“Il nostro piccolo meraviglioso bimbo se ne è andato. Siamo così orgogliosi di te Charlie”, hanno detto genitori. Avevano chiesto più tempo per stare con lui all’hospice. Desiderio negato.
Il piccolo Charlie Gard è morto. “Il nostro piccolo meraviglioso bimbo se ne è andato. Siamo così orgogliosi di te Charlie“, hanno detto genitori nel dare la notizia del decesso.
Poco dopo papa Francesco ha espresso il suo dolore con un messaggio in inglese su Twitter, poi tradotto anche in italiano: “Affido il piccolo Charlie al Padreterno, prego per i suoi genitori e per tutti coloro che l’hanno amato”
Al bimbo di 11 mesi affetto da una grave malattia genetica sono stati staccati i macchinari che lo tenevano in vita. L’atroce operazione è stata compiuta poco dopo il suo trasferimento dal Great Ormond Hospital di Londra dove era ricoverato in un centro per malati terminali.
La mamma, Connie Yates e il papà, Chris Gard, avevano chiesto di poter trascorrere più tempo con il loro figlio dopo il trasferimento nel centro ma il giudice dell’Alta corte ha dato ragione ai medici e ha stabilito che il bambino dovessero essere sottratti i sostegni vitali poco dopo il suo arrivo.
Charlie era nato il 4 agosto 2016 e mentre all’inizio sembrava del tutto sano, 8 settimane dopo ha manifestato i sintomi della rarissima malattia che ha bloccato lo sviluppo di tutti i muscoli, incluso il cuore e quelli respiratori, oltre al cervello.
>>> Leggi tutti gli articoli che parlano di Charlie per ripercorrere la vicenda <<<
LA SCHEDA La battaglia di Charlie
>>> Il cardinale Bassetti: sentiamo il piccolo Charlie come nostro figlio. La testimonianza dei genitori <<<
Connie, la mamma di Charlie con un avvocato, durante le ultime fasi della battaglia legale (Ansa)
Gli ultimi giorni
L’altro giorno il giudice aveva detto che in mancanza di accordo tra la famiglia e l’ospedale, la decisione l’avrebbe presa lui stesso. E così è stato. La mamma, Connie Yates e il papà, Chris Gard avrebbero voluto portarlo a casa ma per i medici dell’ospedale di Londra, il Great Ormond Street, dove è in cura dallo scorso ottobre, un hospice sarebbe stata la soluzione migliore per il piccolo.