Oggi 20 novembre è la giornata mondiale dell’infanzia.
Le famiglie numerose si uniscono a questa giornata. La celebrano ogni giorno. Sono ‘custodi’ consapevoli e generose dei bambini, di ogni figlio. Anzi della vita, dall’alba al tramonto. Della vita in ogni sua espressione, dell’affido e dell’adozione, dal disabile all’anziano, da chi è ormai senza nessuna speranza a chi ancora ne custodisce qualche frammento.
Custodi forti e serene della vita, anche quando tutto sembra crollarci addosso. Custodi sicure e belle perché nelle nostre famiglie c’è un papà e un mamma che si vogliono bene per sempre: perché in esse si genera il futuro della nostra società.
Condividiamo le parole del nostro presidente Napolitano, ma con forza e libertà diciamo a tutti e, in particolare a chi ha responsabilità culturali e politiche: attenti al pensiero ‘unico’. Il pensiero ‘unico’ – di cui spesso parla papa Francesco – ha molte espressioni, tra le quali l’ideologia del genere; una ideologia che tutto appiattisce e uniforma, togliendo alla persona ciò che mamma le fece, direbbe Giovanni Pascoli.
Se ai suoi inizi tale ideologia poteva essere più che comprensibile – perché sottolineava l’identità piena della donna – ora porta solo all’uniformità, tanto da eliminare i nomi che più ci sono cari, quelli di mamma e di papa, sostituendoli con quelli di genitore uno e genitore due; vero cavallo di Troia per legalizzare le unioni omosessuali.
A questo le nostre famiglie non ci stanno; se per noi sono sacrosanti i diritti e la dignità di ogni persona – sia essa etero o omosessuale – lo sono altrettante le differenze specifiche fra maschio e femmina; semplicemente perché nella loro personale e diversa relazione si nasconde ed opera la stessa immagine di Dio; il Suo inesauribile amore per ogni persona nella sua irriducibilità.
Giuseppe e Raffaella
