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Il crocefisso di San Damiano

Il crocefisso di San Damiano

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Quand’ero assessore al Bilancio nel mio piccolo Comune vennero realizzate una
nuova mensa ed alcune aule per la scuola media.
Qualche tempo prima dell’inaugurazione, ricordo che in Giunta, poichè a me
competeva proporre l’acquisto e la relativa copertura finanziaria degli arredi
necessari all’utilizzo dei nuovi spazi, mi venne spontaneo proporre anche
l’acquisto di qualche crocefisso, uno grande per il salone della mensa ed altri
più piccoli adatti per le aule nuove. Non l’avessi mai fatto: in quella seduta
si aprì una piccola crociata, tra componenti laici (3), cattolici (1, il
sottoscritto) e neutri-spettatori (2) ed il risultato, rimasto nella dialettica
politica piuttosto che nel verbale del segretario, fu piuttosto scontato:
niente crocefisso, mancano i soldi !
Venne il tempo di inaugurare la nuove strutture e con malinconia dovetti
accettare quelle pareti così spoglie e prive di ogni simbolo della nostra
plurimillenaria tradizione religiosa. Ne approfittai per fare un giro nel resto
della scuola e constatare quanto il tecnico comunale, in gran segreto, mi aveva
rivelato: man mano che erano state rinnovate le aule vecchie con con stuccatura
e imbiancatura i creocefissi, posizionati in bella evidenza decenni addietro,
erano stati tolti e non più rimessi per …. non rovinare il muro con chiodi e
buchi ….. tanto per la benedizione pasquale il parroco ormai era abituato a
fermarsi solamente in presidenza e nel salone d’ingresso.
Per via della crescita demografica del paese quegli spazi si rivelarono ben
presto insufficenti ed in attesa di costruire una nuova scuola
l’amministrazione subentrata a quella in cui ero assessore decise di
trasformare in scuola provvisoria un centro civico intestato, pensate un pò, ad
uno straordinario sacerdote benefattore di bambini e regazzi ed in odore di
santità, padre Olinto Marella, ma anche in queso caso niente crocefissi con
buona pace della comunità parrocchiale … per non rovinare le pareti e le
buone relazioni con la nuova amministrazione comunale apparentemente più
cattolica e/o tollerante.
L’anno scorso per puro caso partecipai ad un consiglio di classe dei genitori
della mia secondogenita e quando la brava e stimata insegnante di italiano
nell’illustrare il programma da realizzare durante l’anno si soffermò sulla
figura di S. Francesco d’Assisi e sul “Cantico delle Creature” ritenuto il
primo testo in italiano chiesi la parola e domandai il perchè non fosse
presente quel simbolo che aveva reso grande e famoso in Italia ed in tutto il
mondo il fraticello di Assisi, chiesi e proposi all’insegnante ed ai genitori
presenti se erano d’accordo nell’acquistare un Crocefisso di S. Damiano
(proprio quello che parlò a S. Francesco) da appendere con motivazioni
didattiche, di rispetto civile e religioso della figura di S. Francesco. L’idea
suscitò un’adesione unanime e provvedemmo ad acquistare e donare un crocefisso
di S. Damiano alla scuola che accettò il dono (potete vedere in allegato la
corrispondenza).
Quest’anno sono tornato al Consiglio di classe anche per vedere se era
successo qualcosa ed in effetti ho notato con grande piacere il Crocefisso
appeso a fianco della porta di ingresso, in posizione privilegiata e
magnificamente inserito nel calore di tutte le altre opere esposte dei ragazzi.
Non solo, ma ho potuto notare che nell’aula accanto era comparso un altro
crocefisso, uno di quelli belli e colorati che si trovano nei mercatini di
Natale: i ragazzi di quella classe non volevano essere da meno di quelli della
classe di mia figlia e quindi avevano chiesto ed ottenuto di poter avere un
crocefisso anche loro. In tutte e due le classi sono presenti ragazzini di
altre religioni, ed è stato bello constatare che per loro e le relative
famiglie la presenza del simbolo della nostra tradizione religiosa non ha
alimentato alcuna forma di protesta e/o di disturbo.
Quest’anno poi non c’era più quella brava insegnante di Italiano, nel
frattempo è diventata vice-preside, una strana coincidenza, forse accettare
senza indugio quel Crocefisso gli ha portato fortuna.
Chissà che quest’altr’anno non compariranno altri Crocefissi, in altre
aule.
Penso che se a chiederli, dopo averne sentito la mancanza, saranno delle
famiglie o dei ragazzi, in qualche modo saranno esauditi.
Se la richiesta, invece dovesse assumere i connotati della pretesa potrebbe
generare scontri ideologici come purtroppo si stanno verificando ai giorni
nostri e penso che farà poca differenza se saranno appesi oppure no: resteranno
gravi e laceranti divisioni.
Lasciamo allora che siano i ragazzi e le loro famiglie ad esprimere o ad
essere messi nella condizione di poter esprimere il desiderio di avere un
crocefisso nell’ambiente in cui si formano come persone.
Stefano Lipparini