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Il Governo riveda le sue priorità

Il Governo riveda le sue priorità

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«Penalizzati i nuclei con figli numerosi»

«Penalizzati
i nuclei con figli numerosi»

L’Ulivo va
avanti, la mozione approvata mercoledì scorso impegna il governo a presentare
un disegno di legge sulle coppie di fatto entro il 15 febbraio, secondo le
linee di programma indicate dalla coalizione di centrosinistra. Ma cosa pensano
le famiglie? «Le nostre priorità non coincidono con quelle del governo»,
risponde secco Mario Sberna, presidente dell’Associazione nazionale famiglie
numerose (Anfn).

Posizione
condivisa dai rappresentanti bergamaschi dei nuclei dai quattro figli in su.
«Solo dopo che saranno state rimosse tutte le forme di iniquità, che gravano
sui 22 milioni di nuclei familiari per l’assenza di un’equità fiscale
orizzontale, che potrà essere garantita solamente dall’introduzione del
quoziente familiare, sarà possibile valutare se estendere i cosiddetti
"diritti individuali" a cittadini che hanno deliberatamente scelto di
non contrarre il vincolo matrimoniale con i conseguenti doveri e diritti»,
sostengono Regina e Fabrizio Maroncelli, fondatori dell’Associazione famiglie
numerose di Bergamo, attorno alla quale gravitano sempre più mamme e papà. «In
questi giorni si assiste a un dibattito che, a dispetto delle profonde
lacerazioni che sta producendo nel mondo politico, risulta essere perlopiù
incomprensibile ai 22 milioni di famiglie che si domandano se rappresenti una
reale priorità per il nostro Paese», è il dato di partenza. E l’analisi
prosegue così: «Le famiglie italiane sono gravate da molte ingiustizie e iniquità,
frutto di regole e leggi sbagliate che contraddicono la Costituzione, quali la
fiscalità che premia single e separati; il sistema tariffario che penalizza i
consumi familiari; il sistema dei punteggi per assegnazione di scuole materne o
asili che premia i genitori divorziati». Per l’Anfn non c’è dubbio: «Le
priorità in ambito familiare sono dettate inequivocabilmente dagli articoli
29-30-31 della Costituzione, che, nonostante la loro chiarezza, risultano
ancora oggi disapplicati, a 60 anni dalla loro stesura». Da qui l’appello a
governo e Parlamento, in particolare ai ministeri della Famiglia e delle Pari
opportunità, «a rivedere la priorità delle loro azioni e a mettere al primo
posto le politiche familiari che sappiano incentivare la formazione di nuove
famiglie, tutelando quelle già esistenti e in particolare quelle numerose».

Benedetta Ravizza

 


Da: L’Eco di Bergamo