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L’OPINIONE: SE LA FAMILY CARD E’ LEGATA AL REDDITO:

L’OPINIONE: SE LA FAMILY CARD E’ LEGATA AL REDDITO:

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L’intervento del dott. Campoli, che si é recentemente laureato con una tesi proprio sulla family card, si riferisce all’iniziativa di un comune emiliano che ha recentemente introdotto la card destinandola alle famiglie con un reddito non superiore ai 40.000€. Abbiamo accolto con soddisfazione l’iniziativa del comune, che comunque ha dato prova di grande apertura verso le famiglie numerose e quindi la famiglia in genere. Dal dott. Campoli l’invito a fare quel piccolo passo in più, che in effetti é un grande passo in termini culturali. Rendere universale la card, cioè sganciata da limiti di reddito, per riconoscere con essa il valore intrinseco della scelta di avere figli, di giocarsi la vita (e le finanze) sul domani.

Mi riferisco alla notizia apparsa sul sito ma della quale, purtroppo, non riesco ad aprire il link per leggerne compiutamente le peculiarità.
Come si fa ad inserire una soglia di reddito di 40.000 euro per una famiglia di almeno 5 persone? Significa che le menti illuminate che hanno stabilito questo limite considerano che una famiglia che ha 40.000 euro di reddito non necessiti di alcun aiuto poiché ha sufficienti risorse finanziarie a disposizione!
Ma se da quei 40.000 euro togliamo l’irpef ecco che il reddito scende a 28.480 che diviso 12 mesi porta a 2.373 euro che poi, diviso i cinque componenti, porta ad un reddito pro-capite di “ben” 474,60 euro (più di 10 euro sotto la soglia di povertà stabilita dall’Istat!!!).
Se, poi, i 40.000 euro li rapportiamo ad una famiglia con quattro, o cinque o più figli (come spesso sono le nostre famiglie), ecco che la “ricchezza” cala vertiginosamente!!!
Inoltre, va considerato come la family card sia a costo zero per l’ente territoriale che la emette poichè i vantaggi di cui usufruiscono i destinatari sono sopportati dai partners che liberamente vi aderiscono destinando sconti ai titolari delle carte.
Perchè, allora, ci si ostina a dover per forza inserire dei limiti di reddito per poter accedere a scontistiche che i commercianti liberamente decidono di praticare?
E se limiti si ritiene di dover mettere: perchè non li valutiamo con ponderatezza, magari tenendo conto anche dei diversi carichi familiari?
Teniamo presente, infine, che se acquistiamo una autovettura a metano o gpl, usufruiamo di un contributo statale che è sempre quello indipendentemente dal reddito!
La domanda, ancora una volta, è sempre, sempre, sempre la stessa: i figli rappresentano una risorsa, il futuro o sono un peso per la società? La denatalità è un problema oppure no? Dall’una o dall’altra risposta si orientano le opinioni e le politiche sociali.
Ciao a tutti. Paolo