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La festa delle maxi famiglie «Facciamo ripartire il Paese»

La festa delle maxi famiglie «Facciamo ripartire il Paese»

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Chiedono politiche per conciliare il lavoro e un fisco equo Pro e contro «Essere in tanti è faticoso, però i figli crescono autonomi e responsabili»

Che l’appuntamento fosse proprio qui, alla scuola Maria Ausiliatrice di San Donato Milanese, lo si era capito subito: parcheggiati in strada solo monovolumi e furgoncini da sette o nove posti.
Loro del resto si definiscono così: «Siamo quelli che non hanno la Cinquecento, non vengono invitati a cena dagli amici perché tutti non ci staremmo, quelli che l’influenza ce la passiamo l’un l’altro e dura due mesi». Sono le famiglie extralarge, quelle con almeno quattro figli, sempre meno in Italia (erano 2.800.000 nel 1961, oggi sono 118.000) ma certo non poco attive: «La crisi che viviamo oggi non è finanziaria, è demografica», è convinto Robbin Hubbard, papà di 4 figli e coordinatore della sezione lombarda dell’Associazione delle famiglie numerose (Anfn), che ieri si è riunita a San Donato. «Si fanno pochi bambini, per questo oggi non si può non cominciare dalle famiglie per far ripartire il Paese».
In molti ci credono e gli iscritti all’Anfn aumentano: 16 mila famiglie in Italia, 2.600 solo in Lombardia. «Chiediamo politiche per la conciliazione con il lavoro e un fisco più giusto – dicono i coordinatori nazionali Giuseppe e Raffaella Butturini, dieci figli dai 15 ai 33 anni – che tenga in considerazione anche quanti si è in famiglia. Noi abbiamo una casa con quattro bagni e paghiamo l’Imu come se avessimo una villa. Le sembra giusto? Non chiediamo però privilegi: in cambio diamo al Paese più figli che pagheranno le pensioni agli anziani».
Nessuno di loro, comunque, si sente esemplare in via di estinzione: «Avere una famiglia così è un gran casino ma è divertente. La nostra casa è sempre allegra», sorride Francesca Colombo, di Desio (Mb), mamma di sei figli più uno in affido. Certo serve un’organizzazione militare: «I bimbi vanno sempre a letto entro le otto e mezza ma per la coppia resta comunque poco tempo», racconta Massimiliano Favoti di Milano, padre di cinque figli, due gemelle di 5 anni e tre di 3. Tanti i sacrifici: «La pizza la mangiamo in casa – dice Antonello Crucitti, bresciano, dieci figli – e in vacanza sempre dai parenti in Calabria, ma non tutti gli anni».
Difficile andare avanti senza aiuti se entrambi i genitori lavorano: «Ci danno una mano una tata e i nonni», dicono Giusi e Matteo Cipolla, ingegneri di Cassina de Pecchi (Mi), cinque figli e la sesta in arrivo. I figli, però, ci guadagnano, dicono tutti: «Si adattano a scambiarsi vestiti e giochi ma crescono autonomi e responsabili».
Senz’altro non soli.

Fantigrossi Isabella
Pagina 19 –
(31 marzo 2014) – Corriere della Sera

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