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DOPO LORETO… IL BELLO DI ANFN

DOPO LORETO… IL BELLO DI ANFN

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Dopo dieci anni una vacanzina noi due soli…
“Ma di cosa parliamo in tutte quelle ore di viaggio?” “Boh. Tanto c’e’ la radio” risponde il marito.
Ultime raccomandazioni ai figli.
Mi aspettavo frasi del tipo “Voglio venire anch’io” oppure “Vi prego, portateci con voi”.
Invece… “Anche se ti odio, mi mancherai” mi dice la grande, Marta, un metro e trenta di dolcezza.
“E ricordatevi le figurine che ce ne mancano solo 13 della serie A e Ibra qui a Varese non si trova” aggiunge il medio-grande, Federico.
Ci va meglio con il medio-piccolo, Davide e la piccola, Ilaria: almeno loro si lasciano ancora baciare e abbracciare.
Il viaggio è andato benissimo.
Io così chiacchierona e lui così taciturno e riflessivo: un mix esplosivo!
Non sono volata fuori dal finestrino, come preventivavano le mie amiche, nè dimenticata (chiaramente per sbaglio) all’autogrill come hanno suggerito ad Ale i suoi amici.
Si arriva a Loreto e, dopo mezz’ora di giri, eccoci all’ingresso dell’albergo accolti dall’abbraccio e dal sorriso di Regina e Fabrizio.
Pian piano arrivano tutti gli altri…le presentazioni…nomi di città…nomi di persona…visi…si mescolano.
Non ho la più pallida idea del tempo che ci metterò a collegarne correttamente almeno la metà.
Fantastico ascoltare, a due metri di distanza, l’accento abruzzese dei nonni paterni e quello veneto della nonna materna!
Siamo un pò tesi tutti e due: non conosciamo quasi nessuno. “Hai lasciato la lingua in macchina?” fa sarcastico il marito.
Meno male. Ecco Lucilla e Cristian.
Ci sediamo. Mario ci vede. Ci viene a salutare. Bella sensazione, bellissima.
In meno di un baleno intavolo discorsi con gli amici di Torino conosciuti non più di trenta secondi prima.
Quando Mario ci chiede di presentarci riesco solo a balbettare “…ma io veramente avevo crociato il NO, noi non volevamo impegnarci. Però…grazie!”
Appunti, ancora appunti. Quante cose non sappiamo, quante ne impareremo!
Mario dice ad Egle che è sempre splendida… Io guardo con un sorrisetto Ale e penso che poche ore prima l’ho dovuto minacciare di divorzio per non fargli comprare una maglia con la scritta: “Le donne sono come le alici: tolta la testa il resto è buono”.
E’ da diciotto anni il mio “orso Yoghi”: mi ama più della sua vita. E io lui.
Respiriamo, per la prima volta “dal vivo” la famiglia di famiglie: c’e’ chi si occupa di affari politici, chi di quelli legali, il tesoriere, il segretario, l’esperto di assegni familiari e quello delle tariffe, chi cura il sito, chi si occupa di comunicazione, chi di organizzazione, chi di questo e chi di quello. Mi viene in mente un formicaio.
Cena.
Non chiedo il bis di pasta perchè ho saltato piscina sia lunedì che giovedì e i sensi di colpa si fanno sentire.
Chiacchieriamo, passeggiando per Loreto, con Lucilla e Cristian. Poi meritato riposo.
Arriva la domenica.
Avevamo qualche domanda, ma non me la sono proprio sentita di intervenire (ho recuperato poi brillantemente sedendomi, a pranzo, nelle vicinanze di Beppe!)
Ed ecco l’emozione più intensa: arrivano Tiziana e Bruno da L’Aquila.
Abbracci, lacrime, sguardi, silenzio. Quei dieci secondi di silenzio me li porterò dentro per sempre; è la famiglia di famiglie: schietta, semplice, concreta, vera. Ci siamo. Non siete soli.
In diciotto anni non avevo mai (e sottolineo due volte il mai) visto l’ombra di una lacrima negli occhi di Alessandro.
Particolarmente grande è stata anche l’emozione che ho provato ascoltando il papà che parlava di sua moglie, il ricordo di Elena e la mamma che raccontava i progressi del suo piccino.
Non li avavamo mai visti ma era come se li conoscessimo da una vita.
Via. Tutti a Messa. Ringrazio Dio per tutto ciò che mi ha donato.
Pranzo.
Ultimi saluti e abbracci.
Viaggio di ritorno ancor più bello di quello di andata. Tanto più che sono arrivata anche questa volta indenne.
Apro la porta.
Ricordandomi dei saluti della partenza non mi aspettavo un così caloroso bentornato.
Invece… abbracci, baci, “ti voglio tanto bene”, “anch’io”, “si, ma io un pò di più”…
L’intervento di domenica di Laura è stato bellissimo: avrei voluto farlo io.
Abbraccio forte Egle perchè, anche se in modo non certo paragonabile, la capisco: invito Mario a passarmi (ma davvero) il lavoro che non deve necessariamente essere svolto da lui così, magari, può dedicare qualche minuto in più alla sua famiglia!
Volevamo rigraziarvi tutti, ma proprio tutti, per le emozioni che ci avete regalato.
Grazie di cuore!
Alessandro e Cristina