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un dono senza prezzo

un dono senza prezzo

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Molto tempo fa, prima che esistesse l’abbondanza di consumismo che conosciamo, la sapienza popolare considerava la nascita di un bimbo come un dono senza prezzo.
Oggi una gravidanza viene spesso considerata come una vera e propria catastrofe. Molta gente preferirebbe la nascita di un vitellino a quella di un bambino. Il vitello è utile, si fa di tutto per farlo nascere; un bambino non sempre è utile e dunque si fa di tutto per non farlo nascere: dal contraccettivo, alla sterilizzazione volontaria, all’aborto.
I bambini oggi non sono i benvenuti: se insistono nel voler venire al mondo, è legalmente consentito sradicarli dall’utero fin dal concepimento. Come siamo riusciti ad arrivare a tanto? In parte la risposta viene dalla nostra storia recente: nel corso degli ultimi decenni, ci siamo trasformati in solidi materialisti.
Tutto è diventato mercato, moneta, commercio. Il vitello è diventato d’oro e al soldo ci siamo convertiti facilmente. I nostri pensieri girano attorno a numeri: di bancomat, di crediti e debiti, di rate, di bollette, di scontrini. Ci siamo fatti i calli sulle mani a forza di contare tanto denaro. Anche i pochi bambini cui permettiamo di nascere, bontà nostra, sono frutto di calcoli: con certosina precisione, decidiamo in anticipo quando, come, dove, se. Non sembrano figli dell’amore, sembrano figli dei conti. Adesso no, è presto, più avanti forse; prima la casa, il lavoro, le ferie; e quanto lavoro ci daranno quando nasceranno? Quanto tempo ci faranno perdere (il tempo è denaro!); Quanto bene dovremo (potremo) dargli? Quanto guadagneremo con la loro nascita, cioè quanto ci saranno utili?
La cosa stupirebbe fino ad un certo punto se, per paradosso, chi pone queste domande non fosse la stessa società che parla in continuazione di diritti umani (soprattutto nei Paesi altrui). Anzi, chi più si impegna a difendere i diritti umani (contro la pena di morte, contro la schiavitù delle donne, contro la barbarie dell’infibulazione…), più si impegna a difendere il diritto di non far nascere. Paradosso, perché il diritto alla vita è il primo e fondamentale. Se non sappiamo difendere quello, come potremo essere credibili nel difendere quegli altri? Noi che contiamo denaro, legalizziamo l’aborto e parliamo di diritti umani, al materialismo aggiungiamo null’altro che l’ipocrisia. E continuiamo a guardarci tranquillamente allo specchio, come se nulla fosse.
Mario Sberna