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No all’azzardo! Massimo dissenso per l’ accordo tra FIGC e Intralot

No all’azzardo! Massimo dissenso per l’ accordo tra FIGC e Intralot

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L’Associazione Nazionale Famiglie Numerose, come altre realtà della società civile, ecclesiale e non, esprime massimo dissenso per la decisione della Federazione Italiana Gioco Calcio (Figc) di sottoscrivere un accordo di sponsorizzazione con la multinazionale delle scommesse on-line Intralot.

Vogliamo a tal fine richiamare il testo del prof. Natale Filippi apparso sul nostro sito il 24/09/2009 (Educazione: il ruolodello sport) e quanto mai attuale: …” Per quel che concerne lo sport, ma non solo, attribuzione di giudizio di positività o di negatività non è connessa tanto alla
tipologia descrittiva della pratica quanto al contesto morale di senso e alla elaborazione di significati personali che l’accompagnano.
L’eccellenza raggiunta nella pratica sportiva non significa assolutamente virtù morale. Quello che conta è la qualità profonda dell’esperienza,la coerenza fra le intenzioni e le azioni. In ogni tipo di sport c’è dunque la possibilità di valore così come il rischio di
decadenza e di depotenziamento.
Nella realizzazione piena della propria umanità vi è un aspetto di singolare importanza: la capacità di tendere ad un risultato,la volontà decisa di raggiungerlo. Tra i dinamismi di cui dispone la persona(fisicipsichici e spirituali), il più importante è il dinamismo della volontà, dalla quale vengono le nostre decisioni e le nostre scelte.
E’ la volontà l’energia che dinamizza, mette in atto le nostre facoltà: capisco perché voglio; guardo perché vogliocammino perché voglio. Ma perché voglio? Perchè voglio. E’ la volontà che fonda, che attualizza il proprio io nelle proprie azioni.
Detto questo, non dobbiamo dimenticare che l’io è mosso a volere dall’attrazione che esercita su di esso la bellezza, la bontà che è insita in uno scopo che si prefigge. Vincere una gara è una prospettiva più attraente che perderla.
Esiste una grave malattia dello spirito,che è il “rifiuto ad agire-volere”. Quando l’uomo è colpito,non agisce …è agito, ossia è reso schiavo. E’ l’accidia: è in sostanza il rifiuto di vivere. Lo sport, a determinate condizioni,può divenire un antidoto contro quella malattia:
non l’unico né il più importante, ma può effettivamente far guarire.
Vi è un altro valore veicolato dallo sport: il valore della temperanza.
E’ una delle quattro virtù “cardinali”: su tali virtù si basa un esercizio della libertà che voglia far fiorire la propria umanità e non devastarla. Solo un esercizio prudente, forte, temperante e giusto della nostra libertà ci realizza veramente.
Che cosa è la temperanza? E’ la capacità di dare ordine, unità gerarchica ai vari dinamismi della persona. L’attività sportiva è una vera palestra dove si impara ad essere “temperanti in tutto”. Lo sport richiede rinuncia; chiede di educarci ad una profonda capacità di auto-dominio; ci educa ad integrare i vari dinamismi.
Alla condizione del “tutto e subito” dei nostri ragazzi, (anticamera della disperazione), l’attività sportiva educa alla libertà mediante l’esperienza del senso del limite, della necessità della rinuncia, della necessità della disciplina.
Lo sport educa alla libertà! La persona è libera quando si autodetermina nel perseguimento di uno scopo e integra tutti i suoi dinamismi dentro questo intimo movimento della propria persona.
Tramite lo sport il giovane umanizza se stesso perché esercita la libertà con gli altri in vista di uno scopo perseguito nel rispetto delle regole.
Ma a quali condizioni lo sport può, dunque, risultare educativo?
La prima condizione è che lo sport non si sostituisca alla vita, nell’immaginario e nel vissuto del ragazzo; lo sport è una metafora della vita, non viceversa: ossia la preoccupazione fondamentale di chi educa con lo sport è di condurre il ragazzo dentro la vita mediante l’attività sportiva.
In questo risiede una ambiguità dello sport: esso possiede una potente capacità evocativa del vissuto umano, ma nello stesso tempo può chiudere la persona del giovane in un universo falso e falsificante la sua esistenza.
La seconda condizione fondamentale è che non si perda coscienza del valore relativo dello sport: nella vita ci sono cose molto più importanti! Nella giornata il tempo dedicato alla attività fisica va rapportata agli impegni cui deve dare risposta: famiglia, scuola, religione…
E’ poi necessario non lasciare che l’attività sportiva sia dominata dalla logica del mercato. Riassumendo: contestualizzare l’attività sportiva nel contesto della vita; relativizzare il suo valore ed ambito; misurare sapientemente il tempo ad essa dedicato; salvaguardare la gratuità di gioco.
Il motto del poeta latino Giovenale che solitamente viene citato, è citato in modo tale da cambiarne il senso. Il testo intero del poeta dice: “Orandum est ut sit mens sana in corpore sano!” E’ questa la ragione vera per cui noi dobbiamo anzitutto prenderci cura della persona umana, così che essa non venga strumentalizzata ed esposta a possibili
degradazioni.”

E’ per combattere queste degradazioni che non possiamo lasciare che si insinui nella mente dei nostri ragazzi il binomio sport/gioco d’azzardo.
Non vogliamo tradire il nostro compito educativo, perchè sappiamo la dipendenza che causa questo “mostro” che è la ludopatia e che tanti danni provoca a intere famiglie.
Non rimarremo in silenzio davanti a questa contratto vergognoso e del quale chiediamo immediatamente la revoca.

Per il Consiglio Nazionale
Lidia e Andrea Piccolo