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L’Italia invisibile: 8 milioni e mezzo le casalinghe nel nostro paese

L’Italia invisibile: 8 milioni e mezzo le casalinghe nel nostro paese

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Studio dell’Eurispes e Federcasalinghe si conclude con la richiesta del quoziente familiare alla francese


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Senza rete: la famiglia di fronte alla crisi del welfare

L’Eurispes ha presentato oggi lo studio “Problemi di famiglia – Senza rete: la famiglia di fronte alla crisi del welfare, in collaborazione con Federcasalinghe.

«Per primi lanciammo un segnale d’allarme nell’agosto del 2002 denunciando un’inflazione galoppante all’8% – dichiara il Prof. Gian Maria Fara, Presidente dell’Eurispes. Subimmo per questo dure critiche e contestazioni da parte del governo di allora. Ma per noi l’inflazione non è né di centrodestra né di centrosinistra. E i nostri dati si sono rivelati esatti. Oggi, a distanza di cinque anni, segnaliamo nuovamente, sperando in una maggiore capacità di ascolto della politica e delle Istituzioni, che l’inflazione, dopo un periodo di stasi, sta tornando a crescere più di quanto indicato dalle statistiche ufficiali.
Sono sempre più numerose le segnalazioni che riceviamo dai cittadini, che confermano una condizione di disagio diffuso, e ci sollecitano a riprendere i temi del costo della vita e dell’impoverimento delle famiglie.
Ne sono un chiaro indicatore le notizie che ci giungono dal territorio, dove le nostre sedi sono in stretto contatto con la rete della Caritas. Aumentano coloro che usufruiscono delle mense: sempre meno immigrati, sempre più italiani. Aumenta anche la consegna dei pasti a domicilio. Tutti segnali di una povertà che mostra un suo pudore.
Insomma, quella di oggi è una Italia a due economie.Una economia delle famiglie ed una economia delle imprese. Da un lato, si assiste alla crescita del PIL, sostenuta prevalentemente dalle esportazioni e non dai consumi interni, dall’altra, all’assenza di redistribuzione della ricchezza prodotta alla popolazione. Manca insomma una condivisione della crescita che, per il momento, si risolve ad esclusivo vantaggio delle imprese.
E’ l’Italia dei poveri in giacca e cravatta e di quanti, moltissimi tra i cittadini, si trovano a subire non più la sindrome della quarta settimana, ma quella terza settimana.
In più si è verificato un indebitamento clamoroso delle famiglie per l’acquisto della casa. E anche in Italia si iniziano ad avvertire i primi segnali di disagio che si concretizzano nel fenomeno dell’insolvenza.
Occorrerebbe quindi – conclude il Presidente – attuare delle politiche fiscali che sposino il sistema francese basato sul quoziente familiare e quindi sulla divisione dell’imponibile per numero dei componenti».

Anche dalla nostra rete sul territorio – dichiara l’on. Federica Rossi Gasparrini, Presidente di Federcasalinghe – ci giungono continue segnalazioni del disagio e delle difficoltà economiche vissute dalle nostre associate. Infatti, le donne hanno il duro compito di far quadrare i conti della famiglia e devono combattere quotidianamente con un aumento dei prezzi, sottovalutato quando non ignorato dai media.
Un numero sempre crescente di famiglie è assediato da una comunicazione martellante che spinge verso un sempre maggiore indebitamento. Basti pensare che la pubblicità delle finanziarie è aumentata del 28% negli ultimi anni ed oggi rappresenta un fenomeno sfacciato.
A chiudere nella “morsa del debito” i cittadini è intervenuta in aggiunta la normativa del 2005 relativa alle cosiddette “ganasce fiscali” per alcuni particolari debiti (multe, bollette, etc).
Il cittadino può essere sottoposto a queste misure: da dieci a quindici euro, che è il limite minimo, si riceve un sollecito di pagamento; dai 55 euro si può arrivare al fermo dell’auto; da 500 a 2.000 euro si procede all’ipoteca della casa.
Sono 8 milioni e mezzo le casalinghe in Italia che non hanno reddito e che nessuno vuole ascoltare.
Oggi una discesa in piazza rumorosa non è più contenibile. Basti pensare che se tutte le casalinghe italiane si iscrivessero alle liste di collocamento, gli indici di disoccupazione andrebbero in tilt.
Il nostro obiettivo è quello di istituire con il Ministro del Lavoro, analogamente a quanto avviene sul tema delle pensioni, un tavolo della concertazione del lavoro familiare, valido non solo per le casalinghe a tempo pieno, ma anche per coloro che lo sono a tempo parziale».