Nel 2008 Anfn ha organizzato a Roma il convegno” un Figlio, un voto”, con il quale accendere i riflettori su un’importante fetta della popolazione a oggi esclusa dal diritto di rappresentanza politica: i minori. Esclusi dal suffragio universale, i ragazzi sotto i 18 anni sono i cittadini “invisibili” i cui diritti vengono troppo spesso calpestati in favore di altri gruppi, più numerosi e politicamente più “interessanti”. Il convegno di Roma aveva dimostrato che le basi filosofiche per estendere il diritto alla rappresentanza politica ci sono tutte grazie a figure come Antonio Rosmini, che la prevedeva già nel XIX secolo, insieme al voto alle donne. I dubbi sulla fattibilità concreta invece sarebbero risolti attraverso una delega ai genitori (almeno fino a una età, da stabilire, del minore).
Manca però la volontà politica di affrontare la questione, che è prima di tutto un tema di equità e di diritti.
L’argomento, “toccato” spesso dalle grandi democrazie (Germania in testa), è al centro di un vivace dibattito internazionale e l’abbassamento del diritto di voto a 16 anni è ormai realtà in diversi paesi del mondo, ma c’è ancora grande diffidenza sul tema.
Eppure c’è una cittadina polacca, membro del Network dei Comuni family friendly, comune gemellato del Festival “Per un futuro migliore” organizzato da Elfac, dove anche i neonati possono votare. Si tratta di Gdynia, città di circa 250.000 abitanti affacciata sul mare del Nord, a due passi da Danzica. Qui ogni anno il 5% del bilancio comunale viene riservato a progetti e iniziative proposte dai cittadini, associazioni, scuole, adulti e bambini, in gruppo o singolarmente. La prassi, già in sè ammirevole, non è però una prerogativa di Gdynia: tutte le città polacche, per legge, sono tenute e devolvere una parte del loro bilancio per questo “budget participativo” che rappresenta una buona pratica di democrazia, inclusione e partecipazione.
Ma Gdynia fa qualche cosa in più: alla votazione per decidere quali progetti finanziare partecipa tutta la popolazione, ma proprio tutta, neonati compresi. Naturalmente, spiegano i funzionari, per i neonati votano i genitori e solo quando i bambini lo richiedono (ma già a partire dai 4-5 anni) e sono in rado di esprimere la loro opinione il diritto di voto passa nelle loro mani.
Questa buona pratica è stata presentata da Gdynia durante il workshop del “Festival for a better future” tenutosi al Parco di Capo Conte, ad Alghero, davanti a una nutrita platea di sindaci e amministratori, tutti conquistati dall’idea di coinvolgere la popolazione in maniera così importante nelle decisioni concrete che la riguardano: la costruzione di un parco, di un’area giochi, di una pista ciclabile. A Gdynia è una realtà consolidata da circa 10 anni di esperienza, un esempio di come le famiglie possono davvero contare nella comunità.