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Storie di affido: la Saretta

Storie di affido: la Saretta

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La Saretta è arrivata in giugno, proprio quando ero in apprensione su come spendere l’estate.
La scelta fu, come dire, quasi obbligata: mia madre avrebbe avuto un gran bisogno a casa per “tener dietro” al meglio alla piccola e al resto della famiglia ( oltre a me che ho 21 anni ci sono un fratello di 16 e una sorellina di 8 anni, più un papà che aiuta molto in casa ma che pretende un ordine e una pulizia quasi irraggiungibili!).
Saretta, (abbiamo iniziato a chiamarla così perché quando è arrivata era lunga poco più di due spanne e pesava solo 2,9 Kg), era un batuffolo di un mese e mezzo, delicato e tutto da scoprire e “rodare”, in quanto aveva una serie di disturbi salute dovuti più che altro al fatto che era prematura, necessitava di attente cure e di medicine per lo stomaco (2 o3 volte al giorno), ferro x 2, vitamine x 2, vitamine bis lunedì e giovedì, più tutta una vasta gamma di latti diversi fino trovare quello più digeribile.
L’impegno è stato da parte di tutti, tacitamente tutti hanno capito che il proprio contributo sarebbe stato necessario, ognuno ha dato con serenità il suo in base alla propria personalità e ai propri impegni.
Ho visto mia sorella (8anni) combattere con il “prurito” di una gelosia a volte incontrollabile, ma che si scioglie davanti alla Saretta che sembra aver capito di aver rubato il primato di piccola e coccolata della famiglia a mia sorella, per cui, forse involontariamente, o guidata da un istinto sconosciuto, non le nega mai gioiose risate e la scruta attenta ad ogni mossa.
Mio fratello di 16 anni si “vanta” di non essere mai in casa quando ci siamo tutti, ma di esserci quando la Sarina non è in braccio a nessuno e lui può prendersela per cinque minuti, fino alla scontato rigurgito della bimba, ribattezzata dai neo-fratelli “Galatina”.
In questo periodo ho poi trovato nei miei genitori l’icona di quello vorrei fosse il rapporto in una mia futura famiglia, una relazione che presenta si qualche momento un po’ incrinato, ma che non vuole incunearsi sulle sciocchezze che a volte possono far discutere, ma piuttosto unirsi nelle difficoltà (spesso sono prove di resistenza fisica) quotidiane, per poi gioire della calma e della condivisione del tempo serale… che bell’esempio!!!
Qui è doveroso un ringraziamento alla Saretta che diligentemente verso le dieci, al max le undici, smonta il turno della giornata e si concede (ci concede) il meritato riposo.
Sarebbe bene che ora parlassi di me, anche se di fare autocritica non ne sono capace, ciò che mi preme in questo momento in cui siamo in attesa dell’arrivo della famiglia adottiva, è pregare il Signore che tenga sempre vicino a sé la Saretta e la mia famiglia (forse non dovrei nemmeno chiederlo perché per lui è scontato) e ringraziarlo di questo dono che ci dà gratuitamente e in ogni momento un sacco di amore!

M.Grazia 18/10/09