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Quando a casa si è in sette

Quando a casa si è in sette

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L’ADIGE

Due stipendi, ma servono sconti e offerte per arrivare a fine mese. Politiche da rivedere

Quando a casa si è in sette

A Pozza la festa delle famiglie numerose

di FRANCESCA DEGASPER
POZZA DI FASSA – Nel tendone delle feste di Pozza si sono trovate ieri trenta famiglie per un totale di duecento persone: pochi conti e si vede subito che la media dei membri di ogni nucleo familiare è vicino alle sette persone.
Stiamo parlando del raduno provinciale dell’associazione che raggruppa le famiglie numerose, al quale ha partecipato anche il vescovo Luigi Bressan , in valle per la visita pastorale. L’associazione ha raccolto finora in tutta Italia l’adesione di 4.000 famiglie con più di 6 componenti, per condividere e scambiare esperienze. Già perché le famiglie numerose esistono e rivendicano dignità.
Oggi in Italia la media dei figli è tra le più basse al mondo: solo 1,2 per donna. «Una scelta spesso imposta – denuncia l’associazione – perché manca un adeguata politica della famiglia». Gli assegni famigliari e le detrazioni sono elementi irrisori quando due genitori hanno sulle spalle una famiglia così. Tra i risultati raggiunti la convenzione con alcune case automobilistiche per avere prezzi agevolati sull’acquisto di furgoni. Il rammarico più grande, invece, è per le spese per l’energia e per i rifiuti. Dal mondo politico arrivano tante promesse che tali rimangono: «Ci sono vicini con il cuore ma non con il portafoglio». Le famiglie numerose della nostra regione ammettono una situazione leggermente migliore dal punto di vista della politica famigliare, ma gli effetti spesso si annullano perchè il costo della vita è uno dei più cari del Paese.
Lo sanno bene Stefano e Liliana , felicemente sposati da vent’anni, papà e mamma di sette figli. Vivono a Trento in 150 metri quadrati, pagano ogni mese l’affitto e sono sempre in giro sul loro pulmino per andare a raccogliere i figli sparsi nelle diverse scuole. In casa Rossetti la sveglia suona per tutti alle 6.30. I più grandi aiutano i piccoli a prepararsi, qualcuno confeziona la colazione e poi, alle 7.15, partenza. Progressivamente il loro furgone si svuota e Liliana e Stefano vanno in ufficio. Entrambi dipendenti della pubblica amministrazione, con due stipendi si fatica ad arrivare a fine mese: «Si programmano le spese, si approfitta delle offerte nei supermercati e degli sconti nei negozi. Non c’è una spesa in particolare che incide sul nostro budget, perché tutte vi incidono pesantemente, e dopo l’euro tutto è più difficile». Stefano comunque sorride: per lui e sua moglie ogni vita è stata un dono. «È vero, bisogna dare tanto ad un nucleo famigliare così numeroso, ma è così tanto ciò che si riceve, molto di più. È una piccola società la nostra – continua – e come tale ha delle regole fisse che devono venire da tutti rispettate per non cadere nell’anarchia».