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PIANO FAMIGLIA REGIONE LAZIO: MA I BAMBINI NON SONO VALIGIE

PIANO FAMIGLIA REGIONE LAZIO: MA I BAMBINI NON SONO VALIGIE

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Dobbiamo davvero fare i nostri complimenti al connubio Polverini/Forte, presidente e assessore della Regione Lazio, che ancora una volta, attraverso il Piano Famiglia hanno imbastito un’azione che sembra più uno spot politico che un vero intervento strutturale a favore delle famiglie.
Che dire del Bonus Bebè, un estremo quanto ridicolo tentativo”una tantum” di rialzare i tassi di natalità ? Prevedendo sostegni ed incentivi solo ed esclusivamente per i nuovi nati, dimentica tutte quelle famiglie del Lazio che, nonostante le politiche antinataliste e discriminatorie perpetuate dalla politica dal dopoguerra in poi, hanno continuato a dare figli al Paese.
Per non parlare del fondo ai genitori separati che, pur con legittimo intento, non solo non previene il problema, ma tampona solo l’emergenza e l’inevitabilità di un processo di separazione e divorzio che, con molta probabilità, ci fossero stati a monte degli stanziamenti preventivi di fondi, quelle stesse famiglie, cui è rivolto il contributo, forse oggi non sarebbero separate. Dovremmo imparare dall’esperienza dalla liberale e progressista Inghilterra dove il primo ministro, in una rivalutazione del matrimonio e una condanna dei genitori assenti, annuncia l’idea di premiare anche fiscalmente le coppie che non si separano..eh si perché tutto il mondo è paese ed anche gli inglesi separati, come quelli italiani, se la passano, fiscalmente parlando, meglio dei loro compatrioti che invece restano insieme. Recenti statistiche ci dicono che i costi sociali delle separazioni sono altissimi (in Gb si calcolano 20 miliardi di sterline annue legati alle rotture familiari), che i figli di genitori separati hanno maggiori difficoltà sia nella vita che nel lavoro, che il 70% dei delinquenti giovanili sia cresciuto in famiglie monoparentali, che le difficoltà finanziarie e l’indebitamento sono una enorme prova per la vita famigliare.
In questo modo le famiglie, quelle “normali”, magari con più figli, quelle che arrancano per arrivare a fine mese ma non si separano, restano nell’angolo, sempre più sole e sempre meno riconosciute.
Siamo piuttosto convinti che, in un’ottica di eguaglianza e di benessere, debbano essere proposte e riconsiderate politiche che restituiscano dignità ed equità a tutte le famiglie, soprattutto quelle che negli anni non si sono arrese e “a loro spese” hanno tenuto in piedi l’intero sistema Paese.

Che dire poi delle “Tagesmutter”, del progetto “mille asili” e degli abbattimenti dei costi dei nidi? Iniziative meritevoli certo: peccato che siano tutte mirate a che le donne tornino subito a lavorare senza dare alternative e offrire la possibilità scegliere liberamente accudire personalmente il proprio bambino nei primi tre anni di vita come molte mamme (fortificate dal parere di sempre più studiosi e specialisti) auspicano.

E poi? Dov’ è finito l’aiuto economico e il sostegno alla Famiglia attraverso i servizi? Forse nel progetto bimbi in stazione ? Un grande successo in Francia. E già la Francia, dove le politiche familiari funzionano veramente e i treni e le ferrovie sono efficienti. Peccato che impegnare soldi per questo in Italia, dove ogni giorno per i pendolari laziali è un’ avventura arrivare al lavoro integri e in orario, tra treni in continuo ritardo, stracolmi, sporchi e maleodoranti, diventa un corso di sopravvivenza più che un viaggio confortevole. E in questo panorama desolante dovremmo portare i nostri figli neonati e lasciarli a stazione Termini?
Appare molto chiaro che in questo piano regionale la chiara volontà è di considerare la genitorialità come un impegno di seconda scelta, che viene dopo il lavoro e che prevede di lasciare i propri figli “in stazione” come fossero pacchi o valigie. Crediamo fermamente che essere genitori implichi presenza e attenzione costante e come sempre il buon esempio dei paesi stranieri, da noi diventa solo per quanto riguarda la possibilità di derogare e delegare la responsabilità e la cura.
Cristina Bazzani