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Per San Valentino: Il triangolo sì

Per San Valentino: Il triangolo sì

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COPPIA. LA TEORIA TRIANGOLARE DI STERNBERG

di Marco Scarmagnani

QUALI SONO GLI INGREDIENTI DI UN AMORE EQUILIBRATO?
È POSSIBILE RAGGIUNGERLO E SOPRATTUTTO MANTENERLO?
SE LO CHIEDONO DA SECOLI POETI E SCIENZIATI.

Febbraio. San Valentino. La già incantevole Verona si ammanta d’amore. Cuoricini, palloncini, cioccolatini… tutti “–ini” perché il vezzeggiativo è degli innamorati. Piazza dei Signori è un pullulare di giovani e ringiovaniti che si tengono per mano sorridenti.
I profumi dei potpourri, delle mandorle tostate, e delle salsicce, si mescolano per inebriare le differenti sensibilità, mentre gli occhi vengono rapiti da un immenso cuore di stoffa rossa steso sul selciato che copre quasi tutta la piazza; dall’elegante Torre dei Lamberti, 84 metri, 285 scalini di puro divertimento, lo si può ammirare dall’alto. Uno spettacolo.
La casa di Giulietta è lì a pochi passi. Beati loro. Ma, in fondo, che ne sanno loro dell’amore eterno, loro che con la morte hanno reso eterno un momento d’amore?
Il sentimento, almeno una volta, tutti lo provano, ma come si fa a mantenerlo? È davvero possibile o è un’illusione? E soprattutto che cos’è l’amore? Come è fatto? È possibile definirlo senza banalizzarlo e senza idealizzarlo? Ogni epoca ha dato significati differenti all’incontro tra un uomo e una donna. In principio era probabilmente soprattutto una questione di attaccamento e di sopravvivenza; poche storie, bisognava conservare la specie. Poi in alcune epoche si è data importanza agli aspetti spirituali, in altre a quelli fisici, o a quelli intellettuali.
Ma ci sono delle componenti sempre presenti? In ogni epoca e ad ogni latitudine? Robert Sternberg, studioso americano, ha provato a rispondere. Mettendo insieme una gran mole di studi psicologici ma anche letterari e filosofici, ha elaborato una interessante teoria (in Italiano si può leggere Sternberg R.J., La freccia di Cupido, Erickson, 2014) che si basa sulla maggiore o minore presenza di tre elementi fondamentali che – a detta sua – segnano universalmente l’amore umano.

E QUALI SAREBBERO QUESTI INGREDIENTI SEGRETI? Presto detto: intimità, passione, e impegno. Nulla di nuovo quindi. Nuova è casomai l’analisi approfondita del singolo elemento e la schematizzazione di come l’amore diventi parziale quando se ne tolgano uno o due.
Vediamoli innanzitutto nelle definizioni: l’intimità «si riferisce ai sentimenti di confidenza, affinità, condivisione e comune sentire responsabili dell’esperienza di unicità e calore. Questa componente determina nella coppia la tendenza a prendersi cura dell’altro, ad aprire all’altro la propria autenticità e i propri sentimenti, a considerare il rapporto con l’altro speciale e di grande valore nella propria vita».
La passione viene definita invece «uno stato di intenso desiderio di unione con un’altra persona. Riguarda gli aspetti più impulsivi che possono caratterizzare una storia d’amore: attrazione fisica, desiderio sessuale, ma anche desiderio di appartenenza». Ne ha recentemente dato un’utile definizione anche Papa Francesco, che al numero 143 dell’Amoris Laetitia scrive «Desideri, sentimenti, emozioni, quello che i classici chiamavano “passioni”, occupano un posto importante nel matrimonio». Quindi desideri, sentimenti, emozioni.
Il terzo ingrediente viene distinto in due aspetti: la “decisione” (aspetto a breve termine) è il primo passo che consiste nel decidere di amare qualcuno; l’”impegno” (aspetto a lungo termine) consiste nella perseveranza a mantenere nel tempo la relazione. I due aspetti possono essere disgiunti nel senso che si può prendere una decisione affrettata e non mantenerla, o al contrario scegliere di far durare un legame che magari hanno deciso altri.

SONO TRE INGREDIENTI ASSOLUTAMENTE INSTABILI, tant’è che lo stesso Sternberg scrive che è più difficoltoso mantenerne l’equilibrio piuttosto che raggiungerlo. Un po’ come il peso-forma.
Perché? Prendiamo ad esempio l’intimità e la passione. Da buon studioso cognitivo l’autore si preoccupa di spiegare per bene quali sono i meccanismi psicologici alla base di questi due elementi. E così scopriamo che per rinforzare l’intimità, come è ovvio che sia, abbiamo bisogno di stabilità, routinarietà, abitudine, i cosiddetti “script”, cioè sequenze regolari di comportamento. La passione, al contrario, si nutre dell’interruzione dello script. Non ci si può appassionare continuamente di una cosa sempre uguale, delle stesse azioni, fatte dalla stessa persona. La passione (sia piacevole che spiacevole) si attiva quando un comportamento viene interrotto. Una coppia vive la monotonia di una vita tutta lavoro, faccende domestiche, cura dei figli? Beh, una sorpresa, una cenetta romantica, un abbraccio, un complimento inaspettato fanno sobbalzare il cuore. Passione. Ma anche: una coppia regolarmente fa l’amore alle 15 di ogni sabato pomeriggio quando i figli sono al catechismo? Certo è rassicurante, ma la prima volta che uno si rifiuta si attivano meccanismi emotivi intensi. Passione anche quella, e attenti che a volte le litigate, i rifiuti, possono essere una modalità inconsapevole – traumatica e negativa fin che volete ma sicuramente funzionale – per riattivare l’interesse, una specie di sveglia della relazione. Non ci sono persone più unite di due lottatori, si dice.
La passione comunque, è un fatto, si attiva con un “rinforzamento intermittente”, cioè una gratificazione periodica e casuale, e si sviluppa immediatamente, a differenza dell’intimità che ha un andamento più lento.
La componente dell’impegno, infine, soffre del fatto che spesso nella coppia si ha un’idea differente di che cosa significhi “impegno” nella relazione: il matrimonio? Una promessa di fedeltà? Eterna o dipendente dalle circostanze? E con quale investimento?
E allora che possono fare le coppie che vogliono navigare in questo mare mosso? Innanzitutto gioire, perché questo mese è la loro festa. E poi gioire perché essere “felici e contenti” si può, basta, secondo Sternberg, lavorare continuamente per la manutenzione della propria relazione. Un bel giardino non è bello da solo, è bello quando lo si cura.