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E per la famiglia Italia e spagna i fanalini di coda

E per la famiglia Italia e spagna i fanalini di coda

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Italia fanalino di coda, solo insieme alla Spagna, per la spesa a favore della famiglia. Il nostro Paese spende esattamente la metà (in rapporto al Pil) di quanto fatto in media da Eurolandia. Lontanissimi dalle percentuali di spesa che sfiorano il 4% del Pil nei Paesi scandinavi ma anche dal 3,2% della Germania e il 2,5% della Francia, in Italia si è speso nel 2007 l’1,2%, contro il 2,2% di Eurolandia (il cui dato però è fermo al 2005, quando l’Italia era all’1,1%). È quanto risulta dagli ultimi dati diffusi nella «Relazione generale sulla situazione economica del Paese 2007» del ministero dell’Economia.
Ma non è solo la famiglia la «cenerentola» della spesa sociale. Anche per la voce «disoccupazione», che poi rappresenta il sostegno a quel mondo del lavoro interessato ai processi di globalizzazione e flessibilità, l’Italia spende mezzo punto di Pil, meno di un terzo della media di Eurolandia (1,7%). Le spese per sostenere la casa sono addirittura «irrilevanti» (è l’aggettivo usato nel Rapporto del Tesoro), tanto da non raggiungere nessuna percentuale nella tabella comparata. Livelli di spesa equiparabili a quelli italiani sono riscontrabili solo tra i Paesi che più di recente hanno fatto ingresso nell’Unione europea. Per le voci «famiglia e maternità» tassi di spesa, in rapporto al Pil, inferiori a quelli dell’Italia sono riscontrabili a Malta (0,9%) e in Polonia (0,8%).
La motivazione sembra essere nel fatto che nel paniere delle prestazioni di protezione sociale in Italia le pensioni pesano per due terzi. «La spesa corrispondente alla somma delle funzioni invalidità, vecchiaia e superstiti – spiega infatti il Tesoro – risulta più elevata in Italia (16,9% del Pil nel 2005) che in tutti gli altri Paesi, tranne la Svezia (17,3%). La media dei 15 è pari al 14,3% nel 2005 e quella dei 25 è di un decimo inferiore». La quota di spesa per invalidità, vecchiaia e superstiti nel 2005 in Italia è pari al 66,6% del totale prestazioni, contro il 53,6% della media dei 15 Paesi (53,8% per i 25).
M. Tull.
eco di bergamo