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Sindacati: quando vi accorgerete che esistono anche le famiglie con figli?

Sindacati: quando vi accorgerete che esistono anche le famiglie con figli?

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E’ di oggi l’annuncio delle 6 proposte della CGIL contro la crisi; le proposte (condivisibili) riguardano l’occupazione, i precari, il salario e le pensioni, i mutui, gli immigrati e altri punti; ma, anche stavolta, manca ogni riferimento a quello che, culturalmente, sembra un limite insormontabile, quasi un tabù per i sindacati: la famiglia con figli.
Nel documento viene citata genericamente la famiglia (non si capisce neanche con quali proposte) e non vengono minimamente menzionati i figli.
Ma questo, purtroppo, fa parte della cultura che ha contraddistinto finora il sindacato: difendere il lavoratore come singolo individuo, non come padre di famiglia.
Tutte le rivendicazioni fatte dai sindacati tengono conto della situazione del singolo lavoratore, ma non sono mai andate oltre l’individualità, mai sono andate alla ricerca di una equità nei confronti dei lavoratori che devono mantenere dei figli.
E’ per questo che anche i sindacati devono sentirsi in parte corresponsabili della grave crisi economica che attraversano le famiglie con più figli, come evidenziato dall’ultima relazione dell’Istat sullo stato della povertà in Italia: il 27,1% delle famiglie con 3 o più figli minori, vive al di sotto della soglia di povertà relativa; nel sud, questo dato aumenta al 36,7%.
Cari sindacati, quand’è che vi accorgerete che 100 euro di aumenti salariali per due operai con la stessa qualifica, possono avere un peso diverso? 100 euro possono voler dire andare qualche volta di più in discoteca o in giro con gli amici, per il single che vive ancora in casa con i genitori, mentre invece può voler dire riuscire a malapena a pagare una piccola parte della bolletta di acqua luce e gas, per l’operaio con famiglia a carico di 3 o 4 figli.
Quand’è che capirete che se ogni licenziamento è di per sé un evento infausto, per un operaio con moglie e tanti figli a carico è una disgrazia moltiplicata per il numero dei componenti la famiglia stessa?
Oggi ho ricevuto la lettera di un nostro associato siciliano, padre di 4 figli, che ha appena perso il proprio posto di lavoro; cita la lettera: “…se infatti la perdita di un posto di lavoro è sempre traumatica, quando si ha una grossa famiglia sulle spalle penso lo sia sicuramente di più, in quanto viene a mancare l’unico sostegno a cui più persone si affidano; di conseguenza nasce anche la concreta possibilità di totale sconforto per chi subisce tale evento…”.
Cari sindacati, quand’è che nelle vostre proposte differenzierete le rivendicazioni cominciando a difendere maggiormente proprio coloro che ne hanno più bisogno: le famiglie con figli?
Quand’è che comincerete a considerare l’insegnamento del primo sindacalista che ha posto la questione della maggiore povertà dei lavoratori con figli: Ermanno Gorrieri?
A chi devono affidare la propria rappresentanza i lavoratori con figli?

Vai al link del documento della CGIL
Alfredo Caltabiano