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TENIAMO ACCESO IL CERVELLO

TENIAMO ACCESO IL CERVELLO

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Con un ritardo inusualmente breve (la legge dice che dovrebbe essere presentata in febbraio, ma quasi mai appare prima dell’autunno) è stata presentata in settimana la relazione annuale sulla stato di funzionamento della legge 194 sulla protezione della maternità e sull’interruzione di gravidanza, che come anno dovrebbe fotografare lo stato degli aborti (legali) in Italia.

Come ogni anno degli ultimi lustri, tutta l’enfasi della stampa mainstream si appunta sul dato assoluto del numero degli aborti, il numero scende, continua a scendere, il tasso di abortività (aborti x donna) non cresce, oh come siamo bravi in Italia (i dati negli altri paesi Europei sono ben peggiori), oh come funziona bene la nostra legge, oh che sconsiderati e cattivelli sono sono quelli che continuano a metterla in discussione.

Del resto, l’inverno scorso ha fatto sensazione una disputa, tutta interna all’ambiente all’ambiente cattolico partita dall’affermazione di una autrice, l’ottima Assuntina Morresi che l’avrebbe definita “una delle migliori del mondo”. Per sgombrare subito il campo va detto che in un certo senso si può anche affermare qualcosa del genere. Vediamo in che senso

Se mi chiedono cosa penso della mafia Veneta, non è improbabile che io ne dia un profilo confrontandola con organizzazioni similari radicate , magari, in Sicilia, In Calabria, nel casertano o nel brindisino, e non potrei negare che in paragone con queste ultime la mafia Veneta sia di gran lunga “la migliore”, se così si può dire, meno crudele, meno ramificata, meno invulnerabile. Con il che non ho certo, né del tutto né in parte detto che la mafia veneta abbia un alcunché, anche minimo, di buono, o che c’è da risparmiare qualche sforzo nell’azione per eliminarla dal novero dei fenomeni osservabili.

La stessa cosa possiamo pensare della legge che regola l’aborto in Italia, la 194/78, una delle meno orribili del pianeta, eccezionalmente curata se la paragoniamo con l’omologa legge Inglese, Cubana o Cinese, ma che purtuttavia non si può e non si potrà mai definire una buona legge. E nemmeno possiamo tanto fidarci delle lodi in cui ogni anno la stampa si profonde all’uscita della relazione, che nell’ultimo decennio ha riportato una costante diminuzione del numero degli aborti.

Innanzitutto partiamo dal numero 127mila aborti e dispari. Si, lo so che l’anno scorso erano il 3%in più, lo so che nel 1982 erano più di 234mila, e quanto ai numeri di Francia o Inghilterra non ci voglio nemmeno pensare, resta il fatto che il numero è, e resta, semplicemente spaventoso. 127mila aborti chirurgici legali in Italia significa di per sé oltre 350 aborti al giorno, se mettiamo nel conto, come la legge si guarda bene dal fare, anche i bambini fatti fuori con metodi non chirurgici, per esempio (ma non solo) tutte le vittime della sperimentazione della famigerata RU 486 (di cui torneremo a parlare) nonché gli aborti clandestini (ma la legge non aveva come suo primo vanto l’averli eliminati? Col cavolo!) si sfonda quota 400 aborti giorno, ossia 50 per ora lavorativa media, quasi uno al minuto! (quanti minuti inpiegherete a leggere queste mie sciocchezzuole?)

Perché quando escono le tabelle ci danno solo i numeri assoluti del totale o tabelle di valore risibile (numero aborti/donna) e mai qualcuna di quelle più significative, per esempio il numero di aborti per ogni nato vivo? Perché devo andare alle righine di fondo per sapere che almeno il 3 per cento di questi aborti sono eseguiti oltre i 90 giorni, ossia su bambini che potrebbero quasi essere fatti nascere (a 150-160 giorni la sopravvivenza è ormai una possibilità seria), e che vengono invece 9 volte su 10 eliminati perché “sembra” che abbiano un qualche difetto fisico, da quelli gravi a quelli risibili (lasciamo perdere la sindrome di Klinefelter del caso di Napoli, ma la stampa ci ha raccontato di bambini abortiti perché “sembrava” avessero sei dita in una mano, una roba che si corregge in ambulatorio in un quarto d’ora, se proprio non la si vuole sopportare!)

Possibile che la stima degli aborti clandestini continui a superare i 1500 al mese? Possibile che sembri “normale” che una legge la cui applicazione ci gabellano per normale, per buona, per “meglio funzionante con ogni anno che passa” sia arrivata ad avere il 70 per cento di obiezioni tra i medici, per tacere del fatto che per la prima volta quest’anno si è superato il 50% degli anestesisti e il 42% del personale non medico? E badate che ogni anno le cifre sulle obiezioni di coscienza vengono attaccate come la parte meno credibile della relazione, in quanto molto sottostimate (lamentano gli ultras della legge) rispetto ai dati reali. Cosa leggeremmo sui giornali, cosa ci direbbero di pensare di una legge di settore che venisse rifiutata dai tre quarti di quelli che dovrebbero applicarla? Se una legge sull’editoria, sull’acciaio, sul trasporto ferroviario incontrasse il rifiuto di tre giornalisti, metalmeccanici o ferrovieri su quattro, cosa non leggeremmo su quella legge?

E poi, quanto ci considerano stupidi, a noi poveri italioti, questi maestri del pensiero, questi politici e giornalisti che vengono a ripeterci che l’unica attività da fare per ridurre il numero degli aborti, l’unica medicina efficace per far scendere questi numeri è la diffusione massiccia, capillare e gratuita di tutti i tipi di contraccettivi, compresi quelli che contraccettivi non sono, come la “pillola del giorno dopo”, nonché il varo di massicci, ponderosi e obbligatori programmi scolastici di educazione sessuale?
Devo far finta di non vedere non solo che in tutte le nazioni in cui questi meravigliosi rimedi sono stati applicati i numeri degli aborti sono non solo molto più alti , ma in crescita? Devo far finta di non vedere le semplicissime statistiche disponibili (per paesi tipo gli USA sono dettagliatissime) che dimostrano che i corsi di educazione sessuale nelle scuole e la disponibilità più ampia di contraccettivi AUMENTANO le gravidanze indesiderate e gli aborti, specie fra le minorenni?
Dio ci mantenga l’Italia, ma anche in Italia, se lo mettano bene in testa noi non ci arrenderemo mai.
Alla prossima
Luigi Conti