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Considerazioni in occasione dell’Assemblea Nazionale del Forum delle Associazioni Familiari

Considerazioni in occasione dell’Assemblea Nazionale del Forum delle Associazioni Familiari

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Sabato 12 novembre si è svolta a Roma l’Assemblea Generale del Forum delle Associazioni Familiari, dopo la relazione del presidente in carica Gigi De Palo, hanno preso la parola due illustri ospiti il Cardinale Matteo Maria Zuppi presidente della CEI e l’On. Eugenia Roccella, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità.

De Palo, a marzo 2023 terminerà il suo mandato, ha esordito dicendo che nel suo discorso ha cambiato qualche virgola, ma da anni è pressoché sempre lo stesso, ripetuto davanti ai tanti ministri e presidenti che si sono succeduti, mentre non è la stessa, la situazione delle famiglie che è ulteriormente peggiorata. Non si può più aspettare, il tempo delle analisi è finito, ora è il tempo di agire.
Bisogna lavorare per un fisco più equo che tenga conto della composizione familiare, l’abolizione dell’ISEE, l’aumento dell’assegno unico, il quoziente familiare.

Questi tre punti sono sempre stati proposti da ANFN come prioritari e solo con il loro raggiungimento otterremo la vera “riforma epocale” che si pensava, erroneamente, fosse già raggiunta con il solo Assegno Unico e Universale.

E’ stato ancora detto che per riformare l’ISEE, c’è la necessità di fare proiezioni. Su questo tema, ANFN da anni propone tabelle e proposte, speriamo sia la volta buona che vengano considerate!

Anche il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della CEI, nel suo intervento ha sottolineato come sia importante per un governo di non perseguire solo “l’immediatezza” che si può ottenere parzialmente con i vari “bonus,” ma la necessità di una visione del “bonum” che implica interventi a lunga scadenza.

Come aveva già affermato nel suo saluto nel corso dell’Assemblea Nazionale della nostra associazione, l’On. Roccella ha ribadito che “Nella finanziaria saranno apportare correzioni per le famiglie numerose che sono maltrattate”. Ha inoltre ribadito che “Per fronteggiare la denatalità serve uno sforzo comune. Di coordinamento tra tutti i ministeri, poi ci vorrà la partecipazione attiva di tutti i soggetti in campo”.

Infine sono intervenuti i presidenti di alcune delle associazioni aderenti al Forum, fra cui il nostro Presidente Alfredo Caltabiano.

Caltabiano ha ricordato come il cardinale Zuppi nel suo saluto alle nostre famiglie riunite in assemblea ci aveva detto delle parole bellissime “Di giocare in attacco e trasmettere il gusto della vita e la bellezza di essere in tanti”. Ha ringraziato quindi l’On. Roccella per aver mandato anche lei un saluto alle nostre famiglie riunite in assemblea ed ha confermato la disponibilità della nostra associazione, delle nostre famiglie a collaborare attivamente con il suo ministero e con il Forum. In particolare Caltabiano ha sottolineato che i figli sono un investimento, per cui come si parla di economia circolare, economia solidale, bisognerebbe aggiungere un nuovo termine, dovremmo parlare di “baby economy”. E come ANFN siamo a disposizione per aiutare per passare da un’Italia del figlio unico a un’Italia con il terzo figlio.
In ogni caso aspetteremo i fatti. Crediamo però che ci siano i presupposti per migliorare. Noi continuiamo a metterci a disposizione per aiutare in questa strada. E ci mettiamo a disposizione anche per migliorare l’assegno familiare, uno strumento che è limitato, in particolare proprio nei confronti delle famiglie numerose. E’ necessario migliorarlo e renderlo più efficace anche ai fini della natalità, ha concluso il nostro presidente.

Speriamo in questo modo che fra trent’anni chi scriverà la storia e dirà che l’emergenza in Italia dagli anni duemila è stata la crisi demografica, potrà anche dire che finalmente ci si è mossi per cambiare le cose.  Se no la storia la scriveranno degli anziani, perché i giovani non ci saranno. Questa drammatica realtà è stata per troppo tempo oscurata nelle menti dei nostri governanti. Uno Stato che non guarda al futuro, è uno Stato già morto. Uno Stato che non vede i figli come realizzazione di un bene comune è uno Stato bendato, sordo, silente.
I figli sono il bene comune del nostro futuro; il beneficio sociale dei figli non può essere circoscritto alla sola sfera privata, pur essendo la decisione di procrearli quella più intima e familiare: quindi la questione della natalità e dei figli investe la continuità e il futuro di una comunità sociale. Ma il loro costo è in gran parte responsabilità privata delle famiglie, anziché essere una condivisione sociale: di conseguenza il costo sostenuto dalle famiglie è troppo elevato.
Il tema dell’equità fiscale verso la famiglia riguarda il fatto che essa sostiene i costi della riproduzione della popolazione, ossia del ricambio fra le generazioni e dovrebbe quindi essere riconosciuta in questo suo fondamentale ruolo sociale, di cellula primaria della società. Lo Stato italiano, finora, non solo non ha riconosciuto nei fatti questo ruolo alla famiglia, ma anzi ha penalizzato la famiglia che ha figli e l’ha penalizzata quanti più figli ha. Tutta la nostra fiscalità agisce contro la famiglia unita in matrimonio. Si spiega così che le famiglie con figli in Italia siano diventate meno del 50% delle famiglie e che il desiderio di figli sarebbe oltre 2,5 per coppia ma ci si ferma a poco più di uno. Perché l’Italia spende per la funzione famiglia e bambini solo l’1,3 percento del Prodotto interno lordo (Pil), rispetto per esempio al 2,5 della Francia: poiché un punto di Pil italiano vale circa 17 miliardi di euro, colmare il divario almeno rispetto alla Francia comporta una riallocazione di spesa pari a 20 miliardi di euro, che rappresenta una cifra impegnativa ma abbordabile, soprattutto se si considera il suo elevato rendimento sociale. Da noi invece si pensa sempre a dare assistenza e non sostegno alle famiglie, legando gli aiuti all’ISEE. ISEE in sé iniquo, già nel 2002 Ermanno Gorrieri (cfr. “Parti uguali fra disuguali” ed. Mulino – Bologna) scriveva che, sulle scale di equivalenza nella normativa, con una decisione molto discutibile, era stata adottata una scala molto meno generosa nei confronti delle famiglie con figli, nel senso che le scale riconoscevano un minor aumento dei costi al crescere dell’ampiezza della famiglia. Un assurdo. La riforma dell’ISEE del 2015 ha lasciato le scale praticamente invariate e quindi siamo ancora lì: più figli hai, più vieni penalizzato per averli avuti.
Tuttavia in Italia un certo ottimismo per tornare ad essere un Paese straordinario e non un Paese di morti, potremmo ancora averlo. Paradossalmente non avendo promulgato in Italia leggi a favore della natalità, basterebbe iniziare a investire in politiche familiari e in natalità per trovarci subito in una situazione migliore.  Sollevando le famiglie che si sono già aperte alla vita affinché non siano più solo una testimonianza di coraggio, fede e speranza; stimolando le giovani coppie ad aprirsi alla vita perché sostenute, protette, incentivate da uno Stato che, finalmente, non è nemico della famiglia e non la punisce per aver messo al mondo il futuro. Realizzando concretamente il dettato costituzionale più vilipeso nella storia italiana, l’articolo 31, che impone alla Repubblica un’attenzione particolare, un particolare riguardo per le famiglie numerose.
La Carta Famiglia che è già approvata da qualche anno, ma è ancora vuota di contenuti, e, come in Francia, in altri Paesi e nella nostra Provincia Autonoma di Trento, potrebbe agevolare chi ha figli nell’utilizzo dei mezzi pubblici, nell’utilizzo di Convenzioni commerciali, nella frequentazione di Musei ecc. E’ a costo zero per il Bilancio dello Stato, è positiva per il Prodotto Interno Lordo (se pago due biglietti vado al Museo, se ne devo pagare ad esempio sette, anche per i 5 figli, non ci vado; perciò il Museo, il treno, il Parco, perdono due biglietti ogni volta).
Auspichiamo che in tempi brevi l’Assegno Unico ed Universale venga corretto nella sua applicazione e si abbia finalmente in Italia quella “riforma epocale” che stiamo aspettando da decenni.
I tempi dell’analisi sono finiti, quindici anni fa di denatalità ed inverno demografico ne parlavamo quasi solo noi e venivamo “canzonati”, da qualche tempo ne parlano tutti, ma altro che “secondo tempo”, abbiamo bruciato i “supplementari”, ci siamo pure persi con i “calci di rigore”, quel che è certo è che le molteplici criticità che le famiglie si trovano ad affrontare oggi, sono direttamente collegate al costo dei figli, che più ne hai e più costano e ai limiti di un sistema fiscale non adeguatamente commisurato alle esigenze delle famiglie con figli. Fintanto che non sapremo guardare a quante bocche vengono sfamate da un determinato reddito, né la giustizia né l’equità troveranno casa tra le norme fiscali e tributarie italiane.
Lo abbiamo già fatto con altri governi e con altri ministri, ma in questa occasione a maggior ragione vogliamo e dobbiamo augurare buon lavoro al governo in carica ed in particolare alla On. Roccella.

Alfio Spitaleri