Finalmente è dicembre. In famiglia abbiamo sempre avuto un attaccamento molto forte a questo mese. Perché c’è la neve, perché c’è Santa Lucia, perché ci è nata una figlia, Maria Letizia, perché i nostri genitori, molti anni fa, si sposarono; perché finisce un anno vecchio e arriva il nuovo, perché ci sono tante occasioni per stare insieme e fare festa.
E, soprattutto, perché a dicembre c’è Natale. Che Gesù sia nato, oltre duemila anni fa, nessuno lo mette più in dubbio ormai; che rinasca ogni anno nei nostri cuori, questo lo sa bene ogni credente. Il credente sa che sì, il Signore è vicino, è accanto, chiede di rimanere accanto a Lui, di aprire il cuore, la vita, la comunità quando bussa.
Aprendo, alla porta trova una famiglia semplice, con tutti i suoi pregi e difetti, solo un pochino controcorrente, perché l’apertura alla vita l’ha presa sul serio. Magari con più fatiche sulle spalle in quest’anno di dolore e sofferenza a causa della pandemia; magari con qualcuno che non è più fra noi, a condividere le gioie e le speranze, perché il virus se l’è portato via.
E’ stato un anno di lacrime, anche per la nostra Associazione purtroppo. Volti e sguardi che non si incontreranno più su questa terra. E le tante storie di lavoro perso o ridotto, di stipendi scarsi e insufficienti. Insomma, per quest’anno, finalmente finisce dicembre.
Ma non lasciamo che il cuore indurisca a causa di questo triste evento pandemico. Al contrario, lasciamo che il “Bambino che ci è nato” riscaldi il nostro cuore e possa sentire tutto il calore del nostro amore, che non si rinchiude nel proprio dolore, ma piuttosto si sente lenito dall’apertura e dalla condivisione della sofferenza delle nostre famiglie più fragili. E auguriamoci a vicenda che, il prossimo anno, doni cose buone a tutte le famiglie, alle numerose in particolare.
Con affetto,
Egle e Mario Sberna, Presidenti.
