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Come conciliare equità, risorse, crescita e lotta all’economia sommersa?

Come conciliare equità, risorse, crescita e lotta all’economia sommersa?

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Uno dei principali freni alla crescita economica del nostro paese è costituito dall’attuale sistema fiscale.
E’ iniquo, perchè non tiene adeguatamente conto dei carichi famigliari (fiscalità solo verticale e non orizzontale).
Ha un carico fiscale eccessivo, che frena i consumi e quindi la crescita del nostro paese.
Non ha le risorse per ridurre il carico fiscale e riconoscere più sgravi alle famiglie con figli.
E, soprattutto, non riesce a toccare quella enorme mole della economia sommersa, che vale tra i 300 e i 540 miliardi di euro.
L’economia sommersa gira prevalentemente sul sistema di pagamento che garantisce il maggior anonimato: il contante.
Evasione fiscale, traffico di droga, tangenti, usura, estorsioni, attività criminose, prostituzione, sono tutte attività accomunate dall’utilizzo preponderante del contante.
Recuperare soltanto 40 miliardi dall’economia sommersa equivale ad un aumento di 3 punti percentuali del Pil, con conseguente miglioramento del rapporto debito pubblico/pil che oggi è alla base dei problemi del nostro Paese.
Ma come fare a conciliare equità, riduzione del carico fiscale, recupero di risorse, crescita e lotta alla economia sommersa?
Una strada potrebbe essere quella di ‘tassare il contante’, sia nel momento in cui viene utilizzato per i pagamenti, sia quando viene versato in banca o presso qualsiasi istituzione finanziaria.
La misura, però, non è di facile ed immediata applicazione.
Esiste tuttavia un’altra soluzione più pratica e di immediata applicabilità.
L’aliquota iva ordinaria in Italia, ora del 21%, passerà al 22% dal 1′ luglio 2013, mentre rimarranno invariate l’aliquota ridotta (10%) e quella minima (4%).
In Europa esistono aliquote ordinarie più elevate rispetto a quella Italiana; in Irlanda, Polonia, Portogallo, Finlandia e Grecia è del 23%; in Romania del 24%; in Danimarca e Svezia del 25% e in Ungheria del 27%.
La proposta vede come primo passo quello di aumentare di 3 punti percentuali le aliquote iva, portandole rispettivamente al 25%, 13% e 7%.
Contestualmente, ogni contribuente potrà richiedere, in sede di dichiarazione dei redditi, il rimborso dell’Iva sostenuta nella misura del 5% dell’aliquota. Di fatto, quindi, le aliquote si ridurrebbero al 20%, 8% e 2%.
Ma in che misura si potrà richiedere il rimborso dell’aliquota del 5% dell’Iva?
Innanzitutto, sarano esclusi dal rimborso i pagamenti effettuati per contanti.
Attraverso un semplice aggiornamento dei Pos, i pagamenti effettuati attraverso le carte di credito e i bancomat produrranno nello scontrino di addebito l’evidenza dell’imponibile iva e dell’imposta pagata.
A fine anno, le banche (solo quelle italiane, per evitare facili elusioni) produrranno un estratto conto riepilogativo del totale imponibile iva e dell’iva pagata.
Questo documento, unitamente agli altri documenti di acquisto che hanno avuto una modalità di pagamento chiaramente rintracciabile (bonifico bancario, assegno, sempre a mezzo di banca italiana), verranno utilizzati in sede di dichiarazione dei redditi per richiedere il rimborso del 5% dell’aliquota.
Il rimborso automatico (riferite alle spese sostenute da tutto il nucleo famigliare), tuttavia, non potrà eccedere il reddito netto famigliare.
Se, ad esempio, una famiglia con reddito netto di 30.000 euro presenta spese per 50.000 euro, potrà chiedere il rimborso automatico dell’Iva solo per 30.000 euro di spese.
Per la parte eccedente, dovrà dimostrare come si è procurato i 20.000 euro spesi in eccedenza rispetto al reddito netto.
Dovrà a questo proposito produrre la documentazione bancaria dei rapporti intrattenuti con gli Istituti di credito, dove si potrà verificare, ad esempio, che ha utilizzato risparmi preesistenti, oppure che ha richiesto un prestito di 20.000 euro per acquistare la macchina.
Con questo sistema, avremo maggiori introiti derivanti:
– dall’aumento del 3% della aliquota
– dalla emersione parziale del ‘nero’ (i consumatori sarebbero più incentivati a richiedere lo scontrino).
Le maggiori entrate saranno superiori ai rimborsi richiesti, in quanto non potranno ovviamente richiedere il rimborso chi ha pagato in contanti, gli stranieri o gli italiani che hanno redditi all’estero.
Gli ulteriori introiti andranno inderogabilmente a favore delle famiglie con figli attraverso l’aumento delle detrazioni e/o degli assegni famigliari (magari attraverso un unico strumento che riunisca entrambe le agevolazioni, utilizzando i principi del Fattore Famiglia).
In questo modo le maggiori risorse destinata alle famiglie, andranno subito ad alimentare il circolo dei consumi (e, quindi, della economia).
Equità, riduzione del carico fiscale, recupero di risorse, crescita e lotta alla economia sommersa troveranno in questo modo, finalmente, una soluzione.

Alfredo Caltabiano
parma@famiglienumerose.org