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Comunicato n° 7

Comunicato n° 7

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Comunicato nr. 7 – 29 aprile 2005

1) Per l’Assemblea Nazionale, prevista a Roma per fine novembre, avremmo urgenza di sapere quante persone pensano di partecipare. Come sapete incontreremo il Santo Padre ma la Prefettura della Santa Sede mi chiede di dare un numero approssimativo di partecipanti (adulti e bambini); in funzione di questo, potremmo andare in Udienza Privata il sabato oppure, se saremo in pochi, in udienza generale il mercoledì. Personalmente propendo per il sabato, anche per non perdere due giorni di lavoro (e di scuola per i figli) però dobbiamo essere parecchi. Fate sapere al più presto (a me o ai Coordinatori regionali e/o provinciali) chi pensa di partecipare (e in quanti della famiglia, figli, nipoti, zii o nonni inclusi!). La maggiore agenzia di pellegrinaggi italiana, Brevivet, sta predisponendo un’offerta per quanto riguarda viaggio in autopullmann e alloggio, con prezzi che variano – anche in questo caso – in funzione del numero dei partecipanti da ogni città/regione. E’ quindi inutile, per ora, scendere nei particolari. Aspetto vostre notizie! Un abbraccio fraterno a tutte/i, Mario Sberna – presidente.

2) Abbiamo incontrato a Roma i vertici del Ministero del Welfare. Questo il verbale dell’incontro:

a) La nostra debolezza è la nostra forza: siamo spesso le famiglie più povere in Italia, proprio per aver desiderato o accettato più di quattro figli naturali, adottati o affidati oppure ospitando genitori anziani o familiari diversamente abili; nello stesso tempo però siamo poche (circa 300.000 famiglie in Italia, Istat 2002) e dunque gli interventi a nostro favore non necessitano di notevoli risorse. Per favore, trovatele!

b) La fiscalità familiare non è facilmente comprensibile; abbiamo necessità di confrontarci con politiche fiscali che rispondano a semplici domande generali e cioè:

Ø Cosa succede se nasce un altro figlio?

Ø Cosa succede se il parto è gemellare?

Ø Cosa succede se il figlio è diversamente abile?

Ø Cosa succede se prendo i genitori anziani in casa?

Ø Cosa succede se mi separo “virtualmente” e divento “coppia di fatto”?

c) Definizione di famiglia: Leggendo le diverse leggi, si ha l’impressione che la preoccupazione del legislatore sia stata quella di escludere che al concetto di famiglia possa attribuirsi un valore assoluto, accettando quindi generiche forme di convivenza. Questa impostazione esclude di fatto la famiglia come fondata sul matrimonio eterosessuale e quindi include tutte le possibili scelte di vita comune dandogli dignità per il semplice fatto che esistono. A questa impostazione semplicistica, desideriamo rispondere che la famiglia già con Platone è “il principio e l’origine di tutti gli Stati” (Leggi, Cap.IV) mentre per Aristotele essa è “anteriore e più necessaria dello Stato” (Etica Nicomachea, Cap. VII). Riteniamo che il perno della valutazione delle singole leggi dovrebbe dunque essere quello del riconoscimento del primario interesse pubblico della famiglia in quanto tale (e non del primario interesse dei singoli membri). In questo senso cartina di tornasole resta l’applicazione concreta dell’art. 29 della Costituzione in cui, come è noto, il richiamo alla società naturale non significa una zona franca da sottrarre alla competenza del legislatore ma un preciso perimetro oltre il quale l’eventuale revisione della Carta fondamentale non potrà mai andare.
e) Tariffe elettriche, gas, acqua: le tariffe in Italia per uso domestico sono gravemente inique perché strutturate in modo tale da penalizzare le famiglie in modo crescente con il crescere dei componenti il nucleo familiare. Evidentemente, più le famiglie sono numerose e più energia elettrica, gas o acqua consumano; nella peggiore delle ipotesi, ci si aspetterebbe che il pagamento sia proporzionale al consumo, anche se tale ipotesi non terrebbe conto della funzione sociale svolta dalla famiglia. Di fatto invece le famiglie numerose pagano molto di più che proporzionalmente al loro consumo in quanto il costo per Kw, ad esempio, cresce rapidamente con l’aumentare del consumo medio mensile. Pertanto, mettendo al mondo un altro figlio o accogliendone uno in adozione o affido, tale scelta – di straordinaria e positiva portata per la società – comporterà una “punizione” da parte dello Stato che farà pagare questa scelta con l’aumento del costo per Kw, rinnegando nel contempo l’art. 31 della Costituzione (La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia … con particolare riguardo alla famiglia numerosa). E’ un fatto che oggi in Italia le tariffe siano state studiate per agevolare gli utenti che consumano poco, a prescindere dal loro reddito, mentre un vergognoso meccanismo – detto Recupero tariffario – fa sì che i Kw eccedenti il consumo medio mensile vadano ad erodere progressivamente, fino ad esaurimento, le quote di Kw che dovrebbero essere pagate con il primo e poi con il secondo e terzo scaglione tariffario, portandoli direttamente alla tariffa del quarto scaglione (il cui costo è triplo rispetto al primo). Se una famiglia numerosa potesse attivare presso la propria abitazione due contatori “prima casa”, invece che uno, a parità di consumi pagherebbe meno della metà (similitudine la cui logica viene peraltro utilizzata nelle “finte separazioni”). Per quanto riguarda gas e acqua, le modalità di tariffazione sono simili, perciò inique. Chiediamo quindi:

Ø Una revisione delle tariffe che tenga conto dei componenti il nucleo familiare e dunque suddivida gli scaglioni di consumo in base al numero effettivo di utenti su ogni contatore residenziale;

Ø Una revisione della tariffa “sociale”, che ora garantisce sconti non ai bisognosi ma a coloro che consumano meno, ricchi compresi;

Ø Venga assicurata, almeno per l’acqua – diritto universale! – una quantità minima vitale per ogni individuo pari a 25 litri al giorno da erogarsi gratuitamente.
f) Reddito familiare: Come dichiarato più volte – tra gli altri – dall’On.le Roberto Maroni, entro la fine della legislatura si sarebbe dovuta attuare la riforma fiscale che prevede l’introduzione del “quoziente familiare” cioè la suddivisione del reddito complessivo della famiglia per il numero dei suoi componenti, secondo un determinato coefficiente oppure le detrazioni o le deduzioni. Proponiamo l’adozione, oltre ad una area fissa di reddito non tassabile (no tax area), di una quota fissa non tassabile per ogni figlio o familiare a carico da individuare nella soglia di povertà relativa calcolata annualmente dall’ISTAT e quindi aggiornabile automaticamente (si ricorda che la soglia di povertà relativa è pari al 50% della spesa media per cittadino: per il 2004 è di 5.140,24 euro). Qualora il reddito del nucleo familiare sia inferiore al reddito non tassabile, prevedere la copertura della differenza con gli assegni famigliari.
g) Basic Income family: gli oneri per il mantenimento del coniuge, dei figli o degli anziani a carico devono essere dedotti dal reddito, analogamente a quanto avviene per le spese sostenute nell’esercizio delle attività professionali e imprenditoriali. Ciò comporterebbe un vantaggio fiscale per lo Stato in quanto le famiglie raccoglierebbero scontrini fiscali e fatture che oggi non vengono richieste per risparmiare l’IVA.

e) Deduzioni dal reddito: senza limiti e per importi calcolati su documenti fiscali (scontrini/fatture)

Ø Tutte le spese mediche, senza alcuna franchigia

Ø per occhiali e/o apparecchi medicali

Ø per mense, trasporti, materiale didattico e gite scolastiche

Ø tasse scolastiche delle superiori

Ø per i libri extra nelle scuole dell’obbligo

Ø per i libri delle scuole superiori

Ø per convitti o affitti nel caso di frequenza dell’università

Ø per i testi dell’università

Ø deduzioni non limitate né forfait ma in toto e per importi su dati reali (scontrini e fatture).
f) ISEE

Dalla sua istituzione nel 1998 la scala di equivalenza non è mai stata modificata. Con l’esperienza si è visto che la scala di equivalenza dovrebbe essere modificata nel dato che identifica dal quarto figlio lo 0,35 da portare a 0,50 in quanto se i vestiti si possono, ed è prassi comune nelle famiglie, passare al successivo (sempre che sia dello stesso sesso) , ma è pur vero che si consumano e pertanto si possono passare 2 volte e non di più; per quanto riguarda i figli portatori di handicap portare il coefficiente a 1 (per rispetto e per tutela maggiore nei confronti degli sfortunati). Si deve poi escludere totalmente dal computo, come nel caso dell’assegno sociale, il reddito della casa di abitazione.

g) Assegni familiari: Corposo aumento degli assegni familiari da attuare entro giugno 2005, avvicinandosi alle attese descritte dal Libro Bianco (triplicare gli assegni). Abolizione immediata, almeno per le famiglie numerose, della norma che prevede gli assegni familiari solo fino ai 18 anni di età: proprio quando far studiare un figlio comporta maggiori oneri, la legge lo esclude dal nucleo familiare ai fini della determinazione dell’importo degli assegni. Tali assegni dovranno dunque proseguire fintanto che il figlio non trova occupazione. Questa richiesta è da ritenersi con priorità altissima.

h) Pensione per madri di numerosi figli: Non esiste alcuna differenza tra madri che hanno avuto più figli, e quindi contribuito alla crescita del Paese, e donne che hanno privilegiato il lavoro o comunque uno stile di vita non vincolato da impegni familiari. E’ necessario che venga almeno riconosciuto, ai fini della pensione, un bonus di due anni per ogni figlio cresciuto (naturale, adottato o in affido) per tutte quelle donne che hanno dedicato buona parte della loro vita a crescere i figli.
i) Imposte bollo e IVA su autovettura: Analogamente a quanto fatto in Spagna, si chiede una riduzione del 20% dell’imposta di bollo sulle autovetture da sei posti in su di proprietà del nucleo familiare numeroso ed un rimborso del 20% sull’IVA versata all’acquisto. Infatti le famiglie numerose spostano sul territorio contemporaneamente più cittadini con un evidente risparmio per l’ambiente e per questo meritano di essere ricompensate dalla società.
j) Cultura: prevedere, per le raccolte pubbliche, concerti, musei, mostre organizzate da soggetti pubblici ed altro il biglietto familiare in cui paghino i genitori solamente, indipendentemente dal numero di figli (è già in atto, per esempio, negli scavi di Pompei).
k) Tasse universitarie: E’ nota la problematica relativa ai sotterfugi utilizzati per evadere le tasse universitarie. Casi emblematici come quello dei figli unici di genitori separati (separati per pagare meno imposte, ma normalmente conviventi sotto lo stesso tetto) che si inseriscono sullo stato di famiglia della nonna pensionata al minimo, risultando così incapienti pur presentandosi con la Ferrari alle lezioni, sono frequenti. Dato che crescere più figli comporta un maggiore contributo alla ricchezza nazionale ed alla fiscalità generale rispetto al figlio unico, proprio per aver contribuito per lungo tempo si ritiene necessario esentare dal pagamento delle tasse universitarie i figli delle famiglie numerose.

L’On.le Maria Grazia Sestini, Sottosegretario al Welfare, ci ha assicurato un immediato interessamento per la questione degli Assegni familiari.

3) Si è svolto a Verona, il 17 aprile, il primo incontro tra coordinatori regionali e provinciali della nostra Associazione. Ritengo cosa utile inserire in questo comunicato il verbale completo di quella riunione, per dare modo a tutti di conoscerli e … riconoscersi. Ricordo che molte zone del Paese sono “scoperte”, chi desidera impegnarsi a livello di coordinamento è senz’altro il benvenuto!

Verbale: Il giorno domenica 17 aprile alle h.9.30 presso la fondazione CUM di Verona in via Bacilieri, 1/a si riuniscono i coordinatori regionali e provinciali dell’Associazione Nazionale Famiglie Numerose. Introduce i lavori il Presidente Mario Sberna; dopo l’illustrazione dell’organizzazione della giornata e dell’O.d.G. programmato, invita i presenti a dedicare tutto il tempo ritenuto necessario per presentarsi vicendevolmente.

Archetti Gianni e Mainardi Cristina, Vicepresidente: 5 figli, di Brescia, appartengono al Cammino neocatecumenale, affermano il concetto fondamentale di una volontà d’apertura alla “vita” che li ha portati a scegliere/accettare di avere una famiglia numerosa. Sono sostenuti, nell’esperienza, dalle loro motivazioni di fede. Ritengono fondamentale il ruolo della famiglia numerosa per questa società, perché è chiamata ad essere sale e lievito. L’Associazione deve servire a far cambiare mentalità alla gente: le famiglie numerose non devono più essere considerate un peso, ma piuttosto una ricchezza, un patrimonio per tutti. Purtroppo i più penalizzati sono i nostri figli in quanto per le famiglie numerose, accedere alla cultura, università, internet, musei ecc. diventa proibitivo.

Strepparava Guido e Bellegante Irene da Verona: impiegato in esattoria, moglie casalinga. Ha deciso di accettare i figli per fede. La casa è stretta e questo è un problema sentito. Fanno parte della “Sacra Famiglia Paolina”. La moglie dichiara di sentirsi sola in quest’esperienza di vita e l’Associazione le permette di poter condividere con altri la medesima condizione.

Nanni Paolo e Fosci Paola da Rimini: famiglia numerosa desiderata e voluta. Da notizie varie sono poi arrivati tramite il sito internet alla conoscenza dell’Associazione. Per loro la famiglia numerosa è un valore intrinseco che va affermato nella società d’oggi, ribadiscono la disponibilità nel darsi da fare nel portare avanti l’iniziativa. A Paolo l’orario lavorativo (7-20) per l’impiego di ragioniere d’azienda e responsabile ufficio, non permette una presenza assidua in famiglia. La moglie Paola è assistente agli anziani per necessità d’incremento del reddito familiare.

Aniello Guido e Masi Adele da Napoli: 1 figlio in cielo per aborto naturale, appartengono al Cammino Neocatecumenale, sono catechisti di comunità ed hanno quindi la necessità di muoversi molto sul territorio ma anche l’opportunità di fare molte conoscenze. Figli da 5 a 25 anni. Guido è ferroviere alla Stazione FFSS di Napoli. Abitano in affitto in una casa grande. Lotta quotidiana per vivere, sottolineano le difficoltà delle tariffe alte per i servizi. Attraverso “Noi genitori e figli” (mensile di Avvenire) hanno conosciuto l’Associazione ed hanno deciso subito di aderire. Avere una famiglia numerosa non solo è importante come testimonianza ma come “denuncia” per gli altri che tendono a giustificare il fatto di non aver accettato di avere molti figli. E’ comunque, per chi crede, una collaborazione al piano di Dio. Siamo contenti e vediamo che i nostri figli sono contenti. I figli li abbiamo accettati con fede. Adele, casalinga a tempo pieno, vive la speranza dell’aiuto del Signore con fermezza, afferma che noi siamo “luce per gli altri”, altri che si scandalizzano e proprio questo scandalo è una testimonianza importante.

Giovanni D’Andola e Brindisi Mimma da Perugia: 6 figli + 2 in cielo, Neocatecumenali, hanno conosciuto l’Associazione attraverso “Avvenire”. A Perugia collaborano con la “Casa della Tenerezza”. Sostengono che mettere in comune le esperienze che facciamo è importante. Mimma: sono casalinga (preferisce nei termini e contenuti la definizione di “manager familiare” a quella di “casalinga”, come ha detto lo stesso “Avvenire”). La donna ha un patrimonio di capacità organizzativa che può essere utile. Il mondo pensa che non si può dare a molti figli tutto il possibile perché appunto molti, invece è vero proprio il contrario: Dio è generoso e aiuta a moltiplicare l’effetto dei nostri sforzi. Manca nella società la fiducia in Dio e quindi manca il coraggio di affrontare la fatica di una famiglia numerosa. Pensa e dice spesso: “Signore colma tu tutti i vuoti che ho lasciato”. L’esempio: eravamo in 8 in 85 mq per un certo periodo ma poi la difficoltà è stata superata per effetto della Provvidenza che ci ha dato una casa più grande. Le nostre famiglie sono “energia positiva nei confronti di altri” e l’esempio è la “migliore testimonianza di fede”. Il figlio di 25 anni confessa: “Non ho paura della vita perché ho visto voi (papà e mamma)”.

Viganò Giorgio e Paoli Angelina da Trento: lei è casalinga, lui consigliere provinciale a Trento. Sono stati in Bolivia per una esperienza pluriennale di volontariato, hanno perso un figlio. Angelina viene da una famiglia di 8 fratelli che le è stata di esempio. Poi, in America Latina, hanno ulteriormente apprezzato l’apertura alla vita. Riportano la Riforma della regione Trentino come esempio d’attenzione alle famiglie numerose.

Alfio Spitaleri ed Emanuela Laives, dalla provincia di Bolzano: 5 figli tra 3 e 15 anni, lavorano entrambi. Abitano in 7 in soli 70 mq. Sollevano il problema dei prezzi alti per gli appartamenti, sia in affitto che da acquistare, causa la mancanza di alloggi ad uso abitativo (utilizzati in gran numero dall’Amministrazione Provinciale come uffici, a cui si aggiunge una politica edilizia protettiva per evitare l’immigrazione sul territorio). Vengono dall’ambito parrocchiale, non fanno parte di particolari movimenti. Il loro è un cammino di fede. Emanuela lavora part-time come infermiera, si riconosce nella figura di “manager” proposta da Mimma di Perugia. Fonte di conoscenza dell’Associazione: “Avvenire”. Ora, grazie all’Associazione, abbiamo la possibilità di farci sentire, di proporre quanto in cuor nostro auspicavamo da tempo. L’apertura ad avere più figli è stata un cammino graduale, come l’impegno per la pastorale familiare all’interno della diocesi. Si cerca di portare tutti a conoscenza dell’esistenza dell’Associazione.

Bernabei Graziano e Migliori Paola, da Firenze; Paola ha conosciuto dopo un’esperienza missionaria Graziano, da quel momento hanno vissuto molte esperienze d’aiuto sociale compresa l’accoglienza in casa propria di extra comunitari (segnalati dalla Caritas). Poi sono arrivati i figli. Si occupano della prevenzione dei ragazzi di strada in un centro di Firenze. Graziano è sindacalista e cerca di caldeggiare i problemi delle famiglie. Vivono in 80mq. perché anche a Firenze i costi delle abitazioni sono proibitivi. Lavorano a tempo pieno perché è impossibile non lavorare in due, tutto è caro e dobbiamo pagare il mutuo. “Cercare qualcuno che ha i nostri problemi è importante anche per sapere come riuscire ad organizzarsi economicamente”. Conoscono l’Associazione tramite internet e per averne letto su “Avvenire”.

Luigi Picchi e Maria Teresa da Reggio Emilia: 4 bambini da 5 ai 18 anni. Abbiamo avuto una “forte” esperienza in parrocchia e con un movimento di comunità di famiglie, sotto la guida spirituale di un “santo” sacerdote. Le famiglie contattate non hanno risposto con sollecitudine all’invito ad iscriversi: per tutti non è cattiva volontà ma proprio mancanza di tempo… Maria Teresa: la società ha bisogno d’ideali umani e cristiani e quest’Associazione è un modo per trasmetterli.

Amoruso Raffaele e Sorbello MariaCarla, da Prato: affermano che l’apertura alla vita è un valore per tutti indipendentemente dalle motivazioni di fede. Il valore della vita è un valore universale e apprezziamo che questo sia sostenuto nell’Associazione. Importante è anche il fatto che l’associazione sia composta di credenti e non credenti, del resto lo stesso statuto dice a questo proposito che possono far parte dell’associazione genitori considerati come coppia eterosessuale unita da vincolo di matrimonio civile o religioso. E’ bello vedere con reciproco rispetto queste due realtà unite in un’unica voce, per far sentire che ci siamo e che vogliamo proporre un cambiamento nei confronti delle politiche familiari. Condivido che Dio ha fatto il dono della famiglia numerosa a tutti. Questo incontro è un momento importante perché ci porta da un desiderio “utopistico” alla testimonianza reale. Siamo insieme perché insieme possiamo dare un presente migliore alle famiglie per avere una boccata d’ossigeno in tutte quelle problematiche che appesantiscono la nostra vita, e per dare un futuro migliore ai nostri figli e ai figli di tutti, perché la società sia migliore per le loro future famiglie. I nostri figli devono avere la libertà di scegliere, di generare e di educare i figli che desiderano. L’Associazione nasce dal sacrificio d’alcune persone, soprattutto quelle di Brescia. Lui, operaio specializzato nell’azienda tessile, fatica ad arrivare alla fine del mese. Famiglia monoreddito. Stiamo pensando ad un altro figlio oppure ad un affido che ci è stato proposto. Carla gestisce molto bene il budget di famiglia. Lui, si sta preparando al Diaconato permanente. C’invita alla sua consacrazione al diaconato, per ringraziare Dio di questo dono. La Carla aggiunge che non bisogna scoraggiarsi se a volte si possono incontrare delle difficoltà, l’importante è cercare di restare uniti, lavorando nella consapevolezza che quello che facciamo è un’opera molto importante e vale la pena impegnarsi per ciò che si propone l’Associazione anche se ciò può portare a volte via tempo alla propria famiglia.

Guasco Romolo, da Roma: uno dei problemi dall’avere tanti figli è che non si riesce sempre ad organizzare tutto (infatti è qui da solo). Non abbiamo molti dei problemi pratici che ci avete testimoniato: abito in casa di proprietà nello stesso palazzo con tutta la famiglia della moglie e ammette che molte delle cose che hanno fatto non sarebbero riusciti a farle senza l’aiuto pratico dei genitori: “Dovremo ricordarcene quando toccherà a noi nei confronti dei figli”. Siamo cattolici ma non facciamo parte di nessun movimento, abbiamo avuto una forte testimonianza negli anni 70 da parte di un padre gesuita che ha orientato la nostra vita. Nel ’73 abbiamo fondato un piccolo gruppo di famiglie, con molti che si conoscono fin da ragazzi, esperienza che continua tutt’oggi. Ho fatto il catechista per anni. Alcune di queste famiglie sono numerose. I nostri figli non sono stati una scelta particolarmente razionale. Abbiamo un bambino in affido che ritornerà dalla madre tra breve e questo è un vero successo. Abbiamo fondato, con le famiglie di cui dicevo, una Onlus che si occupa di accogliere ragazze in difficoltà con bambini piccoli per riportarle ad una vita normale al più presto, soprattutto risolvendo il problema della casa. E’ importante che noi ci confrontiamo con chi non è cattolico perché chi fa la scelta di famiglia numerosa va guardato sempre con rispetto. Ho fatto esperienza politica. Conosco l’Associazione grazie ad un articolo del “Corriere della Sera”. Fare molti figli nella società italiana d’oggi è un valore sociale: soprattutto per un problema demografico che ha portate socio-economiche più ampie.

Mangiagalli Luciano e Padovani Debora, da Milano: abbiamo conosciuto l’associazione tramite la televisione. A Milano è una rarità avere tanti figli… Non proveniamo da un cammino religioso ma condividiamo i valori che stanno alla base dell’Associazione.

Cuppi Alberto da Bologna: è qui da solo perché la moglie è oggi impegnata. Storia un po’ diversa: un affido appena sposati, poi un altro affido per 18 anni, con l’inizio di questo secondo affido è iniziata anche la nascita dei figli. E’ importante riconoscere che i figli non sono nostri ma ci sono stati affidati dall’alto. Abbiamo avuto altri figli in affido. Non siamo in un gruppo cattolico particolare, ma il nostro direttore spirituale ci ha dato 3 mandati ai quali siamo stati fedeli: 1. Lavoro pastorale nel territorio 2. Non andare mai a letto arrabbiati 3. Non accumulare denaro.

Soprana Alessandro, da Valdagno (VI): sposato giovane e subito separato, con la seconda moglie ha costruito la famiglia attuale. Professione ottico. I figli ci hanno portato ad avere la dote della saggezza: ponderare le cose con “ottica” diversa. “Sono fortunato perché prima di avere tutti questi figli, quando ancora eravamo solo in 4, avendo saputo che il presidente Cossiga aveva una casa di 300 mq allora ho voluto anch’io una casa così…tanto per non essere da meno.” Poi è servita…

Cinelli Enrico e Franchini Angela, da Brescia: non abbiamo fatto nessuna esperienza cattolica particolare. Lui è autista d’autobus in città, lei casalinga. Storia della nascita dell’Associazione: era il 2002, ero al supermercato e ho incontrato Mario Sberna col suo carrello davanti al banco del pesce che guardava, come me, la merce esposta intimorito dai prezzi. Lo conoscevo ancora poco: “Mario, so che tu hai 5 figli, non si potrebbe fare qualcosa insieme?” perché “abbiamo problemi con tutto, economicamente”. Ci siamo così trovati a casa di Mario con altre famiglie numerose per alcuni mesi, abbiamo convocato la prima riunione mandando lettere a 470 famiglie di Brescia e si sono presentate un centinaio di persone. Il 26 luglio del 2003 Mario ha registrato l’Associazione e il 18 settembre abbiamo ufficialmente varato lo statuto. Già dalla prima riunione 40 iscritti, oggi siamo un po’ in tutta Italia e contiamo, con l’aiuto di tutti, di raggiungere al più presto le famiglie numerose italiane che, come noi, sognano una società più giusta, equa e solidale.

Cariolato Antonio, da Isola Vicentina. 4 figli e due aborti naturali. Tramite internet ho conosciuto l’Associazione. Ci sono indubbie difficoltà economiche e si vede come la politica non conosce assolutamente i nostri problemi; in concreto, oltre alle parole non si vede niente di fatto. Siamo del cammino neocatecumenale ma vedo con piacere che l’Associazione si allarga ad una dimensione più ampia di valore naturale e umano. Noi tutti possiamo essere testimonianza.

Grotto Franco, da Schio (VI): il mio è un cammino di fede. Sposato con Fiorella che non c’è perché abbiamo una figlia piccolissima, di soli 7 gg., l’ultima nata dell’Associazione Famiglie Numerose! E’ l’ottava. Non c’è niente da lamentarsi, stiamo meglio di prima. Faccio il tecnico di radiologia in Ospedale. Manca nella società qualcosa dove poggiare il piede: per chi ha fede, c’è, ma è la mancanza d’attenzione della società al problema delle famiglie numerose che opprime. C’era bisogno di qualcuno che parlasse per me e con me e attraverso “Noi genitori e figli” ci siamo finalmente conosciuti.

Galbiati Fernando e Scanu Paola, da Cremona: il nostro non è un percorso di fede quanto un’affermazione di un diritto/dovere. Abbiamo deciso di accettare i figli dopo 8 anni dai primi due perché è un dovere per tutti partecipare alla “crescita” della società (i guai causati dalla mancanza di crescita demografica della popolazione italiana ed europea più in generale, sono sotto gli occhi di tutti e ancora non sono esplosi nella loro completezza), e se ci si sente coinvolti in questo “responsabilità” d’arricchimento sociale, economico e spirituale; dovrebbe essere garantito dalla società stessa il “diritto” ad esercitare in coscienza il “dovere” stesso d’apertura alla vita. Al contrario il nostro impegno etico di “costruttori di una famiglia” è costellato da difficoltà economiche, prime fra tutte la mancanza di un lavoro stabile in questi quasi 18 anni di matrimonio. Solo il senso di maternità di Paola ha sostenuto la nostra scelta rinunciando per questo ai lavori che, per breve periodo, Paola ha cercato di mantenere (insegnamento della ginnastica aerobica e negoziante di una cartoleria). Pur se cattolici, condividiamo un senso laico dell’Associazione e l’orientamento per un valore naturale e universale del diritto alla famiglia (dei genitori e dei figli) che prescinde dai sostegni di carattere spirituale e religioso: il valore è universale, il modo di realizzarlo è individuale.

Caltabiano Alfredo e Conforti Claudia, da Parma: 4 figli più un affido. Lavora in Banca mentre la moglie lavora part-time. Chiede: 1. L’estensione dell’associazione a famiglie con 3 figli. 2. L’affido come tema per la famiglia naturale. 3. Per mantenere in equilibrio la crescita demografica di una nazione, l’indice di fertilità di ogni donna deve essere pari a 2,1; in Italia, invece, l’indice di fertilità è il più basso d’Europa (1,2 figli per donna); questo a causa anche della esiguità delle risorse destinate alla famiglia (0,9% del PIL – in Danimarca, dove alle famiglie viene destinato l’8,3% del PIL, la fertilità è tra le più alte d’Europa: 1,8). La società italiana è conseguentemente destinata a diminuire di 5 ml dal 2010 al 2050, malgrado l’apporto netto dei flussi migratori. Al fine di favorire anche l’equilibrio contributivo delle pensioni, in considerazione anche del fatto che le donne oggi hanno una vita media di 82 anni contro i 75 anni dei maschi, dobbiamo attivare la proposta di parificare a 65 anni il momento di collocamento a riposo per entrambi i sessi (come peraltro già previsto dalla nuova legge delega sulle pensioni), e contestualmente chiedere che sia riconosciuto per ogni figlio 5 anni di contribuzione allargando ai figli adottivi e ai figli in affido il riconoscimento. Per le famiglie in cui la donna non lavora il riconoscimento dovrebbe essere in capo al coniuge che lavora.

Pinardi Claudio e Marri Carla, dalla provincia di Ravenna: sposati da 22 anni, 5 figli; sintetizzano la loro storia con un vocabolo: “Affidarsi”.1°: a Dio, nella ricerca costante di capire dove ci vuole condurre quotidianamente. Quando sono arrivati i nostri 5 figli (non li abbiamo programmati….ma voluti…si) abbiamo avvertito che con il dono dello Spirito Santo ce l’avremmo fatta. 2°: all’amore di uno per l’altra perché se oggi siamo una famiglia lo dobbiamo al nostro amore che ci unisce nella vita di coppia e nella famiglia. Da qui la cura per questo sentimento originario che continua a tenere unita la nostra coppia. 3°: alle relazioni con gli amici, i parenti, i colleghi, la comunità; da giovani abbiamo avuto una storia forte con un sacerdote in comunità giovanile che è stata da fondamento per questa famiglia così solida e che ancora oggi è un punto fermo per tutti noi. Sul nostro lavoro noi incontriamo tanta gente (Carla insegnante di religione, Claudio tecnico progettista) che ci chiedono spesso come facciamo a farcela e, molte volte non lo sappiamo neanche noi, però sappiamo che è possibile. “Affidarsi” alle relazioni è importante per non perdere il contatto con la normalità. Ogni tanto ho dei momenti di sconforto davanti ai problemi della famiglia: “Mi farete andare all’inferno” dico ai miei figli…quando perdo la pazienza ma poi penso che fare il genitore è un “mestiere difficile” e noi siamo stati chiamati a farlo alla “quinta”…per cui, come a scuola, ci consoliamo pensando che a forza di ripetere… si impara!! Claudio: oserei dire, passare dal “sistema contributivo” a quello “Procreativo”. Se cerchi “qualcosa” nella tua vita non sei da solo, altri stanno cercando come te un senso alla loro vita, il fatto che qualcuno ci e si domandi “perché fai questa scelta?” testimonia che sei sempre un interrogativo per gli altri, che confrontano se stessi con le nostre scelte. Ma ho anche imparato ad accettare e vedere: sempre di buon occhio le vicissitudini e le difficoltà degli altri; bisogna sempre trasmettere una visione serena della vita.

Giuseppe Guarini e Dalla Valle Elena, dalla provincia di Padova: Siamo molto aperti proprio perché abbiamo più figli. Veniamo dall’azione cattolica e attività missionarie. Abbiamo conosciuto l’associazione da un articolo del Corriere della Sera. La famiglia è il centro della vita sociale riconosciuta anche dalla Costituzione. Dobbiamo ripartire noi, che siamo “di rottura”, per rivalutare il ruolo della famiglia nella società italiana.

Baitini Giorgio e Tarchi Donatella, da Brescia: la strada che abbiamo fatto insieme ci ha aiutato ad essere una famiglia forte. Da alcuni anni stavo riflettendo come politicamente la famiglia non sta al centro delle preoccupazioni del mondo politico. La lettura di un libro del cardinal Martini sul “codice della famiglia” è stata illuminante. Pensando di trovare un canale per riuscire a riportare l’attenzione verso i problemi della famiglia siamo arrivati alla fondazione dell’Associazione. Abbiamo pensato a lavorare in direzione del valore universale della famiglia con la stesura della Carta dei Valori. Chiediamo di sottolinearci quello che può essere migliorato. Donatella: io riporto nell’ambito del pratico le idealità di mio marito. Nella vita quotidiana c’è un impoverimento del nostro reddito rispetto alle altre famiglie. Ho desiderio di aiutare le nuove coppie ad avere meno difficoltà a partire dai nostri figli: mia figlia di 29 anni non ha ad esempio desiderio immediato di formare una famiglia.

Bonvicini Pierluigi e Ferrari Francesca, da Modena: lei insegna in un liceo. Testimonianza della propria famiglia con tutti i seguiti delle quotidiane difficoltà. Ho preso carica nel vedere voi che avete figli più grandi e siete arrivati fino a questo punto. Le vostre riflessioni mi hanno aiutato ad avere coraggio. Pierluigi: dalla Costituzione art. 29-30-31 è considerata con importanza la famiglia. Dal 1948 ad oggi la famiglia dov’è andata? Lavoro nel recupero crediti: vedo le sofferenze aumentate in questi tempi in senso generale, figuriamoci per le famiglie numerose. Ho intrapreso un’iniziativa per la RCA obbligatoria essendo socio della Cattolica Assicurazione: richiesta di sconto di 40 € per figlio, non c’è stata alcuna risposta, manderò a tappeto la lettera a tutte le assicurazioni per vedere chi accoglie la richiesta. Altra iniziativa, perché non imputare per ogni figlio un diritto di voto? V’invitiamo a visitare il nostro sito: www.pianetabimbi.it.

Dabrazzi Franco e Franceschini Gabriella, da Brescia: facciamo parte di un’associazione denominata “Bimbo chiama Bimbo” che si occupa di bambini in difficoltà in famiglie disagiate della nostra Parrocchia. Seguiamo anche, come volontari, una Casa Accoglienza, di ragazze madri con i loro bambini; esperienza che condividiamo con i nostri figli. Pensiamo anche che la nostra esistenza, come quella della maggior parte delle nostre famiglie, è stata caratterizzata da una serie di doni che Dio ha messo a nostra disposizione. Dal dono del nostro incontro, che ha permesso la nascita della nostra coppia, a quello dei tanti figli che oggi formano le nostre stupende “famiglie numerose” ma che, ricordiamoci, domani ci riporteranno al nucleo iniziale; a quella realtà-coppia che è la maggiore garanzia per le nostre famiglie.

Botti Andrea e Zenzaro Rosalia, da Ferrara: siamo sposati dal 1993, ci siamo conosciuti in un centro spirituale (FAC di Roma). Abbiamo fatto nel marzo 2004 il weekend di Incontro Matrimoniale. Non facciamo parte attivamente di nessun movimento particolare, ma proviamo a collaborare con chi chiede il nostro aiuto: il nostro parroco ci ha affidato la guida del gruppo famiglia e abbiamo collaborato con la diocesi. Rosalia: è bello trovarsi in un ambiente dove non ci si sente diversi rispetto agli altri, e dove non bisogna “giustificare” le proprie scelte…

Hubbard Robbin e Tomasin Gabriella, da Milano: avendo vissuto all’estero abbiamo beneficiato delle condizioni vantaggiose dell’Inghilterra e della Germania, vivendo con le agevolazioni e le leggi che vigono in quei paesi: sussidi in primis. Robbin: ho letto un articolo sulla nostra Associazione e ho aderito con entusiasmo all’iniziativa perché la riconosco come importante. Le famiglie devono chiedere a tutti (chiunque sia il governo) la realizzazione dei loro diritti. Tornando in Italia ci siamo trovati più poveri sia per le strutture a disposizione (all’estero, vedi Germania, le strutture sono adatte alla condizione particolare delle famiglie, soprattutto nei costi), sia per mancanza di sussidi. Gabriella: in Inghilterra le famiglie hanno subito 3 figli, appena i figli vanno a scuola le mamme trovano immediatamente lavoro. A Milano ci siamo trovati persino in imbarazzo perché un po’ particolari. Ho visto mamme stressate con soli 1 o 2 figli, noi invece non lo siamo: questo è bello. Le mamme che hanno 1 figlio fanno riferimento a te che ne hai molti: questione di fiducia?

Bazzani Mauro e Cristina, dalla provincia di Milano: sentivamo l’esigenza di un’Associazione e della condivisione di queste esperienze, non nate necessariamente da uno spirito religioso ma anzitutto umano. L’esperienza per la ricerca di una casa: drammatica. Tolleranza 0 dai vicini per i nostri figli che ovviamente non sono così “silenziosi” come gli adulti. Noi ci siamo sentiti spesso “scansati” dagli altri. Non esiste nella mentalità italiana un atteggiamento educante nei confronti dei nostri figli da parte della collettività, cioè gli altri non aiutano nell’educazione. Gli interventi d’aiuto economico sono sempre visti quasi come “elemosina” da parte della società civile e dall’autorità. Bisogna dare rilievo alla richiesta di poter permettere ad uno dei genitori di stare in casa ad accudire ai figli. Mauro: se fossimo separati avremmo più vantaggi, paradossalmente: le coppie di fatto hanno più vantaggi fiscali delle coppie di diritto! L’Europa è più avanti di noi per sussidi e tutele, la politica verso chi fa figli è notevolmente avanti (vedi soprattutto Germania). Bisognerebbe chiedere di adeguare gli standard italiani a quelli europei.

Sberna Mario e Castrezzati Egle, da Brescia: lavoro all’Ufficio missionario della Diocesi di Brescia, Egle fa assistenza agli anziani per 4 ore al giorno. Ero diciottenne, su un camion dell’Operazione Mato Grosso (iniziativa missionaria molto radicata a Brescia), zeppo di rifiuti e di robaccia vecchia quando ho visto proprio in cima al camion una perla luminosa e splendida. Qualche anno dopo me la sono regalata, anzi mi si è donata. E, qualche giorno fa, io e questa perla abbiamo festeggiato vent’anni di matrimonio. Certo, la realtà missionaria ha segnato la nostra vita di coppia fin dall’inizio. Siamo stati qualche anno in Brasile come volontari, siamo partiti con l’allora piccolo Francesco e siamo tornati anche con Daniele, adottato laggiù: centuplo accordato, secondo promessa. Poi è nata Letizia, poi è arrivato Nico in affido, con noi da sei anni, infine la piccola Aurora, nel nome la convinzione di dover crescere ancora, come coppia e come famiglia. E ci proviamo, con l’aiuto del Signore e col vostro. Egle: ho avuto la sensazione di sentirci meno soli, oggi. Noi stiamo vivendo un momento disorientante per il futuro rientro nella famiglia originaria di Nico: lacrime da un lato e gioia dall’altro credo caratterizzeranno i nostri prossimi mesi. Ma coraggio, c’è sempre un’aurora di speranza davanti a tutte noi.

Segue discussione sugli altri punti all’O.d.G.: il Presidente comunica che l’Assemblea Nazionale è prevista per il 29 Novembre, dobbiamo essere almeno 2.000 persone. Udienza privata col Santo Padre, invito a partecipare al Presidente Carlo Azelio Ciampi e alla moglie Franca. C’è da predisporre tutta la parte organizzativa, bisogna formare una “task force” per pensare tutto al più presto. Ma il primo obiettivo operativo è raccogliere il maggior numero di adesioni possibili all’Associazione e su tutto il territorio nazionale, soprattutto al Sud che è sguarnito. Anche senza una collaborazione attiva da parte delle famiglie, l’importante ora è far crescere il peso della rappresentanza presso i tavoli ai quali sediamo. Il presidente suggerisce che ciascuno raccolga le proprie idee sul futuro prossimo dell’Associazione, supportate da un’attenta riflessione personale, e gliele invii al più presto. Propone di arricchire il sito d’aneddoti personali sulla vita in una famiglia numerosa. Ricorda che risultati concreti con alcune amministrazioni sono già stati ottenuti (bus gratis a Brescia per i bambini sotto i 12 anni, prestito prima casa in Regione Lombardia per famiglie numerose ecc.), dovremmo ora attivarci anche con le grandi aziende: ipermercati, case automobilistiche, Trenitalia ecc. C’è bisogno di gente che si metta in gioco però, cioè che oltre a lavoro e famiglia dedichi gratuitamente del tempo per l’Associazione. Conferma che a breve presenterà un documento elencando tutte le attività operative nelle quali c’è bisogno di dare una mano, invitando i soci ad offrirsi per un’attività o l’altra. Ricorda di comunicargli sempre le iniziative che s’intendono promuovere a livello locale o nazionale, essendo rappresentante legale dell’Associazione. Propone infine la creazione di un depliant illustrativo dell’Associazione, per fini divulgativi sul territorio. Cede quindi la parola all’Assemblea per ulteriori interventi e suggerimenti operativi.

Vigano Giorgio: inventiamoci parole nuove che dicano attraverso il linguaggio quello che vogliamo esprimere, una sorta di lessico per una nuova cultura della famiglia.

Soprana: riprendendo un’idea già portata avanti nelle opportune sedi, richiama l’esigenza di risolvere i problemi legati alla situazione finanziaria delle famiglie numerose attraverso una riforma che tocchi soprattutto i criteri della finanziaria. Dopo che abbiamo dimostrato con una tabella che il reddito pro capite annuo/mensile/giornaliero dei componenti la famiglia di tipo numeroso se ripartita sul reddito pro-capite di tutti i membri (anche di quelli non percipienti un reddito da lavoro) porta facilmente tale reddito pro-capite al di sotto della riconosciuta soglia di povertà, il nostro orientamento è quello di far riconoscere un sistema di rilevamento del reddito collegato alla soglia di povertà relativa. Con questo sarebbe facile arrivare ad avere un sistema fiscale più equo e con vantaggi significativi per le famiglie numerose e che aprire un discorso a parte sul problema di un’imposta negativa che si verrebbe a determinare seguendo questo nuovo principio di calcolo. Un secondo modulo prevede un sistema di deduzioni per spese sostenute dalla famiglia che vorremmo sempre rapportato al reddito pro-capite calcolato su tutti i componenti.

Hubbard Robbin: sarebbe utile introdurre un quoziente familiare, splitting. Proposta di legge simile a ciò che esiste già nella normativa francese. L’obiettivo di cambiare la cultura di una nazione è un obiettivo di lungo termine. Dobbiamo concentrarci sul come fare promozione per raccogliere adesioni dell’Associazione ad esempio con l’attivazione d’iniziative che fanno parlare di noi sugli organi di diffusione delle notizie. Promozione anche nell’ambito della politica Nazionale, Regionale, Provinciale e Comunale. Propongo piani di lavoro per verificare la pianificazione delle attività di promozione. Chiedo di attivare piani di promozione presso le aziende private per ottenere sconti e vantaggi per le famiglie con azioni mirate e concrete. La cultura: possiamo incidere nell’uso di servizi all’interno di questo settore concentrandoci sempre su iniziative mirate: esempio un biglietto cumulativo per la visita a musei…

Guarini Giuseppe: utilizzare internet per analizzare a vari livelli le leggi, le delibere, i provvedimenti che riguardano la famiglia. Ciò per essere propositivi nei confronti dei rappresentanti politici. Collaborazione con altre associazioni, anche qui usando internet per la ricerca.

Giovanni D’Andola: dovremmo creare una banca dati delle normative. Preparare inoltre un documento per illustrare quello che in altri paesi europei è stato già fatto in modo da poter attualizzare le proposte in Italia.

Botti Andrea: la regione Emilia Romagna, ha istituito un sito per i servizi informativi per le famiglie e i bambini, da ieri la nostra associazione è presente nel link della regione. Dall’incontro a Ferrara con l’assessore alle politiche famigliari: lettera confermata dallo stesso Assessore per la proposta di uno sconto sugli alimentari delle Coop, iniziativa che può essere estesa a tutto il territorio nazionale. Sempre a Ferrara con l’iniziativa “Famiglie per la famiglia” ci sono € 20.000 stanziati dal Comune per tutti i progetti che sono presentati e che saranno finanziati per l’80% a fondo perduto. Presenterò un progetto di campeggio per le famiglie numerose del costo di 200 € a persona che sarà ridotto con il finanziamento a 40 €. A Vicenza: la ditta Sirio per materassi sconta del 30% gli acquisti per soci dell’Associazione, di contro l’azienda chiede che l’associazione certifichi che la famiglia sia iscritta all’associazione e che il prodotto è acquistato per uso personale.

Guasco Romolo: riunirò le famiglie socie del Lazio per poter attivare le nostre iniziative sul territorio.

Bonvicini Pierluigi: ho un contatto con una persona che ha referenze presso multinazionali e catene di distribuzione, si è detta disponibile a collaborare. Priorità per le nuove adesioni, anche se non è semplice. Tutto quello che facciamo deve passare per il coordinamento di Mario Sberna. Se otteniamo qualche risultato con le iscrizioni la priorità delle iniziative deve concentrarsi sui consumi per abbigliamento e alimentari. Riferendosi al detto: “Pensa globale e agisci locale”, propone una linea d’azione più locale. Per es. ottenere una riduzione dell’ICI del 2 per mille è un possibile esempio per le altre province, questo potrebbe ingenerare un effetto volano su tutto il territorio nazionale.

Aniello Guido: gli assegni famigliari ci sono stati ridotti a seguito delle certificazioni ISEE, è un problema da affrontare. Per le adesioni noi abbiamo portato circa 90 nuovi iscritti, perché conosciamo molte famiglie numerose. Certo conosciamo anche molti parroci. Ma le adesioni che ho fatto le ho dovute fare personalmente, casa per casa: è così che si cresce davvero, col contatto umano.

Bazzani Mauro: io e Cristina stiamo preparando uno spot televisivo, finanziato interamente e quindi senza costi per l’Associazione, con lo scopo di presentarci agli italiani sulle reti RAI e Mediaset, anche per annunciare l’Assemblea di novembre a Roma. E’ necessario poi essere presenti con numerosi links su internet. Un esempio per linkarsi in forma efficace è chiedere la presenza sui siti dei Comuni d’Italia. Abbiamo in progetto di realizzare una fiction sulla famiglia numerosa e dei suoi problemi, realizzata con personaggi reali.

Migliori Paola: in occasione della manifestazione locale della “festa della famiglia” ho bisogno del materiale per fare pubblicità all’associazione!

La riunione non esaurisce gli argomenti ma per esigenze di rispetto dei tempi e permettere a tutti di tornare nelle proprie case prima che venga notte fonda, la seduta è tolta alle ore 16.15; l’incontro si conclude con la celebrazione della S. Messa.

IlVerbalizzante:Fernando Galbiati

Il Presidente: Mario Sberna

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