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Anche in Europa la rete dei comuni family friendly si allarga e «contagia» le imprese private

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Innovare le politiche locali per dare futuro al territorio: è questo in sintesi il messaggio della quarta convention del network europeo dei Comuni Family friendly che si è tenuta nelle scorse settimane  a Bruxelles. A 5 anni dalla sua fondazione, la rete europea conta oltre 120 comuni da 9 paesi europei e tre network che certificano in Italia, Portogallo e Polonia le città a misura di famiglia. Alla IV Convention ha partecipato un folto numero di città e autorità: Christa Schweng, presidente del Comitato socio economico, Csaba Borboly (Comitato delle Regioni), e da remoto, la ministra polacca per la famiglia Barbara Socha e Stefania Segnanada, assessore trentina alle politiche familiari. A premiare i nuovi ingressi è intervenuta la vicecommissaria alla Democrazia e Demografia della Commissione Europea, Dubravka Suica, la quale ha sottolineato come iniziative come il network possano favorire le condizioni per un maggiore equilibrio demografico e offrire  opportunità tra le diverse aree europee, «adottando e adattando» le buone pratiche per migliorare la qualità della vita in ogni angolo di Europa, senza «lasciare indietro nessuno».La vicecommissaria ha consegnato i diploma di adesione alle città di Nuraminis e Foligno, ai comuni di Vezsprem, il X Municipio di Budapest (Ungheria) e Bachau, la prima città rumena ad aderire al Network.

La Convention di Bruxelles è stata caratterizzata da più di una novità, a partire dall’esperienze di turismo «a misura di famiglia» della capitale Europea della Cultura (Vzsprem), di Alghero e dell’agenzia per il turismo dei Paesi Baschi (Spagna).

Lo stretto legame tra vocazione turistica e attrattività del territorio, ha evidenziato il ruolo anche economico della famiglia per lo sviluppo locale, introducendo la seconda novità della Convention: la partecipazione delle imprese.

«Sostenere le famiglie – spiega Regina Maroncelli, presidente di Elfac – è una responsabilità anche per le aziende che ora più che mai affrontano le conseguenze della crisi demografica: lo spopolamento, l’invecchiamento della popolazione, la fuga dei giovani cervelli verso territori più vivibili. Per città e aziende, la sfida è costruire un ambiente di vita e lavoro dove valga la pena restare, mettere radici, crescere una famiglia». Mercedes Hernandez, direttore partnership della agenzia di certificazione aziendale «Mas familia» ha raccontato il sistema di certificazione molto simile al Family Audit della Provincia di Trento. Il giovane Emanuele Sacco, del programma di mentoring di Aurora Fellows (Italia) ha riassuntto nella parola «fiducia» le necessità dei giovani che si affacciano al mondo del lavoro. Un concetto alla base di ogni famiglia e ogni rapporto lavorativo, da preservare e alimentare nell’alleanza tra aziende e territorio.

Per promuovere questa alleanza il Network Europeo ha da poco lanciato un progetto di parternariato con le imprese, che ha preso avvio con 5 aziende italiane «pilota»: Comelit Group Spa, Plastik Spa, Zanetti Spa, Aurora fellows, Wear Me Srl. «Chiediamo alle aziende più sensibili di diventare nostre partner, di sostenere il progetto, di mettere al centro delle loro politiche aziendali il benessere delle famiglie. In cambio offriamo visibilità internazionale, la possibilità di conoscere meglio le politiche di conciliazione e parità di genere, di collaborare in progetti sul territorio nell’ottica della sostenibilità sociale».
La collaborazione con le aziende pilota è già realtà: «Comelit Spa ha donato una quarantina di monitor led e altrettanti termometri elettronici per le nostre famiglie»: un esempio concreto di solidarietà.

Alfio Spitaleri