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Una splendida giornata!

Una splendida giornata!

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Quarant’anni fa la ginecologa disse loro che, con buona probabilità, non avrebbero mai avuto un figlio. Ed invece Mario ed Egle Sberna, in 37 anni di matrimonio, di figli ne hanno avuti non uno, ma sette, tra naturali, adottivi e in affidamento.
A loro l’Associazione nazionale famiglie numerose (Anfn) ha consegnato il premio «Due cuori & una tribù» in occasione dell’incontro regionale ospitato domenica scorsa nei locali attigui alla basilica dell’Osservanza a Siena.
«Quelli che non hanno la Cinquecento». Perché, s’intende «tutti nella Cinquecento non c’entrerebbero». Era questo il titolo della giornata, apertasi con i saluti di Donato Sacino e Rita Picchianti, coordinatori delle famiglie numerose di Siena, insegnanti e genitori di quattro figli.
Un incontro presentato dal giornalista di Toscana Oggi Andrea Bernardini e da Valentina Ranalli, e animato dalle vignette di Tartitarta, giovane designer, e da fra’ Adriano Appollonio, frate minore francescano (oggi in servizio nel convento di Santa Croce in Fossabanda a Pisa) che, vestiti i panni di Mago Magone, ha coinvolto grandi e piccini in uno spettacolo di magia.
Rachele Mimì Sagramoso, viareggina, madre di sette figli, ha presentato il suo ultimo libro «Non avere paura mamma, Sfide a vincita certa» (Tau editrice) scritto a più mani insieme a tante donne che, con lei, condividono l’esperienza faticosa ma affascinante della maternità.
Ad Alfredo Caltabiano, papà di sei figli e che fa parte dell’osservatorio politico di Anfn, il compito di illustrare l’ «Agenda» delle priorità per un rilancio della natalità e delle politiche familiari in Italia presentate ai candidati alle prossime elezioni politiche: un assegno unico più ricco – con un importo minimo elevato da 50 a 125 euro a figlio. Sganciato dall’Isee, calcolato sui redditi netti e considerando anche i carichi familiari. Una no-tax area per ogni componente fiscalmente a carico, che tenga conto dei costi di mantenimento e di accrescimento dei figli. Un Isee più equo e in ogni caso da utilizzare solo per le politiche di contrasto alla povertà e non per le politiche familiari. La riduzione al 4% dell’Iva sui pannolini e su tutti i generi di prima necessità per l’infanzia. Integrazione tra il mercato del lavoro e la scuola, per permettere ai giovani di entrare al più presto a lavoro una volta completati gli studi. Sviluppo del social housing all’interno degli strumenti urbanistici e di altri aiuti quali l’ Help to Buy (Regno Unito), mutui agevolati e garantiti, fondo a garanzia degli affitti. Agevolazioni fiscali e sostegni alle giovani coppie, con riconoscimenti alla nascita dei figli. Politiche di armonizzazione lavoro-famiglia (con certificazione Family audit per aziende e pubbliche amministrazioni sul modello Trentino). Promozione del network dei comuni amici della famiglia. Sono alcuni dei punti sottoposti ai candidati a Camera e Senato da Anfn, l’associazione che raduna le famiglie numerose in Italia.
Scrivevamo di Mario ed Egle Sberna. Sono nati a Brescia, dove abitano. Lui è dipendente della curia bresciana, lei è già in pensione, dopo aver lavorato per una vita come assistente sociale. Hanno condiviso una significativa ed impegnativa esperienza di servizio missionario in Brasile, dieci anni di volontariato nel Centro di aiuto alla vita di Brescia, la corresponsabilità dell’ufficio diocesano di pastorale familiare. Mario ed Egle sono tra i soci fondatori dell’Associazione Nazionale Famiglie Numerose «avvenuta – ricorda Mario – nel 2004 quasi per caso, di fronte ad un banco del pesce del supermercato, quando mi incontrai con Enrico, altro papà di prole numerosa».
Nel 2013 gli amici dell’associazione lo convinsero a candidarsi alla Camera dei Deputati. Ma in quattro anni non ha mai dimenticato le sue origini. Presentandosi in parlamento con i sandali. Rinunciando a 8/10 del suo stipendio – e trattenendosi le 2.500 euro al mese che guadagnava prima di entrare in politica – e devolvendo tutto il resto alle famiglie che non riuscivano ad arrivare a fine mese. Chiedendo ospitalità ad una congregazione religiosa ed assumendo una collaboratrice suora. Battendosi come un leone per ottenere un fisco a misura di famiglia, spesso come un don Chisciotte contro i mulini al vento. E subito dopo «rientrando nei ranghi» della società civile, mettendosi di nuovo al servizio della diocesi di Brescia. Nelle loro scelte di vita sono sempre stati accompagnati dalla fiducia nella provvidenza, che sempre arriva quando meno te lo aspetti.
Mario ed Egle hanno conseguito il Master in Scienze del Matrimonio e della Famiglia all’istituto pontificio Giovanni Paolo II dell’Università Lateranense di Roma. Acquisendo quelle competenze che sono servite loro nella relazione tra amici, nella loro parrocchia, in diocesi.
Mano nella mano, sempre insieme, nella buona e nella cattiva sorte. Una storia d’amore, generatrice d’amore.

Alfio Spitaleri