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DA Repubblica: 18 agosto 2007

DA Repubblica: 18 agosto 2007

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Benvenuti nel mondo delle famiglie extralarge


Benvenuti nel
mondo delle famiglie extralarge.

 

INCHIESTA
Più che ammirazione, suscitano stupore.

E anche qualche sospetto.Sono genitori con molti figli.

di Alessandra Baduel

 

Visti
da lontano, quei genitori con una quantità di figli sufficiente a riempire un
pulmino suscitano stupore. I loro raduni tra piazza
San Pietro e Loreto, fanno temere lo sfruttamento politico dell’intera vicenda
– con effetto "Family Day", dove alcuni sono effettivamente andati.

 

Visti da vicino, però, molti dubbi
spariscono.

Delle circa 300mila coppie con quattro o
più figli presenti in Italia, quelle che finora hanno aderito all’Associazione
Nazionale Famiglie Numerose, nata poco più di due anni fa, sono 3.500.

 

A giudicare dalle testimonianze di alcuni
di loro e a sentire il presidente Mario Sberna, non chiedono privilegi, ma un
riconoscimento materiale della propria esistenza. Della quale
la nostra
Costituzione
fa esplicita menzione
. Vedi articolo 31,
dedicato agli aiuti da dare alle famiglie che ne abbiano
bisogno, ricordando appunto quelle numerose.

Ci tengono, gli associati, a chiarire cosa
vogliono. Roberto Vitali, responsabile dell’area di Cremona,
sottolinea due cose: l’assenza di vocazioni catecumenali
in casa propria e la presenza, tra i nuovi iscritti, di "una famiglia di
comunisti integrali e una di musulmani". Spiega: "Noi vogliamo fare
lobby e ottenere aiuti, come i lavoratori quando si univano per il mutuo
soccorso".

Nel 2004, il presidente Sberna organizzò la
prima riunione in una parrocchia della sua città, Brescia. L’idea era nata
insieme a un altro padre con tanti figli e relativi
problemi ad arrivare a fine mese, mentre spingevano carrelli pieni di prodotti
in offerta al supermercato. "Quando a quella
riunione abbiamo visto arrivare cento persone", ricorda Sberna,
"siamo stati noi i primi a stupirci". Da quel giorno lui, che era consigliere
comunale della Margherita, ha cambiato vita, lasciando l’incarico politico e fondando
l’associazione. Con sua moglie Egle hanno "tre figli naturali, uno adottato, uno in affido, il mio stipendio di impiegato e
il suo di operatrice socio-assistenziale part time, con
un mutuo da pagare". Certo per Sberna è stato importante, nell’autunno 2005, che le
"sue" famiglie siano state nominate in un messaggio papale: da lì,
dal raduno a Roma, è venuta la notorietà. "Nessuno pensava, con il calo
demografico, che in Italia ci fossimo anche noi". Dopo il raduno dello
scorso giugno a Loreto, c’è stato l’incontro con il presidente del Consiglio,
Prodi, e il ministro della Famiglia, Rosy Bindi:
"Si sono mostrati entusiasti". L’estate ora viaggia sotto buoni
auspici: "Nel 2008 faremo un congresso europeo a Roma. Inviteremo anche Ségolène Royal e Tony Blair, come genitori". Quanto ai desideri, Sberna pensa a
un "adeguamento fiscale tributario", con uno "sconto" per ogni
figlio. È contento dell’aiuto – inedito – venuto dall’ultima Finanziaria, che
fissa sopra i 60mila euro la soglia di reddito annuo considerata
sufficientemente bassa per ottenere assegni familiari se si hanno più figli. Ma, segnala, non basta: servirebbe molto di più.

Servirebbe, secondo il delegato di Nuoro
Giuseppe Catgiu, che avere sei figli non fosse un
impedimento per ottenere un mutuo – in base al ragionamento che i bambini
costano.

Servirebbe, dicono tutti gli associati, che
la famiglia numerosa non fosse considerata una stranezza, forse anche dannosa
all’ambiente. "Molti tra noi", insiste il presidente, "lavorano
nel volontariato, c’è una cultura anticonsumista,
un’idea non edonista della vita e sono frequenti gli affidi e le
adozioni".

 

A Loreto l’associazione ha anche lanciato
la parola d’ordine "un figlio, un voto". Una moltiplicazione delle
schede in mano a un elettore pari al numero di figli
che ha. Sberna la considera "un’utile provocazione". L’idea, in
Italia, è stata esposta in Prima le donne e i bambini. Chi rappresenta i
minorenni? (edizioni Il Mulino) da Luigi Campiglio, prorettore della
Cattolica di Milano, dove insegna politica economica. Il quale spiega: "Ho
pensato a una chiave per l’equità economica e generazionale,
un modo per dare voce a dieci milioni di persone che non l’hanno, i minorenni.
Oltretutto, in Italia abbiamo un primato negativo: una povertà dei minori che è
tra le più elevate nel mondo. Ma la politica su di
loro non investe: non votano, quindi non hanno modo di fare pressione. Invece
io vorrei far votare le loro madri: le questioni che riguardano bambini e
giovani salirebbero ai primi posti dell’agenda politica". A Loreto c’era
anche Campiglio. "È stato molto bello, ho
trovato spesso persone con figli in affido: contribuiscono alla società e
andrebbero premiate. L’intero discorso dovrebbe essere bipartisan.
Con una politica diversificata e inclusiva". Il
senatore Ds Giorgio Tonini
vive a Trento con la moglie, insegnante, e sette figli che vanno dai 19 agli
otto anni. "Certo, a me pongono spesso il problema delle famiglie
numerose. E io cito regolarmente una coppia di nostri
amici, anche loro con sette figli. Lui però non fa il senatore, è usciere comunale.
Se passa l’idea del "quoziente familiare"
che abbassa le tasse, con ogni figlio che offre una percentuale fissa di sconto
a prescindere dal reddito, ci guadagnerò molto più io di lui. E intanto, lo Stato dovrebbe rinunciare a parecchie
risorse". Per Tonini la strada è quella degli
assegni familiari: "Vanno rivalutati a partire dai
redditi più bassi e salendo fin dove arrivano le risorse". E il voto per ogni figlio? "Provocazione sacrosanta. La
praticabilità tecnica, però, mi sembra ardua". Stefano Ceccanti,
capo dell’ufficio legislativo del ministero delle Pari opportunità, e Renato Balduzzi, consigliere giuridico del ministero delle
Politiche per la famiglia, sono entrambi costituzionalisti – ed entrambi contrari a quell’idea. "Viola
il principio costituzionale del voto uguale", spiega Ceccanti.
"Piuttosto, aiutiamo le famiglie povere. Facciamo politiche di
conciliazione lavoro-famiglia. Impariamo dai francesi, che aiutano le donne che
fanno figli. E hanno un aumento parallelo: più donne
che lavorano a tempo indeterminato, più figli. Anche le
single
si sentono protette. E diventano madri
con più facilità". Questo, si sa, al fronte opposto non
piace.

Ma sul sito dell’associazione, la lista
delle convenzioni private disponibili e la mappa dei rari aiuti pubblici hanno più importanza di molte altre cose. È su quello che si
concentra la risposta di Renato Balduzzi: "Per
la prima volta, in questa Finanziaria esiste la possibilità di convenzioni con
enti di pubblica utilità per modulare le tariffe di luce, gas, nettezza urbana
tenendo conto di chi ha molti figli". Mario Sberna ricorda la
prima riunione dell’associazione, nella parrocchia di Brescia. "Eravamo
consapevoli di rappresentare una minoranza. Anzi, un’anomalia. Nel 1961,
secondo il censimento Istat le famiglie con almeno quattro figli erano oltre tre
milioni. Dieci volte più di adesso. Decidemmo di spingere la politica ad
ascoltarci, per fare in modo che i nostri figli non si sentissero più delle mosche bianche". (Ha
collaborato Ilaria Carra)