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Affido condiviso, tanti aspetti di cui tenere conto

Affido condiviso, tanti aspetti di cui tenere conto

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Ci sono sempre molte variabili quando si tratta della vita delle persone, la cosa tragica è che si pensa di risolvere il problema facendo dei bimbi un pacchetto che transita di casa in casa, a mo’ di piccioni viaggiatori portatori alla fine di un “benessere” genitoriale, piuttosto che avere chi si preoccupa del benessere dei bimbi. Ma è sempre stato così nelle rotture delle famiglie: i figli diventano merce scambio, di rivalsa, oggetto e non soggetto: quanto l’ho vissuto sulla mia pelle!!!

Dipende dal buon senso dei genitori, spesso carente perché sotto il trauma del fallimento e della sofferenza personale, difficilmente sanno vedere la sofferenza dei figli e quindi agire di conseguenza. Dipende poi dalla sensibilità dei figli e di tutto il contorno parentale: difficile trovare un equilibrio, a volte succede, ma è molto raro secondo la mia esperienza. Dipende ancora dalla sensibilità, dal buon senso e dall’imparzialità di avvocati e giudici e anche queste doti, ahimè, sono assai rare, perché poi ognuno si porta appresso le proprie convinzioni e il proprio vissuto… L’unica cosa sensata, a mio modo di vedere, sarebbe moltiplicare gli strumenti per evitare le rotture a cominciare dal garantire la possibilità di fare famiglia senza essere oberati da debiti per la casa e da orari assurdi di lavoro che ti portano a situazioni di stress e di difficoltà comunicativa in famiglia.
Ancora: dare strumenti con figure professionali che sappiano accompagnare durante il percorso in salita delle famiglie: il consulente della coppia e della famiglia.

Due proposte, quindi: una sulle politiche familiari a lungo termine che urge più che mai (fisco,  servizi e lavoro a misura di famiglia, i carichi familiari) e la seconda potenziare e far conoscere la figura del consulente che affianca il percorso delle famiglie che ha lo scopo di prevenire le rotture e potenziare gli strumenti per la buona riuscita del progetto famiglia.
R.B.

Affido, Bassi: “Leggi che non ascoltano il Paese reale producono disastri”

Il disegno di legge sull’affido condiviso, in esame in questi giorni al Senato, è mosso da principi condivisibili: consentire a entrambi i genitori di essere presenti nella vita dei figli, anche dopo una separazione, evitando di ridurre uno dei due in povertà. La proposta, tuttavia, appare gravemente fragile, perché crea un non meglio specificato diritto individuale alla genitorialità che rende i bambini oggetto dei diritti dei genitori. Tutto ciò potrebbe avere delle conseguenze imprevedibili, trasformando il significato stesso della genitorialità che da ‘dono al figlio’ diventa ‘diritto individuale al figlio’. Non solo: questo disegno di legge rischia diobbligare i bambini ad accettare la convivenza con famiglie allargate e unioni diverse, nonché, imponendo modelli genitoriali rigidi, danneggia il coniuge vulnerabile che ha deciso di investire la sua vita nella famiglia. In particolare, la maternità rischia di perdere tutele importanti. Le disposizioni proposte tolgono così al giudice ogni discrezionalità di giudizio e impongono a coppie che già sono in difficoltà per ragioni diversissime tra loro, un percorso pressoché obbligato e univoco, non tenendo conto dell’unicità che contraddistingue la relazione tra coniugi. Inoltre, il testo non elimina le incertezze nell’applicazione della legge che hanno vanificato l’efficacia della legge del 2006”: così Vincenzo Bassi, responsabile giuridico del Forum nazionale delle Associazioni Familiari.

“I proponenti – prosegue Bassi – anziché esautorarlo, avrebbero dovuto dare più fiducia al giudice nel suo ruolo, individuando semmaistrumenti formativi per rendere le decisioni a favore del bambinopiuttosto che contro un genitore. In questo caso, invece, si vorrebbe introdurre una procedura che crea nuove pretese da parte dei ‘contendenti’ e, quindi, produrrà ancora più litigi tra i coniugi. Uno scenario che il nostro Paese – in cui, secondo l’ISTAT, crescono separazioni e divorzi e i giovani non si sposano più – non può permettersi, soprattutto su un tema così delicato”.

“A tutto ciò si affianca un fatto ancora più grave: è mancato del tutto il dibattito nella società civile in fase di elaborazione del disegno di legge, pur essendo questa una materia su cui trovare un comune sentire in grado di unire e non dividere, come purtroppo sta accadendo. Per cominciare, si potrebbe partire da due spunti del DDL al fine di responsabilizzare i genitori nei riguardi del vero ‘anello debole’ della questione, il bambino: l’elaborazione di un piano genitoriale concordato, che permetta al magistrato di conoscere i figli e le loro modalità di vita; lavalorizzazione del genitore disponibile a stare molto tempo con il figlio. Il nostro auspicio è che i proponenti comprendano l’importanza della posta in gioco, iniziando a condividere l’iter legislativo su un tema tanto delicato. Le leggi sulla famiglia che non tengono conto delle voci che arrivano dal Paese reale sono destinate a produrre ulteriori disastri”, conclude Bassi.

Fonte: forumfamiglie.org