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ANFN agli stati generali del comune di Roma, leggi l’intervento di Angelo De Santis

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STATI GENERALI DEL SOCIALE E DELLA FAMIGLIA DELLA CITTA’ DI ROMA

26 e 27 GIUGNO 2012

Relatore: Angelo De Santis
(Associazione Nazionale Famiglie Numerose)

(Intervento durante la sessione di lavori Quoziente Familiare, Quoziente Roma)

Buon pomeriggio a tutti.
La vostra presenza oggi è un grande segnale per coloro che vorrebbero far sparire la parola famiglia da ogni atto giuridico e amministrativo.
Sono Angelo De Santis e con mia moglie Monica abbiamo 6 figli e siamo responsabili dell’Associazione Nazionale Famiglie Numerose. Siamo quelli che dormono nei letti a castello perché viviamo in case troppo piccole costruite per mini-famiglie, o abbiamo l’auto a 7 posti come minimo.
Oggi sono qui per fare un intervento sul Quoziente Familiare o meglio Quoziente Roma. Non posso iniziare senza prima ricordare l’articolo 31 della nostra Costituzione che recita “La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei relativi compiti, con particolare riguardo alle famiglie numerose.”
Prenderò ad esempio i redditi di due famiglie: la prima la famiglia Rossi coppia sposata senza figli con reddito annuo di 24.000 euro, la seconda la famiglia Bianchi coppia sposata con 4 figli avente stesso reddito. Stimo la spesa per i 4 figli in circa 10.600 euro annui e mi tengo basso.

(Parametro 1 spese scolastiche (università esclusa): Iscrizioni 500 Euro – quaderni, libri di testo e cancelleria 1500 Euro = Totale 2000 anno;

Parametro 2 spese di trasporto (Roma su Roma): 800 Euro anno;

Parametro 3 calzature e vestiti: (450 Euro/anno a ragazzo) = 1800 Euro anno;

Parametro 4 Alimentazione: (1500 Euro/anno a ragazzo) = 6000 Euro anno;

Totale spese per i quattro figli: 10600 Euro anno.)

Alla famiglia numerosa Bianchi rimangono disponibili 13.400 euro (che sono la differenza tra i 24.000 Euro iniziali e i 10.600 euro di spesa per i figli) per affrontare le altre spese comuni a tutte le famiglie. E’ ovvio che la coppia con figli consuma tutto il suo reddito e non arriva alla fine del mese, mentre la coppia senza figli ha molti più euro disponibili che spesso non spende provocando inconsapevolmente una contrazione dei consumi.
Di nuovo mi appello alla nostra Costituzione che all’articolo 53 dice che “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.
Mi domando e vi domando la coppia senza figli e la famiglia numerosa concorrono veramente al mantenimento del bene pubblico in ragione della loro capacità contributiva? se la Costituzione Italiana è sbagliata allora che cosa aspettiamo a cambiarla? Se invece è ispirata, come immagino tutti crediamo, a criteri di equità e giustizia che cosa aspettiamo ad attuarla?
Il QUOZIENTE FAMILIARE è un meccanismo di calcolo applicabile al reddito della famiglia che tiene in considerazione diversi fattori tra cui uno dei principali è il numero dei componenti del nucleo. Esso dovrebbe avere nella nostra città la sua prima applicazione come Quoziente Roma attraverso la TIA ossia la tariffa di igiene ambientale. Saranno spostate cifre importanti per restituire equità fiscale alle famiglie specie se allietate da molti figli. E’ un inizio e un segnale di cambiamento epocale in materia di politiche fiscali di questo comune e un merito di questa giunta. Cara Assemblea Capitolina non perdiamo altro tempo, vogliamo che questo segnale diventi reale. D’ora in poi, procediamo con la sua applicazione su tutto, servizi comunali, trasporti, borse di studio e addizionali comunali ecc. IL QUOZIENTE ROMA va a correggere la scala di equivalenza dell’ISEE, scala, lo dico a voce alta e senza paura, che è stata a suo tempo pensata e approvata da tecnici e professori ingaggiati dalla classe politica succedutasi al timone del paese, che si è rivelata killer della famiglia negli ultimi 30 anni. Basta confrontare le scale di equivalenza di Italia e Francia per accorgersi che il terzo componente in Italia vale 0,39 e in Francia vale 1. Dal secondo figlio in poi in Italia i componenti valgono 0,35 e in Francia valgono sempre 1. Tre figli italiani oggi valgono un pari età francese e sono ciascuno un terzo più poveri del transalpino. Se la famiglia Bianchi con il reddito anzidetto, una famiglia numerosa, chiedesse la cittadinanza parigina avrebbe molti servizi gratuiti e sarebbe esente dal pagamento di molte gabelle. Sarebbe premiata per aver messo al mondo il futuro del paese.
Questi uomini ancora oggi hanno sulle spalle la pesante responsabilità di tante sacche di povertà, di tanti giovani che non hanno potuto laurearsi, di tanti bambini che non hanno vissuto un infanzia felice e spensierata e di tutti quei terzi, quarti, quinti figli concepiti e mai nati; andate a leggere il dato statistico delle famiglie che vivono sotto la soglia di povertà specie se numerose: è spaventoso!
Addirittura con mirata strategia hanno portato le famiglie a separarsi per convenienza economica e incentivato le coppie a non sposarsi ma a convivere per non assumersi doveri sociali ben precisi e costretto le famiglie numerose a non trovare più case sufficientemente grandi dove abitare perché ormai tutte le costruzioni sono simili ai loculi di Prima Porta. E alla fine hanno provato a seminare il dubbio, diventato dibattito dei nostri giorni: di quale famiglia parliamo? Quante altre famiglie possono esserci? Ebbene questi signori, è verità da non tacere, hanno sparato a mitraglia sulla famiglia mettendosi in contraddizione con la Costituzione. L’articolo 29 dice che “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull’uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare”.
Questo è sufficiente a sconfessare ogni dibattito, lo rende inutile e superfluo. Ebbene cari politici e tecnocrati di oggi che state portando le famiglie numerose all’estinzione, sappiatelo: siamo stanchi di questi dibattiti fuorvianti e di queste strategie mirate alla distruzione delle famiglie che servono a giustificare la vostra incapacità operativa e vi dichiariamo che non potete fare a meno di noi. Non potete fare a meno di Angelo e di Monica, di Martina, di Michele, di Valentina, di Francesca, di Damiano, di Anna e di tante altre famiglie che come la mia, ancora esistono e resistono eroicamente, perché un paese che non riconosce il valore della famiglia è un paese che uccide il suo futuro.
E’ giunto il momento di andare OLTRE le derive ideologiche e di dire ADESSO BASTA!!!!
Mentre voi discutete in aule bellissime, le famiglie sono arrivate a non comprare il pane per i propri figli.
Mentre voi fate i vostri onorevoli consigli per decidere se restituire o meno potere di acquisto alle famiglie e far ripartire i consumi e quindi l’economia (e sapete che senza di noi non si può!), la gente della strada, il paese reale diverso da quello virtuale che spesso disegnate perché non lo conoscete, i nostri figli, quelli che alla fine scriveranno la storia di questo paese, non ne possono più.
Ve lo ripeto: ADESSO BASTA! Oggi sono qui assieme alla mia famiglia e alle famiglie che rappresento in seno alla mia associazione per chiedervi una semplice cosa: vivere dignitosamente.
Siamo disposti a fare sacrifici, li facciamo da sempre, ma non toglieteci quello che di più prezioso abbiamo: la felicità, la gioia di vivere e l’orgoglio di essere genitori di tanti figli ai quali abbiamo l’obbligo di restituire un paese migliore di quello che abbiamo trovato.
Se voi ci state vuol dire che siamo tutti dalla stessa parte e quindi noi siamo pronti a fare il nostro dovere con spirito di sussidiarietà reale, ma se non ci state noi combatteremo finché avremo vita e per la vita. Il tempo dei dibattiti, signori, è terminato, ora vogliamo fatti. Ho finito.
Grazie.