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Comunicare la fede in famiglia

Comunicare la fede in famiglia

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All’apertura dell’anno scolastico e catechistico, riportiamo le parole del Vescovo Wilhelm Egger , Vescovo di Bolzano e Bresssanone, una piccola ma profonda guida su come avvicinare i bambini al sacro

Cari fedeli!

Viviamo in un tempo di grandi cambiamenti. Cambiano anche le opinioni sulla fede. Per questo la trasmissione della fede alle generazioni future diventa sempre più urgente, diventa un servizio irrinunciabile verso i nostri figli. È quanto esprime anche l’attuale tema del programma diocesano: fede e vocazioni di speciale consacrazione.

1. Non nascondere Dio ai bambini

Nei miei molti incontri con bambini e ragazzi mi accorgo spesso di quanto essi siano aperti alla dimensione religiosa e quanta gioia provino verso Dio e Gesù. Non dobbiamo lasciar mancare loro questa gioia. Raccontare e parlare di Dio è per i bambini una cosa molto importante, perché in questo modo essi sperimentano un senso di sicurezza. Sapere che il buon Dio si prende cura di noi, che ci offre i suoi doni, rende la nostra vita preziosa.

Per lo sviluppo di relazioni felici, la famiglia è un importante luogo di apprendimento. Il modo in cui i genitori vivono la propria relazione e organizzano la vita familiare, diventa un modello fondamentale per l’esistenza del bambino, per i suoi ulteriori rapporti, anche per il rapporto con Dio. Attraverso la convivenza quotidiana in famiglia il bambino impara cosa significa la comunione; impara l’attenzione all’altro, l’unione e la solidarietà; impara a conoscere come ci si rapporta con l’autorità e impara a superare i conflitti.

Tutte queste sono esperienze importanti, che caratterizzano anche l’educazione religiosa. Questa comincia molto presto, molto prima che si parli ai bambini di Dio o che si preghi con loro. L’esperienza di sentirsi accolti e amati è presupposto fondamentale per un positivo sviluppo religioso.

L’educazione religiosa ha molto a che fare con il vivere l’uno accanto all’altro in famiglia nella fiducia reciproca. Imparare a credere significa in fin dei conti imparare a vivere e viceversa. Vista così la fede è un’importante forma di relazione; e la relazione con Dio il bambino la impara anzitutto in famiglia.

Se superiamo il pudore di parlare in famiglia anche di temi religiosi, scopriremo quanto bene questo fa ai bambini. La comunicazione della fede nella famiglia è tanto più importante, quanto più tende a venir meno oggi nell’opinione pubblica l’attenzione al messaggio religioso.

2. Passi per la comunicazione della fede

Le famiglie hanno molte possibilità di suscitare la gioia di credere. Con la trasmissione della fede possiamo crescere insieme nello stupore per il creato come dono di Dio, nella gioia per Gesù e nella gioia di poter parlare con Dio. Questo stupore ci porterà a parole e gesti di gratitudine.

Raccontare è importante per i bambini e di Gesù molto si può raccontare che rende felici. Gli atteggiamenti religiosi si rafforzano se esprimiamo i nostri propri sentimenti religiosi, se ci rivolgiamo insieme a Dio nella preghiera. È importante che i nostri bambini imparino le preghiere comuni della tradizione cristiana, affinché esse li accompagnino durante la loro vita.

Per la comunicazione della fede serve anche l’attenzione ai tempi e ai luoghi. Nel ritmo del tempo le domeniche e le festività permettono l’incontro con Dio nella chiesa; l’anno liturgico pone dinanzi ai nostri occhi gli avvenimenti della salvezza. Anche chiese, cappelle e simboli religiosi nella propria abitazione – come il crocifisso, le immagini dei santi, il presepio – ci ricordano Dio.

Le famiglie sviluppano con il tempo i loro modi specifici di organizzare la vita. Occasioni particolari e importanti ricorrenze vengono celebrate attraverso una festa. Ogni famiglia ha le sue abitudini religiose che le sono care. Grazie a queste essa crea una parte della propria identità, intimità e stabilità.

Alcune abitudini che si ripetono giorno per giorno, come per esempio il segno della croce al mattino prima che i figli escano di casa, la preghiera ai pasti e la preghiera della sera, danno ai figli un senso di sicurezza. I bambini sono affezionati a questi rituali dei quali hanno bisogno perché costituiscono delle esperienze religiose nella vita quotidiana familiare.

3. Chiamati a trasmettere la fede

Nella comunicazione della fede tutti i battezzati hanno la loro propria vocazione e i loro particolari doni. Chi ha una propria esperienza di fede la sa raccontare di sua iniziativa.

Accanto ai genitori sono chiamate a comunicare la fede anche altre persone di riferimento: le madrine e i padrini, i sacerdoti, gli insegnanti di religione, le catechiste e i catechisti. Compito della comunità parrocchiale è di accompagnare i genitori e gli adulti e di creare un clima nel quale possa svilupparsi la gioia di credere.

Nell’accompagnamento religioso dei bambini anche i nonni rivestono un ruolo importante. Il tempo che essi trascorrono con i nipoti pone le basi della comunione e della fiducia. Lo stare insieme privo di impegni educativi di altro genere facilita il dialogo anche riguardo a temi e domande di natura religiosa.

4. Celebrate con i vostri bambini la vicinanza di Dio

Molte feste che ci stanno a cuore e che vengono celebrate nella comunità dei fedeli possono diventare esperienze significative di fede. In esse incontriamo Gesù: perché questo incontro sia fecondo c’è bisogno di apertura del cuore e disponibilità all’ascolto. La liturgia della Chiesa ci offre nelle grandi feste celebrazioni solenni animate da molti fedeli; nei giorni feriali e in qualche domenica celebrazioni semplici, che favoriscono la riflessione e la preghiera silenziosa. Siamo costantemente invitati a celebrare la vicinanza di Dio. Le Sante Messe dedicate in particolare ai bambini e alle famiglie costituiscono per le famiglie con bambini piccoli un grande aiuto nell’educazione religiosa, e nel contempo esse arricchiscono la vita parrocchiale.

Ringrazio tutti coloro che si prendono cura dell’accompagnamento religioso dei bambini. Il Santo Vescovo Ingenuino di Sabiona, di cui ricorre il 1400° anniversario della morte, che ha operato in tempi difficili per la fede e la pace, possa rafforzarci nella fede.

Wilhelm Egger, Vescovo di Bolzano-Bressanone

Festa di S. Ingenuino di Sabiona (+605), 5 febbraio 2005