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Lettera aperta al presidente: “Utopia politica”

Lettera aperta al presidente: “Utopia politica”

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Pubblichiamo la lettera aperta scritta da Pierluigi Bonvicini, coordinatore regionale Emilia Romagna e responsabile delle convenzioni ANFN

UTOPIA POLITICA
(“utopia”: meta ideale e non effettivamente raggiungibile)
Lettera aperta al Presidente

Cara Egle, caro Mario
da quel Sabato 18 settembre 2004 a Brescia, dove oltre al battesimo fu scelto il logo attuale dell’Associazione, di acqua sotto i ponti ne è passata ma la nostra Associazione è cresciuta e da bambina è diventata adolescente poi le superiori e l’università, per approdare infine al mondo del lavoro dove se la cava egregiamente.
Oltre 14.500 le famiglie iscritte, dalla Trinacria alla Valle d’Aosta. Lo statuto, il Presidente, il Consiglio, i Probiviri, 1 responsabile per ogni regione italiana, 1 responsabile per ogni provincia italiana. Una struttura ed una organizzazione capillare unica per il suo genere nel panorama associativo nazionale. Referenti nazionali per le convenzioni (ormai migliaia), delegati, un sito web, una newsletter, un bimestrale cartaceo e ho dimenticato ancora tanto; ma quante cose avete ed abbiamo fatto. Siamo una stupenda macchina da guerra, ma non abbiamo armi e nemmeno pallottole insomma nulla che ci possa minimamente avvicinare ad una istituzione o struttura militare. Operosità, abnegazione, spirito di gruppo, tenacia, professionalità e capacità sono le nostre qualità migliori. Risparmiare è la nostra filosofia. Un “gregge” di 90.000 persone che grazie ai pastori, Egle e Mario, furoreggia nella penisola italica da + 8 anni. Centinaia di incontri, feste nazionali, regionali e provinciali; una gioia ovunque. Si perché alle nostre feste regna il “sorriso” dei genitori e dei figli, il cibo, il gioco, il dibattito, la speranza e soprattutto la voglia di dirsi arrivederci alla prossima.
Nonostante tutto alcune nostre famiglie stanno attraversando momenti bui. Diminuzione o assenza totale di redditività derivata dalla perdita del lavoro di uno o di entrambe i coniugi; impegni finanziari disattesi; impossibilità di dare ai propri figli lo stretto necessario; mancanza di serenità nella famiglia.
Quali risposte allora siamo in grado di dare a queste famiglie a noi tanto care?
Beh, prima della nostra Associazione dovrebbe pensarci la politica e nella fattispecie il settore del “welfare” ovvero delle politiche sociali. Ma il nostro welfare, lo sappiamo bene, non solo non ci considera, ma se può, e lo fa spesso, ci penalizza.
Abbiamo provato rivolgendoci e presentando fior fior di proposte ai vari ministri di turno, sottosegretari, politici e politicanti delle regioni, provincie, comuni e perfino dei quartieri. La risposta, salvo il fiore all’occhiello del quoziente Parma (anch’esso naufragato) e qualche altro provvedimento sparso nella penisola, più illusorio che esaustivo, è quasi sempre stata negativa.
Allora mi domando: ma perché è così utopistico avanzare delle richieste alla politica che per sua natura e funzione dovrebbe dare le risposte alle domande che mi sono posto? Sono forse i politici che non si occupano di quello di cui dovrebbero ma una volta raggiunto lo “scranno” parlamentare badano solo al loro collegio dimenticando i let-motiv della loro campagna elettorale con cui hanno carpito i voti degli ignari e “gabbati” elettori?
Egle e Mario, badate bene, questa non è la visione pessimistica della realtà è piuttosto la visione reale di ciò che ci circonda. Allora se mi sono capito bene è utopistico che il politico si occupi di politiche sociali perché la nostra politica è orientata su altri lidi: denaro, successo personale, più potere, più seggiole, giochi di partito, privilegi. Tutto questo finisce per erodere risorse al nostro Paese e di conseguenza alle nostre famiglie.
Non posso allora che rallegrarmi, Egle e Mario (cari miei presidenti), per essere (rappresentate per me una figura unica) salito/sceso sullo stesso campo dove “giocano” i politici ma non per un fine personale bensì per le nostre famiglie e per fare capire soprattutto che “l’utopia politica” può diventare realtà, ovvero la meta dapprima “ideale” che si trasforma in “raggiungibile”.
Pensate quante risorse avremmo a disposizione per le nostre famiglie destinando una percentuale delle buste paga + che “Onorevoli” (pare 16/17 mila Euro al mese) alla nostra Associazione in modo tale per cui nei menzionati momenti bui ci trasformeremmo nell’invidiabile paracadute per i nostri associati ridando a quei genitori il “sorriso” che ci contraddistingue e, che, tutti noi, penso, vorremmo.
con preghiera di pubblicazione
Pier Luigi Bonvicini