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Francesco, un dono per tanti

Francesco, un dono per tanti

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A che serve Francesco?
Nelle lunghe e silenziose ore trascorse il mese scorso in ospedale accanto al suo lindo lettino, questa domanda ha continuato a martellarmi nel cuore.
Francesco non parla, non sorride, non gorgheggia, sembra non reagire agli stimoli. Ti guarda con quegli occhini grandi e profondi, che ogni tanto se ne vanno per i fatti loro, e tu non sai se ti vede, se ti sente, se è contento o se è triste.
Mangia attraverso quell’orrendo tubicino che gli entra nello stomaco, strilla e si irrigidisce quando lo torturano con flebo e prelievi, si rilassa e si abbandona quando lo coccoli per minuti e minuti, sussurrandogli paroline dolci e amorose.
E tu ti chiedi: a che serve una vita così?
Francesco costa e il prezzo da pagare per tenerlo è salato.
I nostri figli sono spesso sacrificati dall’impossibilità di poterci muovere liberamente (a Gardaland per Francesco non sono potuti venire) anche solo per fare una passeggiata o un giro in bicicletta. Costa in libertà, perché non possiamo più programmare nulla, essendo nella totale precarietà. Costa in sonno e stanchezza per le continue visite specialistiche, gli esami, i frequenti ricoveri.
Francesco infine è un costo per la società, in cure mediche, in ricoveri, in materiale sanitario, in esami clinici spesso sofisticati.
Ma vale la pena spendere tanto per una vita così inutile?
Quando sei stanco, sfinito, quando i tuoi programmi vanno per l’ennesima volta a pallino, quando vedi che stai rubando tempo agli altri figli, la domanda ritorna, continua.
La risposta cercando nell’umano non c’è, non arriva.
Ma nella quiete silente della preghiera, quando il tuo affanno viene buttato nelle braccia di Dio, piano piano avverti che cominciano ad arrivare lentamente altre domande, una dopo l’altra.
E senti una voce dentro il tuo spirito che ti sussurra dolcemente, come la brezza soave di Elia:
Ma cosa ti sta dando Francesco? Perché, secondo te, lo tengo in vita a dispetto dei medici che non capiscono ancora come faccia ad andare avanti e come sia così cresciuto? Perché ti dò modo di trascorrere tante ore a contemplare il suo corpicino martoriato? Non vedi nel suo volto e nel suo corpo, il volto e il corpo di Gesù, anche lui martoriato e reso “inutile” sulla croce? Non ti accorgi che servendo Francesco stai servendo me? Non vedi che è solo l’amore di cui è circondato che lo tiene in vita? Non vedi che stai servendo l’”inutile”, l’ultimo, come Madre Teresa serviva gli ultimi e più “inutili “ della terra? Non vedi quanto amore sta seminando l’”inutile” Francesco? Quanta gente, fratelli del Cammino, amici dell’Associazione e non, ti vuole bene, prega per te, ti è vicina? Quanti rapporti profondi, grazie a Francesco, hai potuto creare con tanti fratelli? Non vedi quanto i tuoi figli stiano imparando, nei fatti e senza parole, come la felicità consista nel mettersi al servizio dei più deboli e degli “inutili”? Non vedi che a Francesco ho affidato la straordinaria missione di seminare amore e tenerezza attorno a sé? Non consideri che l’ho pensato da sempre? Non hai letto in San Paolo che Io ho scelto ciò che è debole per piegare i forti e ciò che è stolto per confondere i sapienti?
Ma allora, Signore, chi sono io perché in Francesco abbia preso dimora in casa mia il Tuo Figlio Unigenito?
Ecco, il mio animo è placato e con il cuore gonfio di gratitudine e di consolazione, mi addormento dolcemente.
Giovanni