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AVVENTO IN CASA ANFN: RITORNO ALL’ORIGINE

AVVENTO IN CASA ANFN: RITORNO ALL’ORIGINE

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Maria è una bambina bellissima, dolcissima. Vivace come una classica bambina del sud.
Quando entra nel mio ambulatorio mi corre incontro e mi stringe le braccia al collo ed io – inutile dirlo – mi sciolgo come ghiaccio al sole.
Maria è una bambina che vive la sua vita senza il padre. Se n’è andato, lasciando due donne sole. Vive in mezzo a donne: la mamma e la nonna. Avverti forte questo suo desiderio di avere una figura maschile al suo fianco.
Ieri, però, è stato un incontro magico. Per la prima volta Maria ha trovato lo studio invaso dai libri… Ha cominciato a sfogliarli, a meravigliarsi.
Poi è tornata nella sala d’attesa, ne ha preso uno ed è corsa verso di me esclamando:
«Raffaele, me la leggi questa storia?»
E così, ho dovuto rallentare il mio ritmo. Ho dovuto fermarmi. Percepire che c’era altro in quel momento: un bisogno grande quanto è grande l’amore! E allora che fai dinanzi alla richiesta di un bambino? Gli rispondi: “Non ho tempo!”? o gli dici “Ti dono il mio tempo!”?
Ed è stato così che, con un nodo alla gola, le ho narrato la triste avventura del Soldatino di piombo e mentre leggevo pensavo a lei, alla sua vita, alla sua solitudine incolmabile, a cosa penserà mai degli uomini e forse, mi son detto, quella storia avrebbe almeno potuto farle credere che c’è anche qualche uomo sulla terra che donerebbe tutto per la sua amata, che non fuggirebbe neanche dianzi al fuoco della disperazione, proprio come il protagonista della fiaba di Andersen.
Mi ha detto grazie! e poi è corsa a farmi un disegno: una bellissima ballerina circondata da fiori e sopra scritto cubitale “Raffaele ti voglio bene!”.
L’ho appeso nel mio studio, perché mi ricordasse che i bisogni dei bambini vengono prima dei miei.
Questo, potrei dire, è stato il primo regalo di questo Natale!
Non è tanto il disegno e la bella frase, ma il pensiero di percepire quanto, chiunque di noi adulti, possa incidere con un semplice “sì!” nella storia e la vita di un bambino.
Un altro gran bel regalo è venuto da questo racconto.
«Sa’, dottore, che Marco ieri ha scritto la sua letterina a Babbo Natale?»
«Oh, che bello!… già sa scrivere?!».
«Oh, sì: certo!… E sai cosa ha scritto?»
«Immagino una lunga lista di desideri!»
«Oh, sì, una lista di desideri… non troppo lunga… Ma la cosa più bella e che Marco ha scritto così per ogni regalo: “Caro Babbo Natale, desidererei il gioco xyz, ma se non lo trovassi o non lo potessi comperare sappi che non fa niente, perché io sono felice!”. E giù così per ogni regalo desiderato…”non fa niente perché io sono felice!”.
Che bello!!! Questo è Natale! Stupirsi e gioire delle cose più belle e vere che ciascuno possiede!
Noi grandi siamo stati tutti bambini e abbiamo parlato e agito così come agiscono tutti i piccoli del mondo, il problema è che lo abbiamo dimenticato!
Allora, Natale potrebbe rappresentare il momento giusto per aprire le orecchie, per fermarci e ascoltare i nostri piccoli per farci raccontare le loro fantasie, magari le loro storie inventate e… aprire il cuore.
Per fare Natale occorre fermarsi; occorre gustare i momenti lenti dei piccoli; incrociare i loro occhi; buttarsi per terra senza il pensiero di sporcare i vestiti; scalzi come a loro piace, ma scalzi soprattutto di quei pesi che ci mettiamo addosso e non contano nulla. Occorre abbandonare quel teatro-vivente su cui ogni giorno saliamo per debuttare le nostre soap opere.
Per fare Natale occorre riempire il nostro cuore e non gli armadi o le case, le mense.
Impariamo da loro: torniamo ad essere bambini!

Raffaele D’Errico, pediatra, padre di 4 figli

Napoli

La testimonianza di Raffaele è magistralmente illustrata da Umberto Gamba, artista bergamasco che inviandoci il suo lavoro ha scritto:

In questo periodo in cui non si vede dove si va, guardiamo da dove veniamo !!!

Umberto e Mariarosa con Mir, Serena e Adaman

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