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Presentata a Roma l’esperienza nazionale dei Comuni “amici della famiglia”

Presentata a Roma l’esperienza nazionale dei Comuni “amici della famiglia”

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Mercoledì 29 marzo, presso la Pontificia Università della, Il presidente della Conferenza Santa Croce si è tenuto il congresso che ha celebrato la rete dei comuni amici della Famiglia fondata il 7 ottobre 2017 da Provincia autonoma di Trento, Associazione nazionale famiglie numerose e Comune di Alghero.

150 comuni che hanno messo il benessere familiare al centro della loro azione amministrativa.

Presenti il ministro della famiglia, natalità e pari oppurtunità Eugenia Roccella,
il presidente della Conferenza Episcopale italiana Matteo Zuppi, il presidente della provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti e il Vescovo di Trento Mons. Lauro Tisi.

A rappresentare Anfn il presidente dell’Associazione Alfredo Catalbiano, i coordinatori nazionali del Network Mauro Ledda e Filomena Cappiello e per il Consiglio Nazionale Lucio Coticelli. A rappresentare la Confederazione europea delle famiglie numerose la presidente Regina Maroncelli.

“La strategia del governo a sostegno della famiglia, e dunque a favore della natalità contro la crisi demografica, non si limita al solo piano normativo. Per noi si tratta di una priorità assoluta, come abbiamo già dimostrato in questi primi mesi di attività.
Intendiamo dunque stimolare un clima culturale diverso da quello degli ultimi anni, nei quali la famiglia in Italia è stata troppo spesso maltrattata. E vogliamo promuovere una sfida comune perché questa sfida riguarda tutti: istituzioni nazionali, enti locali, imprese, parti sociali, volontariato – ha affermato la Roccella – Il nostro obiettivo è costruire un welfare di prossimità, con spirito pienamente sussidiario, che non si limiti agli aspetti economici ma aiuti le famiglie in termini di servizi. In questo senso è fondamentale mettere a sistema le tante buone pratiche che ci sono nei nostri territori e rispetto alle quali il territorio trentino vanta esempi di eccellenza. Iniziative come quella della rete dei Comuni Amici della Famiglia sono dunque di grande aiuto per una scommessa che dobbiamo vincere insieme.”

Il nostro presidente nel suo intervento ha sottolineato “Tra i tratti distintivi del Network, va evidenziato il ruolo dell’associazionismo familiare, che ha fatto da “lievito” al processo di diffusione su tutto il territorio nazionale. Così come il principio di  sussidiarietà orizzontale, che vede le famiglie protagoniste, e che vengono considerate non come problema, bensì come risorsa, per il raggiungimento di un benessere famigliare generale. Perché se stanno bene le famiglie, sta bene anche la nostra società!”.

 “Essere “family friendly” significa essere attenti alle necessità dei più deboli, a partire dai bambini – ha spiegato Regina Maroncelli – Riguarda tutte le sfere di interesse di una amministrazione e richiede un nuovo sguardo organico e olistico a ogni aspetto della vita di una città. Da questo principio sono stati contagiati 125 comuni italiani e stiamo contagiando l’Europa: hanno aderito al Network città da Portogallo, Grecia, Lettonia, Croazia, Ungheria, Polonia, Romania, Spagna e Italia. Ma non ci basta: adesso vogliamo contagiare anche le imprese, che con tanti Comuni condividono i contraccolpi negativi della denatalità, non trovano lavoratori e se li vedono scappare in cerca di lidi migliori. Imprese e Comuni sono chiamati ad una alleanza per dare ai loro cittadini e ai loro lavoratori gli spazi, i tempi, i luoghi per potere vivere pienamente i propri progetti di vita”.

Sui punti di forza del processo “Comune amico della famiglia” è intervenuto il dirigente generale dell’Agenzia per la coesione sociale della Provincia autonoma di Trento Luciano Malfer: “I comuni vocati alle politiche per la famiglia sono un modello di eccellenza nazionale e sono oltre 150 in tutta Italia, distribuiti in 11 regioni. Tutti insieme – ha proseguito – hanno sviluppato oltre 3.000 azioni concrete a sostegno delle famiglie e della natalità e senza costi aggiuntivi per il bilancio delle amministrazioni comunali. Il segreto? – ha detto il dirigente – lo si trova nell’applicare il metodo giusto per ciascuna realtà territoriale e per rispondere ai peculiari bisogni delle comunità. Serve un nuovo approccio alla famiglia che è risorsa e non costo e una rete che permetta di scambiarsi le buone pratiche, come il nostro Network, imparando a ripensare gradualmente l’uso delle risorse in modo family oriented. Una strategia vincente che porta vantaggi a cittadini e ad amministratori locali, benessere per le famiglie, coesione nella comunità, senso di responsabilità collettivo, fiducia nelle istituzioni e attrattività turistico-economica dei comuni”.

Il congresso, nella sua seconda sessione, ha dato la parola ai comuni che, per primi, in ciascuna delle 11 regioni italiane coinvolte, hanno creduto nel valore dei percorsi a sostegno delle famiglie e hanno ottenuto la certificazione di “Comune amico della famiglia”. Le undici testimonianze hanno arricchito gli interventi delle istituzioni portando con tanta passione esempi di azioni realizzate, di traguardi raggiunti, di emozioni e progetti per il futuro.

Di alto spessore e di visione l’intervento di Vera e Stefano Zamagni professori alla John Hopkins University, che hanno parlato del  valore sociale ed economico del processo “Comune amico della famiglia”  “Duplice la mira del nostro intervento. Per un verso, mostrare che il progetto “Comuni amici della famiglia” costituisce un esempio ben riuscito di sussidiarietà circolare, ossia di quel modello di ordine sociale verso il quale tutto il nostro paese dovrebbe andare, se veramente vuole muovere passi decisi verso la dimensione deliberativa. Per l’altro verso, il progetto in questione fa giustizia del modo in cui l’Italia ha finora trattato la famiglia, come istituzione basilare del nostro ordinamento costituzionale”.

Stefano Zamagni ha sottolineato come co-programmazione e co-progettazione siano il metodo più maturo a cui si dovrà puntare in un ottica di vera e matura attuazione della sussidiarietà circolare che deve vedere il terzo settore protagonista insieme allo stato e al mercato, in un’ottica di reciprocità, di una vera politica della famiglia.

Un auspicio e un obiettivo che facciamo nostri, affinchè il ruolo e la preziosità delle famiglie siano sempre più al centro dell’agire del nostro Paese.

Alfio Spitaleri