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LA FAMIGLIA, IL GENOMA CHE FA VIVERE LA SOCIETA’

LA FAMIGLIA, IL GENOMA CHE FA VIVERE LA SOCIETA’

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Il titolo del presente articolo riprende quello di un saggio del prof. Pierpaolo Donati, eminente sociologo e filosofo contemporaneo. Nel testo di Donati la famiglia viene vista come un “soggetto sociale”.
Sabato scorso, 23 maggio 2015, presso l’Aula consiliare del comune di Trecastagni, si è tenuto il primo incontro, dei tre previsti, del Corso formativo organizzato dal Forum delle associazioni familiari della provincia di Catania, durante il quale ha relazionato il professore di Filosofia don Piero Sapienza, parroco, direttore della Scuola di Formazione all’impegno sociale e politico dell’Arcidiocesi di Catania, nonché Direttore della Pastorale al lavoro (CT). Erano presenti il sindaco di Trecastagni, Giovanni Barbagallo, il presidente del Forum provinciale, prof.ssa Drago Tiziana, vari esponenti di associazioni o movimenti che lavorano in maniera diretta o indiretta per la “famiglia”, nonché la coppia Amantia, responsabile della Pastorale alla famiglia (CT).
Padre Sapienza ha, quindi, affrontato l’argomento analizzandolo a partire dal cap. V del Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, cominciando con l’affermare che la famiglia non è semplicemente “il luogo degli affetti”, come oggi la si definisce anche a livello europeo, ma è soprattutto un fatto sociale, con naturale finalità procreativa, per tutti, non solo per i credenti!
Il matrimonio nasce da un atto umano e il consenso espresso diventa dono reciproco, ma anche fatto pubblico: riconoscere il matrimonio come fatto naturale ci richiama a Dio.
I mutamenti di ordine contingente ci sono e ci saranno sempre, ma il dato naturale non può essere stravolto. La famiglia, quindi, è un “dato antropologico naturale”(Levi Strauss).
Don Piero, proseguendo, ha affermato che la famiglia è il “luogo dell’umanizzazione”, dove si cresce, per l’appunto, nell’umanità. Senza famiglie forti anche i popoli si indeboliscono!
La famiglia è la prima società naturale, titolare di diritti, quindi è prima rispetto alla società e prima rispetto allo Stato. E’ lo Stato che deve ri-conoscere i diritti delle famiglie, conoscerli e tutelarli.

La Costituzione europea dice che la famiglia è un diritto privato. Nella Costituzione italiana, invece, preesiste.
Una legge fatta da un governo non può essere una norma che vìola i “diritti naturali”, è come se uno stato promulgasse una legge a favore dell’omicidio!
Da quanto esposto, diventa facilmente intuibile come, ad esempio, il registro delle unioni di fatto presupponga una visione individualistica dell’unione. Così, riprendendo le parole di Papa Francesco in Evangeli Gaudium al cap. V: “La rimozione della differenza è il problema, non la soluzione”.
Infine, è stato richiamato il concetto di “sussidiarietà” analizzato da Pio X nell’enciclica Quadregesimo anno. Esso afferma ,sostanzialmente, che il perseguimento dell’interesse generale non è di esclusiva competenza delle istituzioni pubbliche, ma riguarda anche l’azione dei cittadini, singoli e associati. Lo Stato non deve più riconoscere questa sfera di autonomia e le realtà organizzative che nascono dall’iniziativa dei cittadini, perché si legittimano da sole, ma le aiuta ad esprimersi, non sostituendosi ad esse.
La sussidiarietà, inoltre, sta alla solidarietà, come la canna da pesca sta al pesce. Ovvero, bisogna adoperarsi affinché le famiglie disagiate vengano sostenute nei momenti di difficoltà (solidarietà-pesce), con la finalità di poterle mettere in condizione di poter proseguire da sole (sussidiarietà-canna da pesca), evitando ogni forma di dipendenza.
Cogliamo l’occasione per ringraziare il relatore per la ricchezza della sua esposizione e restiamo in attesa degli incontri successivi, previsti per il 13 giugno (relatrice Gianna Savaris, vicepresidente Forum nazionale) e per il 5 settembre (relatore prof. Giuseppe Butturini, presidente nazionale di ANFN), che avranno finalità propedeutiche ad un’azione concreta a salvaguardia della “famiglia”.