Voto a 16 anni? Dopo la proposta di Enrico Letta, il tema è entrato nel dibattito politico italiano, ma da tempo a livello internazionale c’è grande fermento. Se ne occupa un gruppo internazionale di cui fanno parte anche Elfac e Anfn: il prossimo incontro on-line organizzato dal “Children Voting Colloquium” si terrà il 15 Aprile 2021 tra le 19.00 e le 20.30.
I relatori parleranno di come il tema del suffragio agli under-16 sia collegato alla povertà economica, allo sviluppo del lavoro e tematiche simili.
Saranno presenti:
• Luigi Campiglio, Professore di Politica Economica, Università Cattolica del Sacro Cuore, Italia
• Lavinia Mello Rella, Ricercatrice di Economia Comportamentale, Università Cattolica del Sacro Cuore, Italia
• Stein Ringen, Professore di Economia Politica alla Oxford University and King’s College London, UK
• Kristiina Vares-Wartiovaara, Imprenditrice nel campo della Sostenibilità e Co-Fondatrice del Children’s Voice Association, Finlandia
Seguirà un dibattito aperto a tutti.
Per la partecipazione consultare il sito Elfac.
Il precedente incontro on-line del Colloquium, tenutosi il 20 di marzo, ha riguardato il tema “Ringiovanire la democrazia. Età, conoscenza e diritto al voto”.
Il tema è stato trattato dal prof. Jakob Hinze, esperto ricercatore in materia dell’Università di St. Andrews in Scozia. Tra i partecipanti alla discussione, John Wall, Michael Cummings, professore all’università di Denver in Colorado e autore di un libro sull’argomento (“Children’s Voices in Politics”) e Neena Modi, eminente medico inglese (membro tra l’altro del Royal College of Physicians di Londra), nonché la nostra Regina Maroncelli, presidente Elfac.
In questa occasione si è partiti dalla discussione sulla competenza “epistocratica” per il diritto al voto.
Che cosa è necessario per poter votare? Il voto deve esprimere dei bisogni e delle necessità di un cittadino o essere conseguenza di capacità e competenze? Una persona vota perché ha più valore di un’altra? Esiste una “qualità” nelle decisioni politiche?
Considerando la crisi delle democrazie occidentali, che sembra essere internazionale, e il bisogno che la politica affronti i problemi “reali”, allargare il voto in questo senso porterebbe ad una visione più positiva e solidale. In realtà l’età di voto a 18 anni non sembra la migliore. Sarebbe meglio votare prima o dopo quest’età, perché a 18 anni i giovani ritornano ad essere troppo concentrati su se stessi e sono alla ricerca del posto dove mettere le radici e realizzare il proprio progetto di vita. Gli adolescenti sembrerebbero essere più altruisti, più coinvolti nella propria realtà locale e sociale.
I minorenni hanno davvero il desiderio di migliorare la realtà intorno a sé e sono aperti alle domande che sorgono, sono più attivi e più ottimisti.
Quindi se un essere umano, indipendentemente dalla sua età, sente il bisogno di votare, dovrebbe poter esprimere il suo voto?
Regina Maroncelli ha voluto ricordare la campagna “Un figlio, un voto” organizzata da Anfn. E anche che il voto ai sedicenni non dovrebbe essere strumentalizzato perché i minori non sono “bottiglie vuote” da riempire con le “idee” che altri hanno interesse a promuovere!
Sperando che la crisi del Post-Covid sia la spinta per un cambiamento positivo, un “profondo cambiamento culturale” in questo senso…
di Esther Banfi