Stati generali della natalità – Claudia ed Alfredo Caltabiano (Anfn): «Sul nostro corpo abbiamo deciso noi: abbiamo generato vita»

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    Stati generali della natalità in corso a Roma «segnati» dalla contestazione alla ministra per la Famiglia Eugenia Roccella. «Vergogna, vergogna!», hanno urlato alcuni giovani dalla platea appena la ministra ha preso la parola, esponendo alcuni cartelli. Una di loro è poi stata invitata dal presidente della Fondazione per la Natalità Gigi De Palo a salire sul palco: «Sui nostri corpi, decidiamo noi». «Nessuno ha detto che qualcun altro decide sul corpo delle donne, proprio nessuno. È per questo che siamo qui, perché oggi le donne non decidono sul proprio corpo, non decidono fino in fondo liberamente se vogliono avere figli», ha risposto la ministra Roccella. Ma i ragazzi hanno proseguito la contestazione. D’accordo con gli organizzatori la Ministra ha lasciato il palco, per favorire una pacificazione degli animi. Senza fortuna. La contestazione è proseguita anche durante l’intervento di una futura mamma precaria e di Adriano Bordignon, presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari.
    «I giovani hanno il diritto di essere ascoltati. Ma devono essere anche capaci di ascoltare. Questa mattina agli Stati generali della natalità gli organizzatori hanno tentato la via dell’ascolto e del dialogo, ma, evidentemente, hanno trovato un muro. Spiace, perché si è persa un’occasione di crescita»: così la coppia – presidente di Anfn (Associazione nazionale famiglie numerose) Claudia ed Alfredo Caltabiano esprimono solidarietà alla ministra Eugenia Roccella, al presidente del Forum Adriano Bordignon, alla mamma che avrebbe dovuto parlare, a Gigi De Palo e gli organizzatori dell’evento che hanno provato a gestire la difficile situazione: «Spesso sentiamo giovani (e anche adulti) implorare il rispetto del creato, perché la terra vive un delicato equilibrio. Hanno ragione. Lo stop al mercato delle armi, che producono morte e distruzione. Hanno ragione: la guerra è un’avventura senza ritorno. Chiedono un lavoro e una casa dignitosa (e a prezzi sostenibili) in cui abitare. Chiedono che la donna non sia lasciata sola nei momenti più impegnativi della vita. Sono le nostre idee. Chiedono città accoglienti verso chi fugge dalla fame, dalla disperazione, dai conflitti».
    Ma «chi è, oggi, il cittadino più indifeso di tutti, perché fragile, senza voce, se non il nascituro? Ecco, a qualcuno piace anche parlare del diritto di questo esserino a venire al mondo», aggiungono i coniugi. «Sul mio corpo decido io: giusto. La scelta di mettere o non mettere al mondo un figlio è personale. Noi famiglie numerose, con quel corpo abbiamo deciso di dare vita. Siamo consapevoli delle difficoltà che ci assumiamo con quella scelta. Ma vogliamo cercare di cambiare il mondo con un cittadino … in più. E, nel tempo, abbiamo sperimentato come un figlio – in realtà – niente toglie e molto dà. Liberi di dirlo?».

    E mentre la ministra è stata raggiunta da una telefonata del presidente della Repubblica, che ha voluto esprimere ad Eugenia Roccella la sua solidarietà, parrebbe che anche Giancarlo Giorgetti, il cui intervento era previsto per domani, avrebbe disdetto la sua partecipazione agli Stati generali della natalità.
    Anche il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha chiesto di non trasmettere il videocontributo preparato per l’evento.