• it
Le nostre proposte per le famiglie numerose, intervista ad Alfredo Caltabiano

Le nostre proposte per le famiglie numerose, intervista ad Alfredo Caltabiano

108 views
Condividi

Intervista ad Alfredo Caltabiano che insieme a sua moglie sono consiglieri nazionali dell’associazione nazionale famiglie numerose e coordinatori provinciali di Parma.

ParmaDaily.it – 03/04/2007

Cos’è per lei “la famiglia”?
La Famiglia è innanzitutto il luogo dove crescono i figli, che rappresentano il futuro della nostra società: perchè senza figli non c’è futuro. Ed è la famiglia che assolve quattro fondamentali funzioni: quella sociale (in cui vengono curati gli anziani ed i disabili); quella educativa (con cui vengono cresciuti i nostri figli); quella economica, (di redistribuzione del reddito e mantenimento di chi non lavora); ed infine, attraverso la procreazione, di quella demografica.
L’Europa, ma soprattutto l’Italia, sta andando verso un declino demografico di una gravosità tale che, se non si interviene per tempo, esso avrà delle ripercussioni economiche, sociali e previdenziali enormi. Nel 2025, per effetto dell’andamento demografico ed in assenza di specifici interventi su pensioni e sanità, il debito pubblico italiano passerà dall’attuale 120% sul PIL al 365%.

Perché è nata la vostra associazione?
Come siete organizzati a Parma?

L’Associazione è nata nel 2004 a Brescia con lo scopo di promuove e salvaguardare i principi ed i valori della famiglia, in particolare quelle numerose.
Per famiglia numerosa intendiamo quelle con almeno quattro figli, anche se, da settembre 2006, è consentita l’iscrizione, con pari diritti, alle famiglie con numero di figli inferiore, che si riconoscano nella nostra Carta dei Valori. In Italia le famiglie numerose sono 185.000: erano più di 2mln. nel 1961. L’Istat prevede che nel giro di 15-20 anni non ce ne siano più. In provincia di Parma le famiglie con sei e più componenti sono 1.951, di cui 846 nel Comune di Parma.
Come Associazione, siamo presenti in tutte le regioni e in quasi tutte le province italiane; facciamo parte del Forum delle Famiglie attraverso il quale stiamo portando avanti importanti proposte sulla famiglia. Analoga attività viene svolta a Parma, dove facciamo parte della Consulta Comunale della Famiglia e della Rete Provinciale per la Famiglia.
A livello locale stiamo portando avanti alcune importanti convenzioni, tra le quali una con una catena di supermercati che, una volta a regime, comporterà per i nostri associati risparmi sulla spesa che possono anche superare i 1.000 euro annui.

Cosa può fare lo Stato per aiutare le famiglie numerose?
Lo Stato deve principalmente operare sul fronte fiscale. Bisogna dare atto che, per la prima volta dal dopoguerra, la finanziaria ha previsto interventi per le famiglie numerose.
Sono tuttavia interventi di limitato impatto ma, soprattutto, che sono a vantaggio delle famiglie con reddito basso e medio basso, escludendo (e addirittura penalizzando, attraverso le addizionali) le famiglie numerose con reddito medio. Un reddito lordo da 50.000 euro è sicuramente un reddito alto; ma se il reddito lo devi dividere per 6 o 7 persone, il reddito pro-capite è di poco superiore alla soglia minima di povertà.
La fiscalità in Italia è solo verticale, e non orizzontale: non tiene conto adeguatamente dei carichi familiari. Si arriva così al paradosso che una famiglia monoreddito con coniuge e quattro figli a carico, paghi 1.553 euro di tasse in più rispetto ad una coppia senza figli in cui ogni coniuge guadagna 25.000 uro lordi!

Proposte?
Una soluzione che proponiamo è quella di una no-tax area universale, parametrata alla soglia di povertà relativa (circa 6.000 euro annui) per ogni figlio, fino al termine degli studi (un figlio, da quando nasce a quando si laurea, costa mediamente 250.000 euro), con integrazioni per i redditi incapienti.
Anche se il sistema migliore è il quoziente famigliare: ma dicono che costa troppo… Oltre alla fiscalità, abbiamo chiesto al governo altri interventi su Isee, pensioni, assegni famigliari, redditi incapienti, iva sulle automobili e altre cose ancora, che sono state recepite da diversi parlamentari, che le hanno utilizzate per presentare apposite proposte di legge (cito tra le altre quelle dell’onorevole Palmieri di Forza Italia, e del Senatore Bobba della Margherita).

Cosa può fare il Comune di Parma per aiutare le famiglie numerose?
Bisogna distinguere le varie fasi della famiglia. Quando una coppia decide di sposarsi i problemi principali sono quello di avere un lavoro, possibilmente sicuro, che garantisca l’autonomia economica e una casa ad costo accessibile.
Quando nasce il primo o il secondo figlio, sono importanti i tempi di conciliazione tra lavoro e famiglia; diventa qui fondamentale l’offerta di adeguati servizi a supporto della famiglia (asili nido, scuole materne, trasporti scolastici, etc.). Quando poi i figli diventano 3, 4 o più, allora, oltre agli interventi di cui sopra, diventano necessari gli interventi di carattere economico.
Se escludiamo gli interventi di carattere esclusivamente assistenziale verso le famiglie numerose indigenti, allo stato attuale gli interventi attuati dal comune di Parma si limitano alla mera applicazione dell’ISEE per la determinazione delle tariffe.
Peccato che l’ISEE, così come è attualmente strutturato, è fortemente penalizzante per le famiglie numerose: il quarto figlio viene considerato solo per 0,35, quando in Francia viene considerato 1.
A questo proposito ho partecipato, all’interno della commissione welfare del Forum delle Famiglie, alla proposta di modifica dell’ISEE, che andremo nei prossimi giorni a presentare a Governo e parlamentari.

Cosa chiedete al Comune?
Di andare al di fuori delle logiche dell’ISEE per le tariffe sui servizi (asili nido, scuole materne, mense scolastiche, trasporti pubblici), prevedendo il dimezzamento della tariffa per il terzo figlio e la completa gratuità dal quarto figlio in avanti.
Chiediamo che per le addizionali comunali siano previste delle soglie di esenzione che tengano conto del nucleo familiare: le famiglie numerose sono state gravemente colpite dal passaggio dal sistema delle deduzioni a quello delle detrazioni, per cui all’aumentare del numero dei figli è aumentata, rispetto all’anno scorso, la base imponibile e conseguentemente l’imposta.
Chiediamo che per l’ICI vengano applicate aliquote agevolate e un aumento delle detrazioni: perchè a Parma se sei proprietario di uno o più appartamenti affittati a studenti universitari paghi un’aliquota agevolata del 2 per mille, mentre una famiglia numerosa deve pagare il 5 per mille?
Chiediamo che per i trasporti pubblici venga attivata la cosiddetta tessera famiglia, con la quale tutti i componenti del nucleo familiare possano viaggiare sui mezzi pubblici con un unico biglietto o abbonamento famiglia. Tutti questi interventi devono essere indipendenti dal reddito, perchè devono premiare il valore dei figli.
Per caso, le agevolazioni per la rottamazione delle auto o per la ristrutturazione degli immobili, oppure la stessa ICI agevolata per gli appartamenti affittati agli studenti, sono legate al reddito? O all’Isee? E allora perchè non svincoliamo dalla logica perversa dell’ISEE le tariffe legate ai figli? Peraltro questi interventi, se inizialmente vanno a beneficio dei nuclei con più figli, hanno un grande vantaggio: all’amministrazione costano pochissimo.

Perché?
Perchè pochissime sono le famiglie numerose. Ma sarebbe un inizio di concrete politiche per la famiglia che gradualmente potrebbero essere estese anche alle famiglie con meno figli. Ci sono tante altre proposte, le stiamo riunendo in un manifesto che andremo a proporre ai futuri candidati sindaci. Con gli amici di Famiglia Più, stiamo pensando di organizzare un incontro con i candidati a sindaco di Parma sul tema della famiglia.

DICO: quale la sua valutazione su questo tema oggi oggetto di tante polemiche politiche?
In questo momento, una legge sui Dico la riteniamo inopportuna e intempestiva.
Prima di parlare di riconoscimento delle coppie di fatto, bisogna intervenire a fondo sulla famiglia, per i motivi prima accennati. In Francia, dove da anni esiste una seria politica sulla famiglia (l’indice di natalità in Francia è di 2 figli per donna, contro 1,3 dell’Italia), esiste una legislazione avanzata sui Pacs.
In Italia, ipocritamente, si vuole prima fare una legge sulle coppie di fatto, quando non esiste una vera politica a favore della famiglia.
Del resto, viviamo un paradosso che nessuno ha ancora evidenziato: se le coppie di fatto in Italia aumentano, è soprattutto per il motivo che è economicamente più conveniente.
Abbiamo fatto due conti: una famiglia con 4 figli e un reddito di 2000 euro al mese, ha convenienza a separarsi. Con i maggiori assegni famigliari, la minore ISEE, minori tasse e altre cose ancora, avrebbe un risparmio di 500 Euro al mese!
Conosco coppie con tanti figli che non si sposano apposta. Alla fine, se passasse la legge sui Dico, queste coppie continueranno a non ufficializzare la loro posizione, per evitare di perdere i benefici economici.
Forse i Dico interessano davvero soltanto alle coppie omosessuali.

Quali altre proposte avete in corso?
Sempre all’interno della commissione Welfare del Forum delle Famiglie, abbiamo presentato la proposta di modifica del sistema pensionistico per le donne.
Oggi le donne vivono mediamente sei anni in più degli uomini, ma vanno in pensione cinque anni prima. Il motivo è quello per cui la donna deve accudire la famiglia. In questo modo, tuttavia, vengono parificate sia la donna lavoratrice, madre di più figli, che magari ha dovuto ricorrere al part time (con conseguente dimezzamento di stipendio e pensione), sia la donna in carriera, che per scelta ha deciso di non avere figli.
E visto che saranno i figli che pagherano le nostre pensioni, è stata avanzata la seguente proposta:
– parificazione dell’età pensionabile delle donne a 65 anni, come per gli uomini
– possibilità per le donne di anticipare l’età pensionabile a 62 anni, se con un figlio tra naturale, adottato o affidato, oppure a 60 anni se con due o più figli
– riconoscimento per ogni figlio di 3 anni di contribuzione figurativa.
In questo modo per le madri con due figli (il numero minimo per mantenere in equilibrio demografico il sistema) rimane inalterata la possibilità di andare in pensione a 60 anni, ma in più beneficerebbero di sei anni di contributi che contribuirebbero ad incrementare il valore della pensione.
Questa riteniamo sia un’importante politica di sostegno alla famiglia, che guarda soprattutto al futuro.
I testi delle proposte su ISEE e Pensioni sono recuperabili sul sito dell’Associazione: www.famiglienumerose.org; per informazioni, potete scrivere a questo indirizzo mail:
parma@famiglienumerose.org