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“Non si possono equiparare le unioni civili alla famiglia”

“Non si possono equiparare le unioni civili alla famiglia”

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Il progetto di legge sulle unioni civili è ritenuto ideologizzato da parte del Forum delle associazioni familiari, che cita una recente sentenza della Consulta e la stessa Costituzione per ribadire l’unicità del matrimonio

Roma, 25 Giugno 2014 (Zenit.org) Redazione

Suscita polemiche il nuovo testo per la regolamentazione delle unioni civili, annunciato da Renzi nei giorni scorsi e presentato ieri al senato da Monica Cirinnà. Secondo Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari, “la proposta della relatrice, nella sostanza, si preoccupa soprattutto di equiparare le convivenze tra persone dello stesso sesso alla famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna”.

Pertanto, laddove la proposta venisse approvata, “tutto ciò che riguarda famiglia e coniugi risulterebbe esteso alle unioni tra persone dello stesso sesso, che peraltro potranno godere anche del ‘privilegio’ di una simil cerimonia nuziale davanti all’ufficiale di stato civile”. Una regolamentazione peraltro affidata a una delega al governo che Belletti ritiene “inspiegabile”.

Il Presidente del Forum raccoglie il pronunciamento della Corte Costituzionale di qualche giorno fa, che ha ribadito che nelle unioni tra persone dello stesso sesso “non esiste il vincolo matrimoniale”. Una sentenza che dimostra che “il matrimonio e i relativi diritti/doveri sono riservati esclusivamente all’unione tra un uomo ed una donna, mentre alle altre tipologie di unione deve essere data una disciplina sostanzialmente diversa”.

Alla luce di questo, Belletti ritiene che la senatrice Cirinnà abbia intenzione di “indirizzare il dibattito della commissione Giustizia del Senato su binari connotati ideologicamente”. Al contempo, al presidente del Forum appare “evidente che il testo proposto è in netto contrasto con quanto affermato dalla Corte costituzionale e quindi con la lettera della Costituzione”.

Belletti precisa che “non si tratta di difendere privilegi”, in quanto “la specificità e la centralità della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna derivano dal suo ruolo insostituibile nella tenuta sociale ed economica del Paese”. Inoltre, prosegue ancora, “è appena il caso di ricordare che non si tratta di conculcare i diritti soggettivi delle persone che formano una coppia di fatto”. Questo perché “i diritti individuali potranno avere un pacifico riconoscimento peraltro già previsti in alcuni disegni di legge apertamente e deliberatamente ignorati dalla relatrice Cirinnà”, aggiunge Belletti. Infine, il presidente del Forum rileva “un atteggiamento che risulta seriamente divisivo nella società”, e “in questo momento di tutto abbiamo bisogno meno di creare ulteriori conflitti sociali”.