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POLITICA FAMILIARE O JUNGLA DI AIUTI?

POLITICA FAMILIARE O JUNGLA DI AIUTI?

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Qualche giorno fa si è svolto a Curno (BG) un incontro promosso dall’amministrazione comunale per presentare alle 75 famiglie “numerose” (con tre o più figli) del paese le iniziative di sostegno attualmente in atto per i nuclei extralarge e le diverse iniziative (comprese quelle promosse dalla nostra Associazione) sul territorio.
Un incontro interessante: con un lavoro certosino la gentile assistente sociale ha raccolto tutte le possibilità offerte alle famiglie numerose: dal bonus regione Lombardia, al bonus straordinario famiglie lavoratori pensionati e non autosufficenti, social card, assegni per la maternità (Assegno dello Stato e assegno del comune), assegno al nucleo familiare con tre figli minori, bonus energia elettrica, buoni sociali ambito di Dalmine e buono sociale famiglie con più di 4 figli, contributi comunali per interventi di assistenza economica, dote scuola. E nessuno si è ricordato del bonus vacanze!
Una lista davvero notevole, che il comune di Curno ha il merito di avere approntato per raggiungere, in occasione dell’incontro voltuto appositamente per informare la popolazione di potenziali aventi diritto.Ancora più notevole se si pensa che in molti Comuni ancora non sanno dell’esistenza dell’assegno per il nucleo con tre figli…
Ci si potrebbe aspettare larghi sorrisi e soddisfazione tra i presenti: una possibile somma di circa 3500€ , esentasse, fa comodo a tutti! Eppure la sensazione raccolta in aula non é stata di grande euforia…
Il fatto é che tutti queste iniziative appaiono innanzitutto slegate: per ottenere il bonus Lombardia bisogna rivolgersi all’Asl, per il bonus sociale occorre andare dall’INPS, per il primo occorre il CUD , per il secondo bisogna avere l’ISEE (con due e) mentre per altri basta ISE (con una E). Dove si prende l’ISE, ha chiesto sperduto un papà? oh, basta andare a qualsiasi sportello CAF e rendicontare fino all’ultimo centesimo la propria situazione patrimoniale, redditi, casa, bot, assicurazioni, mutuo, soldi in banca: una radiografia totale che viene poi rapportata (nel caso dell’ISEE) al numero dei componenti familiari. Perfetto, dite voi:e invece no, perché dal terzo figlio in poi, anche se paga intero la retta della mensa, il trasporto e il conto del dentista, il figlio vale 0,35.
Ma non vogliamo parlare dell’ISE (o ISEE) anche se , certamente, chi lo ha inventato e lo ha utilizzato non ha mai minimamente considerato la violazione della privacy e della dignità personale che una tale impietosa radiografia comporta ( enon lo ha mai dovuto compilare per sè).
Era piuttosto chiaro che tutta questa valanga di aiuti, tanto pubblicizzati che ormai anche i vicini ci considerano dei miracolati riempiti d’oro, escludeva la grande parte delle famiglie presenti (che pure a occhio non sembravano milionari). Nel terrore di beneficiare
chi sta “bene” e con i tempi di crisi attuali, i fondi previsti alla fine arrivano a pochissimi: con tetti di 22.000€, 20.000€ di reddito , 7.000 di ISEE, 10.000 di ISR (perchè non ne stabiliscono uno per tutto? Ministro Per la Semplificazione, per favore, pensaci tu!) restano escluse le famiglie con un reddito magari appena fuori dal tetto, che per pochi euro non hanno diritto a nulla. E restano escluse le famiglie in cui, con acrobazie degne dei migliori trapezisti, i due genitori lavorano perché con un solo reddito é sempre più impossibile portare avanti una famiglia con 6 o più componenti, quelle che piuttosto di chiedere aiuto (e passare per poveracci) muoiono, quelle che non leggono i giornali e non vanno alle riunioni e non lo sapranno mai, quelle che dopo il primo CUD e la terza fila allo sportello gettano la spugna e lasciano stare, quelle con un solo buon reddito, che però é appeso un filo: basta che il babbo manager si veda chiudere l’azienda e buonanotte…
Insomma, tutti questi sono aiuti lodevoli ma non possiamo considerarli che un primo passo, da politica assistenziale a una politica famliare vera.
Che significa universale : la Costituzione , quando parla del particolare riguardo alle famiglie numerose, non mette tetti di reddito o ISEE. Che significa organica, senza sovrapposizioni, semplice, per cui basta un documento e uno sportello e non una laurea in economia e commercio per poterne averne accesso. Che significa rispettosa della dignità della famiglia e del suo valore, e del valore dei figli e dei bambini. Che significa proiettata verso il futuro, per dare tranquillità alle coppie che ancora non hanno una famiglia numerosa che potranno contare su sostegni veri e certi e che la scelta di avere figli non li ridurrà sul lastrico…
Anche se il sistema fiscale e sociale fanno di tutto per impoverirle, famiglie numerose non fa rima (solo) con povertà. E non bastano le misure di emergenza. Per fare ripartire il motore del nostro Paese bisogna investire sulle famiglie e pensare alla grande. Così qualche famiglia pagherà qualche bolletta, arriverà all’anno prossimo, ma i problemi (e le ingiustizie) resteranno ancora tutti lì.