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“e se emigrassimo?”

“e se emigrassimo?”

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Ci scrive Irimia :
Che ne dite di iniziare tutti a chiedere asilo economico in uno dei paesi europei,che a differenza del nostro hanno da tempo iniziato ad applicare politiche per la famiglia che in Italia neanche ce le immaginiamo al momento?
E’ una proposta dura me ne rendo conto ma, purtroppo, c’è poco da stare allegri con le politiche che ci propinano e che sono sempre delle scuse per far passare il tempo,e magari passare la palla al prossimo governo che farà la stessa cosa e via andare.
Ragazzi ma c’è qualcuno di voi che è stufo, perché a me sembra di essere l’unico che sopravive appena.
Ora o è cosi o sarebbe ora che usiamo altre forme per farci sentire,visto che non abbiamo mai voce in capitolo,o meglio che ci fanno credere che le lucciole sono lanterne.
Ciao a tutti e fatevi sentire.

Carissimo amico, in effetti, come dici tu stesso, la proposta di emigrare in massa e chiedere asilo politico é un po’ dura… però devo ammettere che anche a noi, nel passato, ne era venuta una gran voglia.
L’inquinamento, la situazione sociale, le tasse, la scuola, tutto ci sembrava da buttare via… avevamo anche iniziato a fare le pratiche per andare in Nuova Zelanda, là tutto sembra più pulito, le acque dei fiumi sono cristalline e ci sono i pesci (proprio come cantava Lucio Battisti), anche la gente ti sembra “più pulita”. Insomma, il posto giusto per crescere i nostri figli.
Ma poi qualcosa é cambiato: la persona che avrebbe dovuto aiutarci (le pratiche là sono piuttosto complicate) si é intascata l’onorario ed é scomparsa e noi abbiamo interpretato questa cosa come un segno del Destino, o della Provvidenza, decidi tu. E siamo rimasti.
LA voglia di cambiare piano piano si é andata incanalando verso il posto dove abitavamo, il nostro quartiere, la nostra città. Poi abbiamo incontrato l’associazione, addirittura una famiglia di famiglie che hanno deciso di cambiare ciò che non va nel Paese dove vivono, dove sono nate, dove sono le nostre radici, e non il proprio domicilio. E ci stiamo lavorando.
La strada é lunga, ce la faremo, non ce la faremo, non lo so.
Forse siamo degli illusi o forse siamo tra i pochi che hanno ancora le idee chiare su quello che vogliono.
Ci capita di vedere coppie più giovani, con i bambini piccoli, che fanno progetti di emigrare, in Canada, in Francia, là dove é possbile (o almeno sembra) dare una buona vita ai loro figli. E’ così: o te ne vai o ti dai da fare per (provare a) cambiare ciò che non va. Noi abbiamo scelto di restare ma non ci arrendiamo. E voi?