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Il Giubileo della famiglia «scuola di misericordia»

Il Giubileo della famiglia «scuola di misericordia»

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Oggi in San Pietro la Messa presieduta dal Papa È il primo evento mondiale dell’Anno Santo

Famiglia, scuola di misericordia. Potrebbe essere il titolo della giornata di oggi, festa della Santa Famiglia di Nazareth, che il Papa ha indicato come primo grande evento giubilare dopo l’apertura delle Porte Sante. Tappa solenne e significativa in questo biennio che la Chiesa ha deciso di dedicare alla famiglia, con il ‘doppio’ Sinodo 2014-2015 e che si allungherà fino alla primavera del prossimo anno, quando dovrebbe arrivare l’Esortazione apostolica destinata a chiudere il cerchio di una lunga, complessa e per certi versi rivoluzionaria riflessione.
Nell’attesa del documento papale, sintesi di questo storico percorso, la ricorrenza giubilare di oggi è destinata a ribadire la connessione strettissima tra vita familiare e gesti di misericordia. E cioè inquadrare il compito e la missione di coppie, genitori e figli nella luce dell’accoglienza, della vicinanza, della comprensione e del perdono.
Sono i punti toccati anche dal Sussidio preparato dal Pontificio Consiglio per la famiglia in vista dell’appuntamento di stamattina. Un testo semplice ma eloquente, pensato per essere utilizzato da una famiglia nel breve itinerario verso la Porta Santa, che non è necessariamente quella della Basilica di San Pietro, a Roma, ma vale per tutti i pellegrinaggi, in ogni parte del mondo. La volontà di celebrare quest’anno giubilare in modo diffuso, in ogni comunità, ha infatti consigliato di non organizzare ‘eventi romani’ di particolare rilievo – non ci saranno cioè né grandi convegni né altri rilevanti appuntamenti culturali – per privilegiare una celebrazione sobria, composta, di carattere davvero familiare. Nella stessa prospettiva il Sussidio che prevede, dopo il segno della croce, la lettura di un passaggio della bolla Misericordia vultus di papa Francesco e un breve momento di raccoglimento. In seguito il suggerimento ai genitori di ricordare «le tappe che li hanno condotti a questo momento di grazia» , spiegando ai figli, soprattutto se piccoli, il significato del Giubileo e della Porta Santa. Il secondo momento è quella della Confessio laudis, in cui ogni famiglia potrà cioè aiutarsi reciprocamente «a riconoscere gli eventi più belli e importanti» della storia familiare sul modello del «Grande hallel’ della tradizione ebraica. Il Sussidio propone a questo proposito un elenco di episodi («Ci ha fatto incontrare e innamorare»; «Ha benedetto la nostra famiglia», ecc.) a cui si risponde: «Eterna è la sua misericordia».
Il secondo momento del pellegrinaggio familiare verso la Porta Santa è quello della Confessio vitae, in cui, dopo la lettura di un altro brano della Bolla di indizione, genitori e figli sono invitati alla riflessione sul perdono reciproco. Perdono da chiedere e da offrire in uno sguardo che, dalle relazioni familiari, passa dai rapporti orizzonti a quelli verticali. Ultimo momento quello della Confessio Fidei che segna il passaggio della Porta Santa e si allunga ai momenti successivi, in cui la famiglia sosta davanti al crocefisso per contemplare il «volto delle misericordia di Dio che ci accoglie e ci abbraccia». In conclusione il Sussidio propone «un gesto di attenzione nei confronti dei più poveri», perché – come ha spiegato l’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia – «con la simbologia della porta si vuole sottolineare l’indispensabilità dell’incontro rispetto alla tentazione di chiudere gli spazi. Perché la porta deve custodire, non respingere. Non dev’essere sfondata ma aperta frequentemente nella logica di una nuova sensibilità nei confronti di vecchie e nuove fragilità».

Fonte: avvenire.it di Luciano Moia