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È possibile una nuova ISEE?

È possibile una nuova ISEE?

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Intervista al prof. Claudio Goatelli, uno dei massimi esperti di Isee in Italia

È possibile una nuova ISEE?

Alla Conferenza Nazionale sulla Famiglia di Firenze del il 24 – 26 maggio scorsi, il Forum delle Famiglie ha presentato un sostanzioso pacchetto di proposte elaborate con il contributo del nostro Alfredo Caltabiano (che ha partecipato per conto dell’ANFN alla preparazione delle proposte del Forum, in particolare proprio sull’ISEE e sulle pensioni) che sicuramente affronta in modo integrale e pratico il tema “famiglia in Italia”. Chi meglio delle famiglie può conoscere, vivere sulla propria pelle, le storture, le iniquità della nostra legislazione riguardo la famiglia e proporre delle soluzioni! È il caso di aggiungere che per quanto (giustamente) partigiano, onestamente non viene richiesto niente di strano: la maggior parte delle proposte sono prassi corrente in molti paesi europei e in altri casi (es. l’ISEE) si tratta di aggiustare, rendere funzionali e più eque normative contorte o male applicate.
Per quanto riguarda l’ISEE la proposta del Forum di fatto riscrive le norme in modo di trasformare, per quanto sia possibile, questo “oggetto misterioso” in un maneggevole strumento di misura sociale/economico a disposizione prima di tutto dei Comuni.
La revisione è totale, ma vediamo due punti della proposta più salienti.
1. L’ISEE attuale è rigida e generalista: un reddito di € 15.493,71 avrebbe lo stesso potere di acquisto sia a Enna che a Milano e gli affitti sarebbero gli stessi (le famiglie di Milano sono d’accordo?), tra l’altro le regioni hanno del tutto disatteso la possibilità concessa dalla legge di dotarsi di una propria normativa al riguardo, una sorta di personalizzazione.
La proposta del Forum mira, in un certo modo obbliga, che l’ISEE sia aderente alle varie realtà locali: i comuni stessi potranno personalizzarsela purché, rispetto alla legge base, sia più favorevole al cittadino.
2. Riscritta la famigerata scala di equivalenza (la mitica tabella 2, dove i componenti oltre il 4° valgono 0,35), nell’attuale sequenza la media individuale può solo scendere, già all’ottavo componente siamo a 0,50, ogni persona aggiunta riduce la media di circa 0,015.
La scala proposta porta il valore dal 5° componente a 0,78 e la nuova sequenza non fa’ mai scendere la media individuale sotto 0,70, anzi, se la famiglia si incrementa la media può solo salire! In più la tabella è utilizzabile per ritarare i vari “numeri” richiesti per l’elaborazione (redditi, patrimo-nio, ecc.).

Per chi conosce e soprattutto ha subito l’ISEE quanto sopra dovrebbe essere entusiasmante…, ma restiamo con i piedi per terra: è una proposta, chissà se verrà mai presa in considerazione.

Ma gli esperti cosa ne pensano dell’ISEE? Siamo andati a cercarli e i migliori non potevamo che trovarli nell’involontaria patria di origine di questo marchingegno: l’Università di Trento.
Agli inizi degli anni ’90 l’Università chiese al prof. Gianfranco Cerea, docente di economia pubblica, di inventare un sistema per “personalizzare” nel modo più equo possibile le rette dell’Ateneo; il metodo evidentemente piacque molto anche a Roma ed in effetti era uno strumento del tutto nuovo, a suo modo geniale. Alcuni anni più tardi il prof. Cerea venne coinvolto nella commissione tecnica che doveva “costruire” quella che poi divenne l’ISEE, ma ovviamente la politica e dintorni ci mise molto, molto di suo…
Il prof. Cerea e l’Università di Trento collaborano con una società trentina di “welfare engineering”, la Clesius srl (www.clesius.it), e lì abbiamo trovato un vero “appassionato” di ISEE: il Dr. Claudio Goatelli e ne è nata questo breve intervista.

D: Cosa significa welfare engineering? In cosa consiste il suo lavoro?

Dr. Goatelli – Inizierei col parlare di Clesius, un’azienda che si occupa dal 1992 di valutazione delle condizioni ( economica, sociosanitaria, merito… ) e la cui attività di ricerca è stata recepita – anche se in modo semplificato – ed avvallata dalla normativa nazionale in materia di politiche sociali (DPCM 30-4-97, DL 124/98, DL 109/98 e successive modifiche – l’ISEE -).
Oggi, in Clesius, ci occupiamo di sviluppo di strumenti per la gestione via web di procedimenti amministrativi legati alle politiche sociali (da qui, welfare engineering), toccando un bacino potenziale di circa un terzo della popolazione italiana, e di consulenza su principi, normativa e regolamenti riguardanti la valutazione delle condizioni per Comuni, Province e Regioni.
In questo contesto, il mio ruolo è quello di coordinare i gruppi di lavoro sull’ISEE all’interno degli enti locali al fine di redigere regolamenti equi e rispettosi dei vincoli di bilancio. Il mio blog – www.goatelli.com – raccoglie il frutto del mio lavoro: risultati, analisi, documenti, spunti e riflessioni su tutto ciò che riguarda l’ISEE e la valutazione della condizione economica in genere.


D. – L’ISEE è nata circa nove anni fa e dovrebbe essere ormai rodata, eppure sembra che non funzioni. Ci sono troppi comuni che non la sanno sfruttare, molti la ignoran. Insomma: c’è non poca confusione e l’ISEE è in ogni caso percepita come una complicazione.

G. – Le problematiche sono due, e riguardano la formulazione dell’ISEE e l’applicazione dell’ISEE.
L’ISEE è uno strumento per la misurazione della condizione economica che recepisce solo in parte i principi emersi dal dibattito scientifico a riguardo: non tanto negli elementi di valutazione (reddito – patrimonio – famiglia), quanto nel modo in cui questi vengono “aggregati”. Nell’ISEE, infatti, il reddito viene sommato ad una “fetta” (il 20%) di patrimonio.
La somma, però, si presta a rappresentare una valutazione di due fattori direttamente confrontabili. La somma tra reddito e patrimonio sarebbe possibile, in questo caso, solo se il patrimonio venisse valutato come rendita, cioè come una percentuale corrispondente agli interessi in banca.
Se le chiedessi chi è ricco tra un cittadino che dichiara un reddito di 100.000 euro all’anno e uno che non guadagna nulla, ma che è proprietario di 10 appartamenti sfitti, cosa mi risponderebbe?
Sicuramente, entrambi! Infatti la condizione economica di un nucleo familiare viene determinata dal suo reddito o dal suo patrimonio.
La descrizione che l’ISEE fa del concetto di condizione economica, quindi, non è del tutto completa (reddito e 20% patrimonio).
Non finisce qui. Le franchigie vengono decise a priori, nel decreto, lasciando poco spazio alla discrezionalità politica locale e rendendo di fatto l’ISEE un indicatore unico, a prescindere dalla politica agevolata. E’ un po’ come se con lo stesso strumento volessi misurare oggetti di pochi millimetri o distanze di migliaia di km.
Se pensiamo ad un misura da assegnare ai servizi erogati dal Comune, con il minimo vitale avremmo bisogno dei millimetri; per i contributi destinati all’acquisto della prima casa avremmo bisogno dei km! Applicando l’ISEE tout court al minimo vitale, per effetto delle franchigie su patrimonio mobiliare ed immobiliare, valuterei nullatenente un cittadino con 15.000 euro in banca e una prima casa del valore ai fini ICI di 51.000 euro circa; ai contributi per l’acquisto della prima casa, andrei a penalizzare chi ha accumulato i risparmi proprio in vista dell’acquisto dell’abitazione.
I problemi legati all’applicazione sono figli dei vincoli insiti nella formulazione dell’ISEE, ma non solo.
Nella sua domanda lei dice “c’è non poca confusione”: è vero. A distanza di quasi nove anni dall’emanazione del primo decreto, infatti, il quadro che dovrebbe rappresentare l’applicazione dell’ISEE ai servizi a domanda individuale, risulta assai confuso: molte amministrazioni, infatti, utilizzano ancora il reddito come misura di selezione, altre ancora traducono in norma approcci che meno di altri soddisfano esigenze di equità (es. soglie e fasce), altre ancora non tengono conto della formulazione dell’ISEE o non sanno come impiegare al meglio gli ulteriori criteri di selezione dei beneficiari previsti dalla normativa.
Di fronte a ciò il cittadino appare inevitabilmente disorientato.
Le cause, come ho accennato prima, non possono essere solo nei vincoli insiti nella formulazio-ne dell’ISEE. Dovremmo ragionare anche sulle modalità organizzative dei servizi all’interno del-la Pubblica Amministrazione, sugli strumenti a disposizione per una corretta pianificazione (scenari di valutazione), sul ruolo fondamentale del “benchmarking”, sull’importanza della for-mazione e dell’outsourcing…

D. – La scala di equivalenza, che tanto fa’ arrabbiare le famiglie numerose. I parametri scelti dovrebbero avere una base scientifica e statistica, però il valore 0,35 dato oltre il quinto componente ci pare fuori da ogni logica; tanto più quando, stesso comune, ci vediamo applicare l’ISEE per l’asilo nido (il bambino vale 0,35…) ma per la tassa rifiuti lo stesso figlio vale uno!

G. – Sulle scale di equivalenza si è scritto molto e non sempre i risultati prodotti dalla ricerca scientifica sono stati convergenti: per rendersene conto basta una rapida consultazione delle principali formulazioni della scala di equivalenza (OECD, Orshansky, Commissione Povertà, CSO/DSS, Deaton). La risposta alla sua domanda può più compiutamente, da chi si occupa di studiare (anche) questo fenomeno: penso al prof. Gianfranco Cerea, ma anche al dott. Gilberto Barbieri.
D. – La normativa consente alle regioni di personalizzarsi entro certi limiti l’ISEE, ma a parte l’ICEF trentina, pare che nessun’altra regione ci abbia pensato. La normativa prevede margini di manovra ulteriori alle regioni a statuto speciale/province autonome?

G.- Vista l’autonomia in ambito sociale (ma non solo) tutte le Regioni (senza distinzioni) hanno la possibilità di tarare un proprio indicatore di condizione economica. So che in Lombardia, ad esempio, qualche studio di fattibilità si è fatto.

D. – A prescindere dall’ISEE, in base alle sue esperienze di lavoro con gli enti locali, le famiglie numerose sono tenute correttamente (si può dire scientificamente?) in considerazione?

G. – Nell’ambito dei regolamenti comunali che ho avuto modo di seguire, soprattutto per le politiche afferenti l’istruzione (esempio “trasporti” e “mensa”) sono generalmente previste delle scale sconti che arrivano all’esenzione per il terzo figlio a prescindere dalla condizione economica.
Non sono sicuro che questo sia “scientificamente” la strada più corretta. Anche su questo argomento, infatti, si dibatte molto e ci si chiede se sia più giusto far pagare per tutti i figli e poi intervenire con i buoni famiglia per i casi di maggior bisogno o meno. Sarebbe necessaria un po’ di sperimentazione sul campo…

Il Dr. Gilberto Barbieri, citato dal Dr. Goatelli, ha dato un contributo fondamentale alla stesura della proposta del Forum,. Troverete nei “scaricabili” la sua relazione tecnica, un riepilogo/confronto illuminante, che per di più ha fatto scoprire un’anomalia dell’ISEE apparentemente secondaria, ma che crea problemi a chi vuole applicarla al meglio: non c’è alcun raccordo tra centro e periferia. L’Inps (centro; tutte le dichiarazioni ISEE finiscono in una sua apposita super banca dati, una miniera di dati utili!) è solo un raccoglitore e uno svogliato controllore, i comuni (periferia) se vogliono delle verifiche, delle simulazioni, dei confronti (benchmarking), vogliono pianificare: si devono arrangiare!! Di questa enorme banca dati al massimo potranno leggersi la monumentale relazione che una volta l’anno viene sfornata dal Governo…
Che altro dire dell’ISEE? Non saprei, o meglio, se avessi più tempo ci scriverei un (noioso) romanzo, comunque nei link sotto troverete molte informazioni utili.
Concludendo, nessuno si illuda: certificazione formale ISEE, vecchia o nuova che sia, preparate tanta carta, pare inevitabile…

Flavio Visentin

Precedente articolo:
http://www.famiglienumerose.org/news.php?idnews=261

Tutte le proposte del Forum alla Conferenza di Firenze, compresa l’Isee (non è complicata!):
http://www.forumfamiglie.org/eventi.php?&evento=230

Per chi vuole farsi del male…, il rapporto ISEE 2006:
http://www.solidarietasociale.gov.it/solidarietasociale/ms/StudiEStatistiche’ target=’_blank’>http://www.solidarietasociale.gov.it/solidarietasociale/ms/StudiEStatistiche

Ribadisco, imperdibile:
http://www.goatelli.com

ed in particolare: come sopravvivere all’ISEE…:
http://www.goatelli.com/_docs/Come_sopravvivere_all_ISEE.pdf