• it
Famiglia in Europa: è emergenza

Famiglia in Europa: è emergenza

35 views
Condividi

Alcuni dati impressionanti dal sito di Zenit.org : l’ UE destina solo il 2,1% del pil per le politiche familiari
Segnalato da Patrizio e Carla Alessandrini
L’emergenza famiglia scuote l’Europa
L’Italia è il terzo Paese nell’aumento di separazioni e divorzi (62%, dal 1990 al 2005)

BRUXELLES, giovedì, 31 maggio 2007 (ZENIT.org).- In un rapporto dal titolo “Relazione sull’Evoluzione della Famiglia in Europa 2007”, la Rete Europea dell’Istituto di Politica Familiare (IPF, http://www.ipfe.org/) ha evidenziato come tra divorzi, aborti, calo delle nascite, invecchiamento e insufficienza di politiche di sostegno, la famiglia monogamica rischi di scomparire dal panorama continentale.
Presentato il 9 maggio al Parlamento Europeo, nell’ambito della celebrazione della Giornata dell’Europa, il rapporto, elaborato da una équipe multidisciplinare di esperti in materia, ha raccolto e ordinato le statistiche e le informazioni fornite dai diversi organismi internazionali negli anni compresi tra il 1980 ed il 2005 (http://www.ipfe.org/Informe_Evolucion_Familia_Europa_UE27_2007.pdf).

Il quadro che emerge è drammatico, tutti gli indicatori riguardanti popolazione, natalità, matrimoni, rottura delle famiglie e case, sono sostanzialmente peggiorati negli ultimi 25 anni e secondo Lola Velarde, Presidente della Rete Europea dell’IPF, “il panorama della famiglia in Europa si è aggravato in maniera preoccupante”.
Nonostante la crescita della popolazione di 33,8 milioni di unità, i matrimoni sono in enorme calo. Nei 27 Paesi dell’Ue tra il 1980 e il 2005 il numero dei matrimoni è sceso del 22,3%.
L’età di matrimonio si è spostata sempre più avanti: la media europea vede gli uomini sposarsi a 30 anni e le donne a 28, con un ritardo di circa 4,5 anni rispetto alle medie del 1980.
Cresce anche l’età media della prima maternità, che nella Ue è prossima ai 30 anni. La media si interseca tra la Polonia che registra l’età più basa per la prima maternità (27,9 anni) e la Spagna che registra la maternità più tardiva (30,9 anni).
I matrimoni sono in calo e per nulla stabili. Negli ultimi 25 anni divorzi e separazioni sono cresciuti del 55%, fino ad una media di uno ogni 30 secondi.
Dal 1990 al 2005 si contano13.753.000 fallimenti matrimoniali, con il coinvolgimento di 21 milioni di figli. Il record dei divorzi in Germania (quasi 380.000), seguita da Gran Bretagna e Francia.

In termini percentuali di aumento di separazioni e divorzi, prima è la Spagna con un incremento del (183%), segue il Portogallo con l’89% e l’Italia 62%.

Cresce il numero dei figli che nascono fuori dal matrimonio: i dati parlano di uno su tre. La percentuale dei bambini nati da genitori non sposati varia da un 55% in Svezia al 45% in Francia e al 14,9% in Italia fino al 4,9% della Grecia.

Dal punto di visto demografico è altissima la frequenza del numero di aborti nei 27 Paesi che fanno parte dell’Unione Europea: uno ogni 25 secondi.

Nel solo 2004 il numero di bambini e bambine abortiti nella Ue ha raggiunto la cifra di 1.235.517, pari a una media di 3,385 al giorno. Cifra ancora più preoccupante se si considera che sono state abortite il 19,4 % delle gravidanze, cioè un nascituro su cinque.

Secondo il rapporto dell’IPF: “L’aborto è diventato la principale causa di mortalità in Europa, ben al di là delle altre cause di mortalità ‘esterne’ come suicidi, incidenti stradali, droga, alcolismo, Aids, come pure delle malattie”.

Infatti, nel 2004 l’aborto ha fatto più vittime delle malattie di cuore (736.589) della malattie cardiovascolari (507.946) degli incidenti stradali (127.000) e dei suicidi (59.209).

Un altro dato preoccupante è la modesta crescita demografica dell’Europa e l’invecchiamento relativo. Tra il 1994 e il 2006 la popolazione europea è cresciuta di 19 milioni di persone, di questi quasi 15 milioni – pari al 69% – sono immigrati. Se non ci sarà una svolta nelle politiche demografiche, il rapporto calcola che dal 2025 l’Europa comincerà lentamente a spopolarsi.

Nello stesso tempo l’invecchiamento della popolazione procede rapidamente: nel 1980, in Europa, su 100 europei 22 avevano meno di 14 anni e 13 avevano superato i 65.

Nel 2004 i minori di 14 anni e gli over 65 erano pari. Dal 2005, gli over 65 hanno cominciato a superare gli under 14. In questo contesto l’Italia ha il primato della più alta percentuale di anziani (19,4% della popolazione, uno su cinque), mentre L’Irlanda è il Paese con la più alta percentuale di giovani.

L’ultima parte del rapporto dell’Ipf è invece dedicato alle risorse relativamente esigue destinate, dai vari Paesi della Ue, alle politiche familiari.

Di media i Paesi europei destinano meno dell’8% delle spese sociali per le famiglie. Come politica familiare la Ue destina il 2,1% del Prodotto interno lordo alle politiche familiari.

A questo proposito Lola Velarde, responsabile europea dell’Istituto, ha ribadito che la famiglia “svolge un ruolo chiave di ammortizzatore in particolare nei problemi della disoccupazione, delle malattie, della droga, dell’esclusione” ed è “il primo nucleo di solidarietà nelle nostre società e non solo come unità giuridica, sociale ed economica ma innanzitutto come unità di amore e solidarietà”.

Patrizio e Carla Alessandrini

Associazione Nazionale Famiglie Numerose

Provincia di Teramo