria Mussi Bollini, capostruttura bambini/ragazzi e coordinamento cartoni Rai Tre: “Siamo noi i primi irresponsabili – ha detto – Il problema è grave e si continua a non parlarne – ha detto – Noi abbiamo un’enorme responsabilità ma evidentemente non ce la assumiamo fino in fondo. Denuncio la mancanza di cultura dell’infanzia nella società di oggi, tanto in televisione quanto in famiglia. Le stesse famiglie spesso non aiutano i ragazzi o i bambini nella scelta dei programmi. Ognuno si fa le proprie fantasie, ma in realtà il vero problema è una sreia cultura dell´informazione che nel nostro Paese non c´è. Se io genitore avessi nell´offerta tv più film per ragazzi, non averi nessun problema a censurare film come `Vacanze di Natale´”. Dello stesso avviso anche Gianfranco Noferi, direttore di RaiSat Ragazzi e responsabile di Rai Gulp: “La soglia si sta abbassando, i cartoni animati vengono sostituiti dai seriali già a partire dalle fasce d´età dei sette anni”. Noferi auspica una “collaborazione tra chi fa tv e le associazioni familiari per realizzare insieme prodotti più adatti e più mirati. I bisogni delle famiglie, che sono per noi i principali azionisti – ha ribadito Noferi – sono per noi fondamentali”.
E’ bello pensare che finalmente le famiglie possono diventare protagoniste delle scelte televisve, non solo passivi “bevitori” di tutta l’acqua (spesso sporca) che passa mamma tv. La possibilità di scelta c’è, ce la dà quel segno del potere che è il telecomando: si tratta di imparare a utilizzarlo al meglio.
Come? Con più informazione sui programmi (che è stata richiesta agli esperti presenti), e magari con l’istituzione di un osservatorio sulla tv che il Forum ha allo studio da tempo o di vero e proprio QUALITATEL, una specie di auditel sulla qualità come esiste in altri paesi, che ci aiuti ad orientare la stessa programmazione, sostenendo chi, all’interno della tv, si sforza di fare BUONA televisione.
La tavola rotonda del 21 aprile è solo un primo passo, uno dei buoni frutti nati dall’albero del Fiuggi Family Festival.Il prossimo appuntamento aprirà la discussione anche ad altri campi come Videogiochi, Internet e cellulari, con lo stesso ambizioso progetto di avvicinare due mondi (quello dei media e quello della famiglia) che devono imparare a rispettarsi e a collaborare.”Noi vogliamo dare a chi fa televisione informazioni calde, qualcosa in più di un semplice focus group, stabilire regole per un linguaggio comune ed elaborare progetti da realizzare insieme. Nella prima edizione del FFF abbiamo verificato che è possibile collaborare. Televisione e famiglia sono due mondi per forza di cose destinati a parlarsi”. Ha affermato insieme a Gianni Astrei Davide Piersanti, direttore artistico del FFF.
Ormai è chiaro: anche in campo culturale e mediatico le famiglie devono fare lo sforzo di superare la passività e prendere l’iniziativa. Anche solo facendo valere il peso dei propri numeri, perchè cambiare è possibile ma… come diceva qualcuno… le battaglie perse sono solo quelle non combattute.